«Il capo-mafia controllava da remoto ogni aspetto dell'organizzazione criminale attraverso un sistema di telecamere installare nel fortino. Un enclave gestito managerialmente e sul modello di Scampia, a Napoli». Così il direttore Centrale Anticrimine Prefetto Francesco Messina ha descritto la struttura e la gestione del clan che faceva affari d'oro il traffico di droga a Bitonto e nella zona del Barese. I dettagli dell'operazione durante la conferenza stampa a margine del blitz che questa mattina ha condotto in carcere e agli arresti domiciliari 43 persone. Il reato contestato ai componenti del clan che operava principalmente a Bitonto è associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla illecita commercializzazione di sostanza stupefacente, aggravata dal metodo mafioso.
Messina: «Importante il contributo dei collaboratori di giustizia»
«Si tratta si una eccellente indagine che ha portato alla disarticolazione di un clan piuttosto agguerrito che si era reso responsabile anche di efferati fatti di sangue.
Il Procuratore della Repubblica Rossi: «Così lo Stato ha riconquistato il territorio»
«Quella odoerna è la risposta che abbiamo voluto dare a quel brutto evento che è stato l'omicidio di una persona innocente a Bitornto. Così lo Stato ha riconquistato il territorio» ha detto il procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi.