Spherex alla ricerca della vita, il telescopio spaziale studierà 300 milioni di galassie: lancio previsto nel 2023
Questa volta, a differenza di 50 anni fa, ha detto Bridenstine, «quando andremo sulla luna, vi resteremo». Il piano è di tornare soprattutto «per testare le tecnologie destinate alla futura missione umana per Marte», ha spiegato all'ANSA il commissario straordinario dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Piero Benvenuti. L'Italia ha tutti i presupposti per collaborare all'impresa «perché con la sua industria ha praticamente il monopolio della costruzione dei moduli abitativi della Stazione Spaziale Internazionale e nei prossimi incontri bilaterali con la Nasa, l'Asi discuterà della possibile partecipazione italiana al progetto».
Il piano della Nasa, infatti, prevede la costruzione di una stazione orbitale attorno alla Luna dalla quale partiranno le navette riutilizzabili, che porteranno gli astronauti sulla superficie lunare. La stazione, chiamata Lop-G (Lunar Orbital Platform-Gateway), sarà costruita all'insegna della collaborazione internazionale e dovrebbe coinvolgere gli stessi partner dell'attuale Stazione Spaziale, ossia le agenzie spaziali di Stati Uniti ( Nasa), Europa (Esa), Russia (Roscosmos), Giappone (Jaxa) e Canada (Csa). Con la stazione Gateway, ha proseguito Benvenuti, sarà più semplice scendere sulla superficie lunare e risalire perché «c'è bisogno di meno potenza e quindi meno carburante rispetto ad un veicolo che deve andare dalla Terra alla Luna e viceversa».
Lo scopo del ritorno sulla Luna, secondo il commissario straordinario dell'Asi, è soprattutto quella di testare la costruzione di una base, in vista della missione per Marte, «equipaggiata di tecnologie e strumenti che permettano anche di estrarre risorse, come l'acqua».
In queste attività gli astronauti avranno degli aiutanti speciali: i robot che arriveranno prima dell'uomo a bordo di capsule cargo, per il cui sviluppo la Nasa ha già stipulato un contratto con nove società.