Dal Nord senza quarantena. La Regione: «Dal Governo criteri più restrittivi». I sindaci: «Grosso rischio»

Dal Nord senza quarantena. La Regione: «Dal Governo criteri più restrittivi». I sindaci: «Grosso rischio»
di Paola COLACI
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Venerdì 17 Aprile 2020, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 12:10
Rientri dal Nord e dal resto d'Italia senza più obbligo di quarantena, la Regione conferma la sua pozione: «Ordinanza superata dalle restrizione dei Decreti Conte». Ma i sindaci salentini non ci stanno: «Resta irrisolto il problema dei rientri autorizzati. Ora Emiliano colmi questo vuoto normativo». E la tensione in provincia di Lecce torna a salire.

A sollevare per primo la questione della mancata proroga dell'ordinanza emanata dal governatore Michele Emiliano il 14 marzo scorso - poi decaduta il 3 aprile - era stato il sindaco di Minervino di Lecce Ettore Caroppo su sollecitazione di alcuni cittadini residenti a Milano. Salentini in procinto di rientrare a casa per ragioni certificate di necessità che avevano contattato il numero verde regionale per acquisire informazioni su procedure e protocolli a cui sottoporsi. Richieste alle quali il call center aveva risposto sottolineando come dallo scorso 3 aprile non fosse più in vigore l'ordinanza regionale che prevedeva l'obbligo di comunicazione del rientro al medico di base e la quarantena preventiva per 14 giorni per chiunque rientrasse in Puglia da altre regioni. Una novità che aveva indotto Caroppo a segnalare la questione all'Anci, chiedendo l'immediato intervento del presidente regionale Domenico Vitto.

A tentare di chiarire ai sindaci la posizione del governo Emiliano, tuttavia, nella serata di ieri è intervenuto il capo dell'Avvocatura regionale Rossana Lanza. Citando le misure restrittive imposte attraverso i Dpcm del 22 marzo e del 10 aprile: «Le previsioni dell'ordinanza 182 non sono state reiterate perché chiaramente superate dai successivi Dpcm che dettano misure più restrittive e non consentono più di spostarsi per rientrare nel proprio domicilio abitazione o residenza. Peraltro, il DL 19/2020 ha riservato al Governo l'attuazione delle misure di contenimento prevedendo che sia il presidente del Consiglio ad adottare le misure, in modo uniforme o differenziato, con riferimento all'intero territorio nazionale o di alcune specifiche regioni».

Secondo l'avvocato Lanza, quindi, Emiliano non avrebbe mai potuto prorogare l'ordinanza in questione. Una precisazione che non sembra aver chiarito, però, i dubbi dei sindaci alle prese proprio in queste ore con numerosi rientri di cittadini dalla Lombardia e dal Veneto. Regioni tra le più colpite dal contagio.
«Resta irrisolto il problema dei rientri giustificati interviene il sindaco di Casarano e vice presidente regionale di Anci Gianni Stefàno . E anche nel caso in cui la Regione fosse delegittimata ad adottare ordinanze e provvedimenti, il presidente Emiliano può rappresentare al Governo il rischio contagi che deriva da siffatta normativa che non garantisce i cittadini. Ma come al solito, il cerino resta nelle mani dei sindaci».
Sulla questione ritorna anche Caroppo: «Non dispongo di avvocati e studi legali rimarca . Sono un semplice sindaco che sta cercando di tutelare la salute dei suoi cittadini. Ad oggi nel mio Comune registro rientri dal Nord senza obbligo di isolamento domiciliare. E non sono nelle condizioni di gestire eventuali emergenze. Di fatto, in questa vicenda c'è un vuoto normativo. Non importa di chi sia la responsabilità, ma va immediatamente colmato perché i rischi erano e restano alti».

Richiesta di intervento al governatore anche da aprte del sindaco di Melendugno Marco Potì: «Anche nel mio Comune si registrano rientri di cittadini dall'estero e da altre regioni. Per questo sarebbe auspicabile una misura più restrittiva e su base locale. Serve una nuova ordinanza regionale. Non si possono lasciare i sindaci da soli a gestire ogni emergenza».
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