Idrogeno green: via libera a due progetti a Taranto

Produzione a idrogeno
Produzione a idrogeno
di Domenico PALMIOTTI
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Domenica 2 Aprile 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:50

Con due progetti approvati e finanziati dalla Regione, su un totale di cinque ammessi, l’area di Taranto rafforza la sua posizione nel panorama dell’idrogeno verde.

Rafforza perché questi che hanno ricevuto il via libera regionale non sono gli unici. Ve ne sono infatti altri che attengono ad ambiti diversi. La Puglia aveva 40 milioni da ripartire col bando lanciato ai primi dell’anno per cofinanziare investimenti nell’idrogeno in aree industriali dismesse.

Gli investimenti nel Tarantino

Della intera somma, 10 milioni sono andati a Solarind Green srl di Lecce per un progetto di analoga dimensione finanziaria e 340mila a Panita srl di Cuneo, che aveva anch’essa proposto un investimento di 10 milioni. Solarind Green investirà a Taranto. Panita a Statte. Entrambe nelle vicinanze di Acciaierie d’Italia, ex Ilva.

La proposta di riconversione

Da un po’ di tempo la Fillea, la federazione Cgil degli edili, ha proposto la riconversione dello stabilimento Cemitaly (ex Cementir), inattivo da tempo, a luogo di produzione dell’idrogeno. 
L’occasione per sapere se le due cose possono intersecarsi oppure no, sarà l’incontro che martedì alle 14.30 ha convocato su Cemitaly il responsabile della task force Lavoro della Regione, Leo Caroli. Sono stati invitati a partecipare le confederazioni sindacali, le organizzazioni degli edili, Confindustria Taranto e la stessa Cemitaly. 
L’incontro a Bari è stato chiesto dai sindacati per fare chiarezza sulla prospettiva di Cemitaly e dei suoi 45 lavoratori, attualmente in cassa integrazione sino a settembre, e capire quali margini concreti esistono rispetto alla riconversione a polo dell’idrogeno e alla riattivazione come industria cementiera. Possibilità, quest’ultima, indicata dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e dall’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, nel contesto della decarbonizzazione del siderurgico. Quando i sindacati hanno chiesto il confronto alla task force e poi è stata programmata la data, il bando regionale per l’idrogeno non era ancora concluso. Il fatto che Taranto rientri ora tra i siti in cui si investirà e che quest’area è collocata vicino all’ex Ilva, potrebbe rendere importante la verifica di martedì. 

Le dichiarazione del sindacato e del sindaco


«Al momento - spiega a Quotidiano Francesco Bardinella, segretario Fillea Cgil - noi non possiamo dire, perché non abbiamo elementi al riguardo, se Solarind Green investirà nel sito ex Cementir oppure no. Il ragionamento lo si può fare solo avendo riferimenti precisi. Sicuramente è interessante che s’investa a Taranto in questa direzione e quindi attendiamo chiarimenti dal capo della task force». «Così come vogliamo sapere - aggiunge Bardinella - su quali basi poggiano gli annunci del ministro Urso e dell’ad Morselli circa la riattivazione del cementificio. Cemitaly, che fa parte del gruppo Italcementi, a noi ha detto che non ci sono le condizioni di mercato per rimettere in produzione lo stabilimento di Taranto. Ed è per questo che come Fillea l’abbiamo candidato alla riconversione. L’ex Cementir confina con l’ex Ilva, la cui produzione in futuro avrà bisogno proprio di idrogeno». 
«L’area di Statte - spiega a Quotidiano il sindaco Franco Andrioli - è stata attenzionata per un investimento nell’idrogeno da imprese del Piemonte, di Lecce e anche tedesche.

I loro rappresentanti sono venuti in Comune ed hanno parlato con i nostri funzionari. Dovrebbero essere interessati ad un’area ex Ilva, probabilmente l’hanno pure acquistata, e queste stesse aziende vogliono anche investire nel fotovoltaico».

Gli altri progetti sul territorio


Il bando regionale che finanzia due progetti per l’idrogeno nell’area di Taranto non è però l’unico intervento. Con l’idrogeno, per esempio, dovrà essere alimentato l’impianto di produzione del preridotto di ferro che la società pubblica Dri d’Italia costruirà a Taranto per alimentare i forni elettrici di Acciaierie d’Italia. 
La fornitura di idrogeno verde e di energia rinnovabile rientra anche nell’accordo di collaborazione tra Acciaierie d’Italia e le società, unite in partenariato, Renantis (ex Falck Renewables) e BlueFloat Energy. Con queste ultime che assicureranno energia al siderurgico ricevendo in cambio acciaio per la costruzione dei parchi eolici galleggianti. In campo sono anche Eni ed Enel Green Power, che nel 2025 vogliono mettere in funzione l’impianto che, con l’elettrolizzatore, l’uso dell’acqua e l’energia (rinnovabile) fotovoltaica, produrrà per la raffineria l’idrogeno verde in sostituzione dell’idrogeno grigio ricavato dal gas. L’impianto di Taranto è stato finanziato dal programma europeo Ipcei Hy2Use. Ancora: Edison, Saipem e Alboran hanno messo in programma un investimento a Taranto con “Puglia Green Hydrogen Valley”. 
Stessa volontà ha manifestato l’anno scorso Renexia, la società che ha messo in funzione il primo parco eolico offshore del Mediterraneo. Intanto, sta andando avanti il progetto del gruppo Comes relativo alla ristrutturazione del sito ex Cemit per farne sede del progetto HAS, sigla di Hydrocracy Advanced System. Obiettivo, un sistema di generazione di idrogeno green della taglia 100-200 kW.  

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