Terra d'Otranto, piattaforma on line per raccogliere idee e proposte: ecco come funzionerà

Terra d'Otranto, piattaforma on line per raccogliere idee e proposte: ecco come funzionerà
di Nicola SAMMALI
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Mercoledì 8 Febbraio 2023, 05:00

Innovare il sistema produttivo locale, valorizzando l’attrattività culturale, storica, ambientale e turistica della Terra d’Otranto. Il progetto che vede l’Università del Salento lavorare al fianco dei Comuni e delle Province di Taranto, Brindisi e Lecce passa a una nuova fase del suo processo di realizzazione, questa volta interamente dedicata agli stakeholder. Per facilitare la raccolta di idee, proposte e suggerimenti che arrivano direttamente dalle comunità interessate, è stata attivata una piattaforma destinata a diventare un vero e proprio contenitore online, con un solo obiettivo: promuovere lo sviluppo del territorio.

L'incontro

Il meccanismo di partecipazione è stato illustrato ieri nella sede della Provincia di Taranto dal rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice, e dal presidente dell’ente di via Anfiteatro, nonché sindaco del capoluogo ionico, Rinaldo Melucci. Per accedere alla piattaforma e iscriversi ai tavoli tematici che definiranno il “Masterplan della Terra d’Otranto” (saranno otto, dall’analisi del sistema economico-produttivo a quello della salute e del benessere), sarà necessario collegarsi al sito di Unisalento, registrarsi al link di riferimento e procedere all’inserimento dei dati richiesti. «Una volta che ci si iscriverà verranno attivati i tavoli, tra febbraio e marzo, che saranno online per permettere a tutti di partecipare e aperti a un massimo di 15 persone ciascuno», ha spiegato Pollice. «Nei mesi successivi - ha annunciato - lavoreremo all’elaborazione del masterplan, che speriamo di chiudere entro l’anno». Secondo Pollice il masterplan è «fondamentale perché dovrebbe disegnare il futuro di questo territorio: dobbiamo costruire una visione che possa essere il più possibile rispondente alla vocazione di questo territorio e alle istanze di questo territorio. Ecco perché è importante immaginare il masterplan come un punto di arrivo, ma soprattutto che sia il risultato di queste consultazioni. Avviamo questa fase di consultazione perché abbiamo bisogno assolutamente di coinvolgere la comunità locale: soltanto così il progetto diventa espressione stessa della comunità».

L'obiettivo del masterplan

Basato sul protocollo d’intesa “Terra d’Otranto: dalle radici il futuro”, il masterplan punta a definire un piano capace di integrare i sistemi produttivi, orientare e coordinare gli investimenti pubblici e privati e creare sinergie territoriali: il tutto guardando alla sostenibilità, a migliorare la qualità della vita e incrementare l’occupazione. «Due esempi su tutti, uno è di tipo infrastrutturale: come sapete ci sono un paio di miliardi dal Pnrr a valere sul progetto dell’Hydrogen Valley pugliese che si dovrebbe dipanare tra Taranto e Brindisi.

Capite bene che stare a sistema in termini di infrastrutture e di programmazione, per esempio con la Provincia e il capoluogo brindisino, è assolutamente essenziale», ha evidenziato Melucci. «L’altro tema - ha aggiunto - è l’università, che può essere una leva importante per i nostri giovani». Le parole del presidente della Provincia e sindaco di Taranto descrivono un passaggio storico: «Teniamo molto a questo Masterplan. Siamo sicuri che possa essere uno di quegli strumenti che ci consentirà di partecipare anche direttamente insieme alle altre province alla programmazione europea dei prossimi anni puntando allo sviluppo della nostra grande comunità territoriale. Mi piace ricordare che noi non partiamo da zero in termini di programmazione. Su questo territorio esiste un piano locale per la transizione giusta che abbiamo chiamato Ecosistema Taranto e che si innesta negli obiettivi del Piano Strategico Regionale. Un’esperienza che, in occasione del Masterplan, potrà tornare utilissima. Un’esperienza che servirà per completare la dotazione strategica di questo territorio proprio attraverso un progetto che, interamente a “costo zero”, dimostrerà come da noi è possibile “fare rete” incidendo positivamente sulla valorizzazione delle potenzialità locali, mettere a sistema le tutte le risorse a disposizione, realizzare sinergie e sfruttare gli insegnamenti e le eredità del passato per essere protagonisti di un futuro in grado di restituire l’essenza vera della nostra cultura». 

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