Caso Mittal, dal Consiglio regionale fiume nessuna proposta:
in sei ore volano solo stracci bipartisan

Caso Mittal, dal Consiglio regionale fiume nessuna proposta: in sei ore volano solo stracci bipartisan
di Vincenzo DAMIANI
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Martedì 19 Novembre 2019, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 18:15
Sei ore di discussione, relazioni, attacchi e, alla fine, il nulla di fatto. Ieri il consiglio regionale pugliese si è riunito per discutere della vertenza ex Ilva e votare una mozione unitaria che avrebbe dovuto compattare i gruppi consiliari nell'intento di dare un contributo alla soluzione del dramma tarantino. Ed invece maggioranza e opposizione non sono riusciti a trovare un accordo, in Aula sono volati solamente rimbrotti e accuse reciproche.
Al termine del dibattito sono state depositate tre mozioni, diverse e incompatibili tra di loro, da Pd, Forza Italia e Movimento5Stelle. In particolare, non sono conciliabili le proposte di forzisti e pentastellati: i primi chiedono che venga reintrodotto lo scudo penale per evitare che Arcelor Mittal vada via, i 5Stelle sono del tutto contrari a questa ipotesi. Il presidente del consiglio regionale, Mario Loizzo, ha quindi aggiornato la seduta: mercoledì i capigruppo si riuniranno per provare a trovare una sintesi che soddisfi tutti, impresa ardua, poi si tornerà in Consiglio per la votazione.

Duro il commento finale del governatore Michele Emiliano, che ha aperto i lavori con un discorso durato un'ora e 40 minuti: «La destra salviniana l'attacco - non ha voluto dare supporto alla lotta delle imprese dell'indotto di Taranto nel cercare di mettere ArcelorMittal davanti alle sue responsabilità. Non ha inteso dare sostegno al governo nel momento in cui il governo chiede ad Arcelor di tornare sui propri passi e di rispettare il contratto. La destra salviniana qui in Puglia è rappresentata da persone che hanno avuto in passato e hanno tutt'oggi un diretto rapporto con ArcelorMittal come la stessa Lega. Questo coacervo di brutti interessi non può con la maggioranza e con il M5S, che invece ha condotto questo dibattito in difesa del governo e della sua azione, portare a un documento unitario che io possa condividere».

Alle 13 era stato lo stesso Emiliano ad avviare il consiglio con una lunga relazione, durante la quale attraverso i comunicati stampa della Regione Puglia stessa ha ripercorso l'intera vicenda Ilva dal 2015 ad oggi. Non sono mancati gli attacchi all'ex premier Matteo Renzi e, in particolare, all'ex ministro Carlo Calenda. «Ci accingiamo ha annunciato - nuovamente a trasmettere al governo nazionale un piano sull'ex Ilva. Gli studi che abbiamo fatto dicono che anche con un livello produttivo più basso non c'è compatibilità con la salute, l'unica strada è la decarbonizzazione». Per Emiliano «è vero che la fabbrica è strategica, ci sono un sacco di persone che ci lavorano, però la questione della salute e della sicurezza del lavoro vengono prima delle esigenze della produzione». «Penso ha tuonato - che sia arrivato il momento per tutti noi di dire a questi signori che stanno lontani, a Roma, a Milano, che ci vogliono manovrare come soldatini, che noi siamo pugliesi e che non siamo soldatini, che rappresentiamo totalmente la nostra comunità. Noi rappresentiamo solo la Puglia, dobbiamo rappresentare solo l'interesse dei lavoratori e dei cittadini».

Il governatore non esclude che la vicenda Ilva si possa concludere con la chiusura della fabbrica, ma pone una condizione: «Se si deve uscire dall'acciaio, bisogna farlo un piano di investimenti e di riconversione». Messi da parte gli scontri «con il governo Renzi e con il Pd», il governatore si dice pronto a «ributtare il cuore oltre l'ostacolo». «Ribadisco dichiara - la mia fiducia e la mia volontà di leale collaborazione con il governo. Questa volta mi sembra che stiamo trovando la strada giusta per poter investire nell'innovazione tecnologica dello stabilimento». Nella replica finale ha poi ribadito: «Noi stiamo dalla parte del governo, stiamo al fianco di chi in questo momento sta subendo violentissime pressioni. Questo governo ha cambiato linea sull'Ilva, è un governo che ha aperto alla decarbonizzazione, e tutti i fan delle navi piene di carbone, tutti i fan del PM10 e tutti i fan dei tumori in questo momento, sono in allarme, perché il presidente del Consiglio ha preso un impegno pubblico alla decarbonizzazione».

«Il governatore in questi anni su Ilva ha parlato tanto ma fatto poco, siamo disponibili a collaborare per arrivare a un testo unitario da parte del Consiglio, perché è necessaria una posizione forte da parte di tutta la Puglia», commentano dal M5S. «Ho sperato che il consiglio regionale discutesse su cosa fare qui ed ora e ci aspettavamo che Emiliano riferisse su cosa sta accadendo a Roma: questa seduta doveva sancire una comunione di vedute», commenta Nino Marmo, capogruppo di Forza Italia. «Sei ore senza raggiungere una conclusione, con una votazione su un qualsiasi documento per far capire ai pugliesi chi pensa cosa sulle ore difficili di Taranto e dell'ex Ilva», il commento amaro di Fabiano Amati (Pd). «L'incapacità di Michele Emiliano di gestire situazioni complicate si è rivelata anche nella replica agli interventi. Non solo non è riuscito a trovare un punto di unione, ma ha dimostrato di essere divisivo lui stesso, scagliandosi contro tutti, aprendo una discussione fuori traccia», criticano da Fratelli d'Italia.
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