Proroghe ai lidi balneari e direttiva Bolkestein: serve una legge dello Stato

Proroghe ai lidi balneari e direttiva Bolkestein: serve una legge dello Stato
di Andrea TAFURO
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Martedì 14 Settembre 2021, 11:00

Il dibattito giuridico e la certezza del diritto invocati per segnare la rotta sul tema d'attualità su stabilimenti balneari e direttiva Bolkestein. È quanto emerso nel confronto culturale e tecnico-scientifico svoltosi ieri nella sala conferenze del rettorato dell'Università del Salento durante il seminario organizzato su iniziativa delle cattedre di diritto costituzionale del dipartimento di scienze giuridiche.

Il caso Lecce al centro del dibattito

Sul tavolo del confronto anche il caso leccese, unico a livello nazionale, di proroga delle concessioni fino al 2033 per gli stabilimenti balneari salentini, decisa dal Tar Lecce sulla base della legge 145 del 2018, su cui il Consiglio di Stato si esprimerà il prossimo 13 ottobre. In apertura dei lavori il professor Vincenzo Tondi della Mura, direttore della scuola di specializzazione UniSalento per le professioni legali Vittorio Aymone, ha quindi presentato l'obiettivo dell'incontro finalizzato ad «analizzare il possibile incidente di pregiudizialità della direttiva Bolkestein, con riferimento ai principi unieuropei di concorrenza, libertà di stabilimento e circolazione dei servizi, da tutelare alla luce dei principi di proporzionalità e solidarietà nella prospettiva di un'economia sociale di mercato fortemente competitiva. In tal senso ha proseguito il docente - l'iniziativa ha inteso aprire al dialogo tra Università e Tar Lecce, ponendo l'attenzione verso le sorti di un territorio così coinvolto nella tematica, precedendo quindi nei tempi la prossima adunanza plenaria del Consiglio di Stato».
Il dibattito è proseguito con il rettore Fabio Pollice. «L'operatore balneare è un elemento del sistema turistico che nell'ottica dello sviluppo sostenibile può diventare elemento chiave. Vedo quindi gli stabilimenti balneari come dei presidi ambientali, capaci di concorrere con il pubblico alla gestione delle nostre coste. No alla colonizzazione del settore. Il turismo - ha proseguito Pollice - è un settore che va difeso, tutelato e valorizzato, se serve anche intervenendo in maniera dura contro quegli operatori turistici, che sono la minoranza, ma che non hanno compreso qual è il loro ruolo sociale e ambientale. Lavoriamo quindi su formazione e ricerca, invogliando la politica a trovare la strategia vincente. In tal senso l'università è al fianco delle comunità per accompagnare questo percorso, non possiamo chiedere alla comunità di interpretare la transizione ecologica se non siamo in grado di dire a questa comunità come deve interpretarla». Sono seguiti quindi gli interventi del direttore del dipartimento di scienze giuridiche Luigi Melica, del presidente dell'ordine degli avvocati di Lecce Antonio De Mauro e del presidente della Sezione di Lecce del Tar Puglia Antonio Pasca. Il seminario articolato in due sessioni, è continuato con la parte dedicata agli stabilimenti balneari come luoghi di tradizione, a cura della docente UniSalento di Sociologia della comunicazione Sarah Siciliano su I lidi balneari fra empowerment dei luoghi e istanze della libera concorrenza: alla ricerca di un equilibrio, e del docente di Diritto della navigazione all'Università di Bari Nicolò Carmineo su Turismo balneare: funzioni ed evoluzione storica del Made in Italy. Nella seconda sessione invece spazio all'analisi delle criticità applicative della direttiva Bolkestein. A parlare il docente UniSalento di diritto amministrativo Pier Luigi Portaluri: «La strada delle proroghe si è rivelata illusoria e autolesionista poiché crea incertezza, obbligando i giudici e le procure a intervenire pesantemente nei rapporti concessori. Continuo a ritenere preferibile - come ci hanno insegnato, sia pur con vedute diverse, il Consiglio di Stato, il Tar Lecce e gli altri Tar italiani - ragionare nella prospettiva delle gare. Le quali sembrano, almeno in questo momento, la via che il governo Draghi ha scelto per risolvere la questione. In questo caso, ovviamente, occorrerebbe tener conto delle sacrosante ragioni degli attuali concessionari in termini di indennizzi. Tutto questo ha precisato Portaluri -, sempre che non si voglia perseguire la tendenziale stabilizzazione delle concessioni. Credo che siano maturi i tempi per aprire un confronto giuridico-politico a livello europeo, nella scia dell'esperienza di altri Stati membri dell'UE, come la Francia».
Al seminario hanno relazionato anche Giulio Castriota Scanderbeg, presidente di sezione del consiglio di Stato, su Concessioni e autorizzazioni alla luce della Direttiva Bolkestein, di Claudio Zucchelli, già Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, su Direttiva Bolkestein vs. economia sociale di mercato fortemente competitiva?; del docente UniSalento di Diritto costituzionale Mario Esposito su Eccezione culturale e Direttiva Bolkestein: una questione pregiudiziale?, e del docente di Diritto dell'Unione Europea dell'Università di Parma Fausto Capelli su Le problematiche concernenti le concessioni balneari e le possibili soluzioni.
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