Mascherine contraffatte e poco efficaci: ecco come riconoscerle. I suggerimenti del virologo Pregliasco

Mascherine contraffatte e poco efficaci: ecco come riconoscerle. I suggerimenti del virologo Pregliasco
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Martedì 9 Marzo 2021, 10:43

Da varie inchieste è emerso che molte mascherine, anche le Ffp2, sono irregolari e non proteggono dal coronavirus come ci si aspetterebbe. Dopo un anno di pandemia, i cittadini sono ancora costretti a destreggiarsi per riconoscere le più adatte a proteggerli e, in questo senso, un aiuto arriva dalle indicazioni di Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, intervistato dall'agenzia Dire.

Come possiamo distinguere una mascherina appropriata da quelle che invece risultano inefficaci? Cosa deve esser scritto sulla confezione che contiene il prodotto?

«C'è un meccanismo di sottrazione delle regole - spiega Pregliasco ., come sempre in tutte le cose, che però non ci deve allarmare: non è detto che sia colpa del certificatore, è la ditta che invia lotti di prodotto all'ente certificatore e che, dopo aver ottenuto la validazione, può mettersi a fare qualcosa di diverso. Servono però certificazioni periodiche che dimostrino che i prodotti siano sempre validi e che vengano certificati da un ente valido. L'elemento che è emerso è che alcuni dei certificatori, tra cui un ente turco, sono stati disattenti rispetto a queste norme. Nello specifico l'ente turco ha subappaltato, legalmente, la validazione anche a laboratori situati in Cina. In questo senso bisogna vedere se la Ffp2 riporta la marca della ditta produttrice cinese con il codice CE2163, certificazione rilasciata dalla società turca, se il marchio CE è conforme».

Pregliasco insiste poi sull'uso della mascherina: «Deve essere un elemento che non deve far abbassare la guardia, in alcune situazioni si può pensare di utilizzare la chirurgica sopra un'altra mascherina per poter cambiare quella esterna più spesso. Una famiglia con quattro persone spenderebbe troppo se utilizzasse le Ffp2, quindi meglio una chirurgica seria, valida, gestendola attentamente però quando ha esaurito il suo compito. Rimane la regola che dobbiamo tenere la distanza quando siamo con altre persone, mentre a fronte delle varianti, dagli studi pare che la contagiosità duri più a lungo nel tempo ma l'ipotesi che ci sia una carica virale maggiore, e quindi più droplet, non è accertata. Ogni infezione necessita tuttavia di una carica virale sufficiente per contagiare, è chiaro quindi che può esserci un droplet maggiore con alcune varianti. Resta pertanto la distanza come regola aurea, sia al chiuso che all'aperto. Se siamo su un mezzo di trasporto collettivo, meglio usare una Ffp2».

Sui vaccini, il virologo mette in guardia e ricorda che «a oggi non è possibile determinare la differenza, in pubblico, tra persone che hanno fatto il vaccino, quindi come prima cosa la mascherina va indossata anche dopo il vaccino con doppia dose.

Gli studi clinici delle aziende produttrici del farmaco hanno glissato sulla trasmissibilità della malattia anche dopo il vaccino perchè, almeno all'inizio, se avessero incluso anche questo parametro tra i goal da raggiungere per l'efficacia, avrebbero potuto mancare l'obiettivo. Tuttavia, con l'immunizzazione vediamo che c'è una certa protezione anche dalla trasmissione del virus, da alcuni dati, ma per non correre rischi e in attesa che nuovi studi ce ne diano conferma, dobbiamo utilizzare la mascherina anche dopo aver ricevuto il vaccino».

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