Il Kom è partito. Incazzato e pazzesco. Come dice lui, all’apice di uno «stato di grazia». Quel «Finalmente» ripetuto tante volte all’esercito degli 80mila dei “vivi, sani e lucidi” di ieri sera a Milano (scampata alla tempesta d’acqua prevista) si traduce in grande “festa”. All’Ippodromo, «a un tiro di schioppo da San Siro, che ora sarà geloso» (aveva postato) e che tre anni fa lo aveva ospitato. «L’enorme affetto che mi arriva dopo 40 anni, mi lascia stupefatto. Ho seminato bene». Parte con l'XI Comandamento dal suo ultimo "Siamo qui", brano pubblicato su YouTube con il video del concertone d’apertura di Vasco Live a Trento il 20 maggio scorso con 120mila persone. «Non mi sembra vero, finalmente abbiamo ricominciato a vivere». Si esulta. Si urla. Ci si sbraccia. La sua prima volta al Teatro Tenda esattamente 40 anni fa. Milano è la seconda di 11 date sold out (a Roma l'11 e 12 giugno al Circo Massimo) per 660 mila biglietti. Tra il popolo di Vasco, ieri sera, anche Diodato, Ultimo, Rkomi, Tananai, Max Pezzali, Maddalena Corvaglia (ex di Stef Burns).
Vasco, la sua energia.
Al lavoro 221 persone. Cinque maxischermi e un palco alto come un palazzo di 9 piani ideato da Giò Forma, lo stesso della «tempesta perfetta» del Modena Park cinque anni fa, gli stessi della Prima della Scala. E dal Piermarini all’Ippodromo è un attimo, denominatore comune la spettacolarità. «Quando salgo sul palco e la musica comincia, tutto torna». E il Blasco è tornato. E allora: «Su con la festa, avanti con la musica». “A oltranza!”. Come nell’XI Comandamento.