Riforma fiscale, gli interrogativi più comuni a seguito delle prime informazioni trapelate sono: quanto e chi ci guadagna? Quali saranno le conseguenze sullo stipendio dei lavoratori? In Puglia sono interessati più di due milioni e mezzo di contribuenti e la stragrande maggioranza ha redditi sotto i 30mila euro. In generale, i risparmi - intesi come una riduzione del prelievo fiscale in busta paga - potrebbero oscillare dai 100 ai 700 euro. Si tratta - bene precisarlo - soltanto di una proiezione sulle nuove ipotesi di aliquote che potrebbe poi essere sconfessata dal ricalcolo delle detrazioni alla luce del dibattito in Parlamento, che nel giro di un paio di settimana esaminerà e voterà la riforma messa a punto dal Governo.
Prima di approfondire la traccia parametrandola sulla platea pugliese, è bene partire da quelle che sono le novità.
Le novità nel testo approvato
Nel testo approvato venerdì non c’è solo l’annuncio di una «revisione organica e complessiva dell’Irpef» per arrivare, a fine legislatura, alla flat tax. L’idea è di far partire «dal prossimo anno» un primo taglio delle aliquote da 4 a 3. E da qui si entra nel campo delle ipotesi poiché quella approvata dal Governo è una legge delega che indica le linee guida: sarà compito dei decreti attuativi fare chiarezza sui numeri. Tuttavia, ci sono alcune ipotesi tecniche sul tavolo e quella più accreditata prevede il primo scaglione Irpef con un prelievo al 23% da applicare ai redditi fino a 28mila euro, il secondo al 33% per i redditi fino a 50mila euro e l’ultimo, al 43%, per chi supera i 50mila euro. Quali sarebbero, dunque, gli effetti sugli stipendi dei pugliesi? Per rispondere a questo quesito occorre combinare le proiezioni realizzate dal Corriere della Sera con i dati forniti dall’Osservatorio economico Aforisma.
Il quadro applicato alla Puglia
Ovviamente, una riforma fiscale è fatta di costi e benefici. Più prosaicamente, se si aggiunge da una parte, si toglie dall’altra. Sarebbe impossibile una manovra con soli benefici a costo zero: per trovare le risorse necessarie, allora, il governo prevede un taglio delle detrazioni e delle deduzioni fiscali. Nel tempo sono stati adottati tanti, troppi provvedimenti per rimodulare il gettito a favore dell’erario ed oggi ci sono tante misure ingiustificate oppure ormai superate. In attesa di un riordino complessivo, si contano più di 600 misure classificate come “tax expenditures”. Gli sconti si ridurranno all’aumentare del reddito fino ad azzerarsi attorno al 120mila euro. Non saranno toccate le detrazioni per la casa, la sanità e la scuola. Insomma, vale l’esempio della coperta corta: se si tira da una parte, resta scoperta dall’altra. Ma è inevitabile una revisione di esenzioni, detrazioni, crediti d’imposta e aliquote ridotte in un quadro attuale contorto e frutto di sovrapposizioni eccessive. Per quanto tale materia sia fortemente legata e condizionata dalla sostenibilità dei conti pubblici, occorre intervenire in maniera efficace. Al di là delle diverse posizioni politiche.
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