Lecce, rimonta spettacolare contro la Lazio. I giallorossi scalano la classifica e si godono super-Umtiti

L'esultanza di Colombo dopo la rete del 2-1
L'esultanza di Colombo dopo la rete del 2-1
di Lino DE LORENZIS
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Giovedì 5 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:31

Il 2023 comincia così come era terminato il 2022, con un’altra vittoria che consente ai ragazzi di Baroni di portarsi a +9 sulla zona rossa della classifica. A differenza del successo conquistato il 12 novembre scorso, a Marassi, contro la Sampdoria di Stankovic, quello di ieri ha un sapore particolare perché ottenuto contro la Lazio di Sarri. Non un avversario qualunque dunque ma una delle squadre più forti del campionato di serie A per la forza dell’organico e per la qualità del gioco.
È stata senza dubbio una vittoria bella e anche da ricordare perché arrivata a coronamento di una rimonta strepitosa: dallo 0-1 al termine del primo tempo al 2-1 messo all’incasso al triplice fischio dell’arbitro Marinelli di Tivoli.


Va detto subito, a scanso di equivoci, che i tre punti sono ampiamente meritati. Dopo essere andato sotto di un gol al quarto d’ora di gioco per via della magia di Ciro Immobile (sempre nella prima gara del nuovo anno) e aver sofferto le pene dell’inferno per circa mezz’ora in cui gli ospiti avrebbero anche chiudere i conti avendo creato i presupposti per segnare la seconda rete, nella seconda parte del match il Lecce ha deciso di cominciare a giocareda par suo e per la Lazio sono stati dolori. Nell’intervallo mister infatti mister Baroni ha chiesto ai suoi di fare ciò che nel primo tempo non erano mai riusciti a fare, un po’ per merito degli avversari ma soprattutto per demerito proprio. Il Lecce ha cominciato a sfoderare aggressività e intensità, elementi determinanti per il raggiungimento del risultato finale. L’atteggiamento dei salentini un po’ ha colto di sorpresa la Lazio tanto è vero che gli uomini di Sarri hanno pagato a caro prezzo alcuni errori commessi nelle uscite dalla linea difensiva. Poi, l’ingresso in campo di Federico Di Francesco, rimasto inizialmente in panchina a causa dei problemi fisici accusati alla vigilia del match, ha fatto il resto. Il figlio dell’ex allenatore di Lecce e Roma, con le sue accelerazioni e con le sue giocate, ha mandato in tilt il povero Lazzari creando i presupporti per le due reti giallorosse. Nella prima, il portiere Provedel ha respinto come ha potuto la bordata di Di Francesco prima che Strefezza spingesse la sfera nel sacco; poi, nella seconda, il figlio d’arte ha servito un assist al bacio a Colombo al quale non è rimasto altro che depositare la sfera alle spalle di Provedel.


La prodezza di Strefezza merita una citazione a parte. Dopo aver segnato la rete del momentaneo 1-1, l’esterno d’attacco italo-brasiliano è scoppiato in un pianto, quindi ha guardato al cielo dedicanso la sua quinta resta stagionale al nonno, scomparso qualche settimana fa e al quale era molto legato.
Non sono passati inosservati nemmeno gli ululati dei tifosi laziali ogni qualvolta il pallone è arrivato nella zona di Banda o di Umtiti.

Lecce-Lazio, ululati razzisti: Umtiti esce in lacrime. Sticchi Damiani: «Prestazione da campione»

Proprio il campione del mondo, che ha giocato la sua migliore partita da quando indossa la maglia del Lecce, ha spinto l’arbitro Marinelli a sospendere momentamente la partita al fine di invitare la tifoseria ospite e cessare quel tipo di comportamento.

Un gesto che ha spinto i 26mila del Via del Mare ad urlare a squarciagola e in diversi momenti: “Umtiti, Umtiti, Umtiti”. Da ieri sera il campione del mondo del 2018 è diventato uno dei beniamini dei tifosi leccesi anche se ciò che inorgoglisce il popolo giallorosso è aver restituito al mondo del calcio un campione scaricato troppo in fretta dal Barcellona e dalle big europee.

