C’è sempre una prima volta, coraggio. Si preparino i signori Simone Inzaghi, Stefano Pioli, Luciano Spalletti e Gian Piero Gasperini. A meno di sorprese, di clamorosi ribaltoni di classifica, uno di loro vincerà uno scudetto per la prima volta. C’è chi l’ha sfiorato, come Spalletti ai tempi della Roma, c’è chi l’ha sognato come Inzaghi, con la Lazio, quando il calcio ha chiuso per Covid, la sua squadra era vicino alla Juve e chissà, senza la pandemia... C’è chi come Pioli e Gasperini hanno cominciato a pensarci davvero, dopo anni di praticantato fatto di tanti complimenti e zero successi. Quest’anno sì, ci pensa anche l’Atalanta, l’impressione è che siano ancora un po’ più avanti le concorrenti. Una bella storia quella di Inzaghi, scappato dalla Lazio dove è cresciuto e si è formato per accettare una sfida - in teoria - a perdere: l’Inter scudettata orfana di Antonio Conte, Romelu Lukaku e Achraf Hakimi, a lui il compito di ricostruire. L’Inter si trasforma, è una roccia: oggi guarda tutti dall’alto al basso. Simone ha conquistato lo spogliatoio ha ridato vita a Dzeko, che a Roma ormai era perso, ha riportato la squadra agli ottavi di finale di Champions dopo dieci anni e ora si gioca il campionato, da favorita. All’attivo, nel palmares di Simone, due Supercoppe italiane (2017-2019), una Coppa Italia (2019). Scudetto, no: tabù.
CONCORRENTI
Stefano Pioli insegue a meno 4, e non molla: la ricostruzione del Milan passa dalle idee di questo ieratico tecnico di Parma, molto spesso sottovalutato. Lui, tante esperienze positive in passato, vittorie zero. Ha allenato anche qualche big, tra queste la Lazio e l’Inter, tra grandi squilli e cadute estreme. Al Milan sembra aver trovato il suo luogo del mondo, ha fatto uscire i rossoneri dall’anonimato e ora si programma, non si improvvisa. Stefano oggi è padrone del Milan, gli ha dato un gioco e ambizione, se non in Europa (eliminato dalla Champions) almeno in Italia. Ed è lì, a sperare.