Xylella, il confine si sposta E si insiste sulla deroga per piantare mandorli

Xylella, il confine si sposta E si insiste sulla deroga per piantare mandorli
di Maria Claudia MINERVA
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Venerdì 13 Novembre 2020, 13:04

La xylella galoppa e conquista sempre nuove posizioni, di conseguenza la linea di confine sale sempre più a nord in direzione Bari. Dopo i cinque focolai rinvenuti a Monopoli, con piante infette sia nella zona cuscinetto che indenne, la Regione Puglia ha provveduto a delimitare le nuove aree (infetta, contenimento e cuscinetto), in ottemperanza alla nuova recente normativa dell'Unione Europea, con provvedimento del dirigente dell'Osservatorio fitosanitario.


Rispetto ai precedenti limiti utilizzati nell'attuale campagna di monitoraggio, che risalgono al 9 agosto del 2018 (Dds Osservatorio Fitosanitario 674/2018, Burp numero 110 del 03/08/2018), nella nuova mappa è ben visibile un allargamento a forma di gobba in corrispondenza del focolaio più settentrionale di Monopoli, quasi al limite di Polignano a Mare. Nella zona indenne, secondo il nuovo regolamento comunitario che ha modificato la Decisione 789 del 2915, si dovranno abbattere le piante sane nel raggio di 50 metri - e non più di 100 - da quelle infette. Secondo quanto sostengono gli esperti di Infoxylella «rispetto alle misure minime obbligatorie introdotte dal nuovo regolamento è significativo notare che la Regione ha deciso di mantenere inalterate le dimensioni delle attuali zone soggette a monitoraggio (20km della zona di contenimento e 10km della zona cuscinetto) salvo avvalersi delle prescrizioni minime per l'ulteriore ampliamento conseguente al ritrovamento dei focolai di Monopoli».

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Intanto, Coldiretti Puglia rinnova l'appello a derogare all'impianto di mandorlo. «Serve una stretta per garantire la necessaria diversificazione colturale e non condannare le province di Lecce, Brindisi e Taranto a una monocoltura, con il rischio che un virus alieno azzeri il patrimonio produttivo del territorio, come già avvenuto con la xylella che ha azzerato il 40% del patrimonio produttivo della regione Puglia» sottolinea il presidente Savino Muraglia, sollecitando una decisione immediata dell'Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia alla luce delle evidenze scientifiche già documentate dal Cnr di Bari alla Regione Puglia nel 2018.
«È determinante aprire all'impianto anche di altre specie arboree come il mandorlo e il ciliegio, oltre alla vite e al fico, per poter utilizzare al meglio i 25 milioni di euro messi a disposizione verso altre colture dal Piano anti xylella di 300 milioni di euro e dare una iniezione di risorse alla ricerca con i 20 milioni di euro da destinare agli studi scientifici e alla sperimentazione per ricostruire al meglio il patrimonio produttivo e paesaggistico della regione colpita dalla fitopatia» aggiunge Muraglia. «È indispensabile liberalizzare i reimpianti con l'adeguata diversificazione colturale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico. L'Osservatorio Fitosanitario regionale ha la facoltà dice ancora Muraglia - di derogare al divieto di impianto delle piante ospiti. La ricerca ha dimostrato che il ciliegio e soprattutto il mandorlo, per cui il territorio salentino è vocato, hanno caratteri di resistenza non dissimili da quelle delle varietà di olivo leccino e FS17».
Sulla necessità della deroga, non solo per il mandorlo ma anche per altre specie, insiste anche il professor Donato Boscia dell'Ipsp-Cnr di Bari, che ieri nel corso delle Giornate fitopatologiche 2020, in cui si è parlato dello stato dell'arte della xylella fastidiosa con esperti anche di altre regioni, ha messo l'accento sul divieto contenuto nel nuovo regolamento Ue che ha esteso il divieto di impiantare molte specie. «Sono, infatti, comprese tutte le piante della sottospecie pauca in senso lato, non solo la nostra, per cui oltre alle 34 specie ospiti di xylella, tra cui mandorlo e ciliegio, non si possono piantare agrumi, pesco, albicocco, susino, ecc. - chiarisce il professor Boscia - Tuttavia, l'articolo 18, contenuto sempre nel nuovo regolamento comunitario, consentirebbe una deroga allo Stato membro per quelle specie per le quali sono state fatte delle prove e sono risultate immuni. Prove che noi abbiamo fatto già negli anni scorsi, con risultati ampiamente documentati e pubblicati, per cui il Servizio fitosanitario avrebbe tutti gli strumenti per derogare e consentire al territorio devastato dalla xylella di diversificare».
M.C.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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