Il personaggio: Samuel Umtiti

Il Qatar mancato certamente gli è rimasto nell’animo. Una ferita, una lacerazione che si porta dentro. Perché lui, campione del mondo, lo è ancora. E magari avrebbe fatto il bis anche la sua Francia, alla quale non è bastato un grande Mbappè per replicare il successo del 2018. Nella mente, magari, quella finale vittoriosa contro la Croazia.
Era arrivato a Lecce, dal Barcellona, sperando di leccarsi le ferite, per quel maledetto infortunio che lo aveva messo a terra. E gli spagnoli avevano accettato la provocazione di Pantaleo Corvino: un anno in Salento in prestito gratuito e ingaggio a carico degli spagnoli. Con la speranza di poter contare su di lui, laggiù nel Mondiale che avrebbe acceso anche storie maledette.
Lui, Umtiti, all’età di 29 anni, è uno che non vuole arrendersi, che guarda avanti, e voleva cogliere l’opportunità che gli si offriva in questo angolo dell’Italia dove la serie A, il campionato dal quale si approda alla Nazionale, alle scene pallonare internazionali, è qualcosa che non la si vive per lunghe stagioni consecutive. Credeva in Pantaleo Corvino, in un presidente come Saverio Sticchi Damiani, in una società che è un po’ un’eccezione, che ha progetti seri, che sa guardare avanti e dare dignità ad un calcio che cerca ancora una sua dimensione di nobiltà.
Sperava di farcerla, il francese. Ma l’attesa si era fatta lunga, il recupero pieno delle condizioni, tardava a venire. Lo si aspettava come leader trascinatore nel cuore della difesa giallorossa, come chioccia preziosa per i tanti ragazzi che Corvino ha portato agli ordini di un allenatore intelligente come Marco Baroni. Poi, una volta in squadra, ha cominciato a lasciare il segno. Aveva bisogno di personalità questo gruppo giovane che vive per vincere nel presente in proiezione futura. E lui a fare il leader, ad assicurare a tutti che il campione del mondo stava tornando, forte, autorevole come lo si immaginava, come aveva sempre vedere con la maglia della nazionale francese addosso. Ed è stato un crescendo.
Il campionato si è fermato per via del mondiale nel Qatar che lui poteva solo guardare da lontano, con un rimpianto che aumentava, ma magari anche con la convinzione che alla sua età a Barcellona può ancora tornare, per farsi ammirare come prima, così come la Nazionale non è un approdo vietato. E Lecce è tornato ad essere la via del ritorno sulle scene più grandi. La sosta gli è stata preziosa, determinante. Ci ha messo tutto Samuel, per farsi trovare pronto ora che il campionato ripartiva, con un Lecce che era andato in vacanza con tre risultati utili consecutivi, con vittorie importanti. E Samuel l’ha presa per mano la sua squadra impegnata contro la corazzata della Lazio.
Un trascinatore, Umtiti, tanto da meritarsi i cori osannanti dei suoi tifosi. Poi, la maledetta nota stonata, i cori razzisti che si sono levati dal settore degli ospiti, fuori luogo, inaccettabili, condannati in sala stampa sia da Baroni, “una vergogna, per pochi purtroppo si perde anche in tanti. Noi siamo orgogliosi di avere non solo Umtiti, anche Banda, Ceesay. Mi è piaciuta la reazione del nostro pubblico», e Sarri, ha detto «io non voglio fare il menefreghista sotto questo aspetto, ma dalla panchina non si è sentito niente». Per Samuel, che in serata ha manifestato tutta la sua felicità pubblicando un messaggio sul suo profilo instagram “Grande vittoria”, era come mettersi addosso qui nel Salento, quella maglia iridata alla quale ho dovuto rinunciare, ma che intende riprendersi. Ripartendo da qui, in questa periferia che sa vincere con dignità e orgoglio.

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