Tutti "pazzi" per l'armocromia: cos'è e come funziona il test dei colori

Sabato 29 Aprile 2023, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 14:09 | 2 Minuti di Lettura

La storia

Quella dei colori è una storia che viene da lontanissimo che comincia con la fortuna di certe tinte storiche (il blu egizio, il porpora dei Fenici, il nero di China), si fissa dentro schemi ideologici e religiosi (l’azzurro e l’oro in campo cavalleresco e il verde dell’islam) e sfiora l’ambiguità feroce dell’assenza: il bianco di Moby Dick. Ha le sue basi scientifiche con Newton (1730), avanza con i colori soggettivi di Goethe (1792), e arriva a Itten (1961), professore al Bauhaus che parla di colori psicologici. Il pittore Paul Klee diceva che il colore è il luogo dove s’incontrano il nostro cervello e l’universo. L’armocromia come tecnica fa capolino al cinema nei primi film girati in technicolor quando le dive diventano anche icone di stile. Carol Jackson (1980) ne parla per prima al grande pubblico codificando con esattezza le caratteristiche dei 4 gruppi cromatici alla base del metodo stagionale di analisi del colore. Deliziosa la descrizione in chiave armocromatica delle eroine Disney che fa Rossella Migliaccio nel suo libro sull’armocromia (Biancaneve è un inverno, Pocahontas è la donna autunno, Ariel la Sirenetta è una primavera, Cenerentola è un’estate). Ma come funziona l’armocromia? Si parte dall’analisi del sottotono, lo strato più profondo dell’epidermide, la cui colorazione è la risultante di carotene, melanina ed emoglobina. Una brava analista del colore attraverso la tecnica del “draping”, appoggiando cioè sotto al viso determinate stoffe colorate, cerca di individuarne la temperatura calda o fredda. Cosa significa? Le cosiddette pelli a temperatura fredda si armonizzeranno meglio con colori a base blu (fucsia, magenta, verde smeraldo, argento), mentre le pelli con sottotono caldo si illumineranno a contatto con colori a base gialla (arancione, rosso pomodoro, verde oliva, oro). Dopodiché potremo dire se la persona analizzata farà parte di una stagione armocromatica calda (autunno o primavera) o una stagione fredda (estate o Inverno). Poi si studia il valore, che è il grado di chiarezza o profondità dei colori di pelle, occhi e capelli; per farlo si eseguono ulteriori prove con i drappi e si avvicina una scala di grigi al viso. Oltre ad indirizzarci verso la scelta di una stagione chiara (estate o primavera) o di una stagione scura (inverno o autunno), il rapporto di valore tra pelle, occhi e capelli ci suggerisce anche il livello ottimale di contrasto di colori da riprodurre nel proprio look.

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