Arrivano al traguardo le regole per le richieste del fondo ristorazione disciplinate dal decreto del ministero delle Politiche agricole (di concerto dell'Economia) del 27 ottobre pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 6 novembre: disponibili 600 milioni di euro. Non ci sono, dunque, solo i nuovi ristori e ristori-bis varati ultimamente dal Governo. Per ristoranti, agriturismi, catering per eventi, mense e alberghi (per l'attività di somministrazione di cibo) si apre la possibilità di ottenere fino a un massimo di 10mila euro (Iva esclusa) per l'acquisto (effettuato dal 14 agosto 2020 e dimostrato attraverso documentazione fiscale) di prodotti, compresi quelli vitivinicoli, di filiere agricole e alimentari, anche Dop e Igp, valorizzando la materia prima di territorio.
Le domande per ottenere il contributo partono da oggi e fino al 28 novembre sul portale www.portaleristorazione.it o presso gli sportelli degli uffici postali. «Per la prima volta si interviene in modo integrato dal campo alla tavola con la ristorazione che ha subito nel 2020 con l'emergenza Covid un taglio del fatturato del 48% che ha travolto a cascata anche l'industria alimentare e l'agricoltura - afferma Coldiretti Puglia, che assieme all'associazione nazionale ha fortemente caldeggiato questa misura -. Sono circa 20mila i bar, i ristoranti, le pizzerie e 875 gli agriturismi chiusi in Puglia, regione nella zona arancione, con una perdita di fatturato mensile di oltre 400 milioni di euro ed un drammatico effetto a valanga sull'intera filiera per il mancato acquisto di alimenti e vino».
Del bonus, come si è detto, potranno beneficiare non solo i ristoranti, le mense e chi svolge attività di catering su base continuativa (ossia coloro che forniscono pasti presso ospedali, scuole, industrie), ma anche gli agriturismi, le attività di catering e banqueting per eventi e gli alberghi che somministrano cibo. «Il beneficiario aggiunge la Coldiretti - è tenuto ad acquistare almeno tre differenti tipologie di prodotti agricoli e alimentari e il prodotto principale non può superare il 50% spesa totale sostenuta mentre il contributo non può mai essere superiore all'ammontare complessivo degli acquisti che non può essere inferiore ai 1.000 euro ne superiore a 10.000 euro».
I contributi sono concessi nei limiti previsti dalla normativa europea in materia di aiuti de minimis e de minimis agricolo anche con la finalità di contenere gli sprechi alimentari attraverso l'utilizzo ottimale delle eccedenze determinate anche dalla crisi di mercato.