Lidi, concessioni balneari. Il Comune cambia strada: proroga al 2033 (con riserva)

Lidi, concessioni balneari. Il Comune cambia strada: proroga al 2033 (con riserva)
di Francesca SOZZO
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Giovedì 10 Giugno 2021, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 08:00

Concessione fino al 2033 per gli stabilimenti balneari leccesi che avevano fatto ricorso al Tar. Il Comune di Lecce allunga i tempi della concessione, ma in maniera provvisoria, in attesa della decisione del Consiglio di Stato fissata per ottobre.

Il provvedimento del Tar

«Il presente provvedimento provvisorio è rilasciato solo ed esclusivamente in esecuzione della sentenza del TAR Lecce - Sezione Prima - si legge nell'atto del dirigente - nelle more della decisione del ricorso in appello pendente, fatti salvi eventuali diversi provvedimenti giurisdizionali o disposizioni di legge, che ne potrebbero determinare il ritiro, senza alcun diritto o pretesa da parte del concessionario».
La pec che annuncia la proroga è arrivata nei giorni scorsi a 13 concessionari che si erano rivolti al Tar Lecce impugnando la decisione del Comune di negare la proroga delle concessioni fino al 2033, concedendola solo per tre anni (condizione che è stata accettata solo da 5 strutture). Provvedimento poi bocciato dai giudici amministrativi.

La mossa del Comune

Palazzo Carafa però, nonostante la sentenza del Tar non ha dato seguito al provvedimento costringendo di fatto gli operatori balneari a ricorrere nuovamente ai giudici chiedendo che venisse applicata la sentenza dei giudici. L'amministrazione comunale dunque ha provveduto nelle more del predetto ricorso in appello, di dare provvisoria esecuzione alla diretta pronuncia, fatto salvo l'esito definitivo del procedimento giurisdizionale di appello avverso la decisione promosso dal Comune e fatte salve comunque eventuali diverse disposizioni di legge che dovessero intervenire sulla materia della proroga ex legge n.145/2018 del titolo concessorio.
Già, provvisorio. Le concessioni al 2033 infatti restano legate al pronunciamento del Consiglio di Stato in Adunanza plenaria che potrebbe mettere chiarezza finalmente ad una vicenda caotica che ha colpito l'intero comparto balneare. Via Rubichi dunque concede la proroga provvisoria sino al 31.12.2033, un provvedimento obbligato da parte del dirigente a seguito della sentenza Tar Lecce, e con il quale il dirigente dà esecuzione a quanto stabilito dalla sentenza.

Balneari critici sui tempi


Una buona notizia ma a metà, secondo i balneari che aspettavano il provvedimento già nei mesi scorsi anche alla luce dell'esito di un mese prima della stessa impugnativa alla lex 145/18 del comune di Castrignano del Capo per la proroga rigettata verso i Concessionari di Santa Maria di Leuca. E di più: la concessione arrivata solo pochi giorni fa ha fatto spendere non pochi soldi ai balneari per ricorrere al giudizio dei giudici amministrativi.
«Peccato che per i Balneari si è perso tanto tempo, numerose opportunità su bandi regionali e nazionali, ma sopratutto pur non condividendo i numerosi segnali di ostacolo verso l'imprenditoria leccese, si sono sperperati ingenti risorse economiche dei cittadini leccesi per ostacolare opportunità di lavoro», dichiara Mauro Della Valle, presidente di Federazione Imprese Demaniali Salento & Puglia.
«Adesso - prosegue - l'amministrazione comunale ritiene nelle more di possibili chiarimenti normativi, di riconoscere una proroga cosiddetta provvisoria, registrata fino al 2033. Singolare ed originale, permettere, concedere, di registrare, senza dubbio con alti costi di registrazione, una proroga ex legge fino al 2033 a carattere provvisorio. La categoria tutta, e le famiglie balneari leccesi associate a Fid, sono molto grate e riconoscenti ai preziosi consigli incondizionati di non mollare, ricevuti dagli Avvocati Maruotti e Romano. Senza la saggezza e professionalità del presidente del Tar Antonio Pasca, e di tutto il Collegio, ad oggi non saremmo arrivati ad ottenere giustizia e dare uniformità ad una legge dello Stato Italiano, ma sopratutto non vi sarebbe stato il concime alla speranza di un risorgimento economico-sociale ed imprenditoriale».
«È un atto condizionato alla sentenza del Consiglio di Stato», ribadisce Alfredo Prete, titolare dello stabilimento balneare Lido York a San Cataldo e uno degli imprenditori che ha fatto ricorso al Tar. Una scelta obbligata certo perché, è sentire comune nel mondo balneare, il rischio di Palazzo Carafa era quello di vedersi arrivare un commissario ad acta per gestire la vicenda. Adesso i concessionari, alla luce del ricorso, hanno registrato la concessione all'Agenzia delle Entrate pagando la concessione per altri 13 anni: il 2 per cento sul totale annuo della concessione demaniale (oltre mille euro in media all'anno per 13 anni). «Si sarebbero potuti evitare i soldi per i ricorsi e il Comune avrebbe anche potuto evitare il costo delle spese legali», aggiunge Prete. Ma al netto dei costi vivi resta l'incertezza del fare impresa: «È impossibile in questo modo - dichiara l'imprenditore - Non è facile immaginare il futuro con la spada di Damocle sulla testa. Io sono un pazzo che davanti a questa incertezza ha continuato ad investire sullo stabilimento per andare incontro alle esigenze dei clienti. E molti di noi lo fanno perché amano questo lavoro. Ma così non si può continuare».
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