Aeroporto del Grande Salento: lo scalo vola, la navetta non decolla

Aeroporto del Grande Salento: lo scalo vola, la navetta non decolla
di Nicola QUARANTA
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Sabato 5 Luglio 2014, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 16:37
LECCE - Tra lo scalo di Brindisi e il Salento c'è di mezzo l'asfalto, con tutti i limiti di una rete di trasporto pubblico su gomma che anche quest'anno, nel pieno della stagione estiva, fa discutere: evidenti i disagi, conseguenti le polemiche. “Chi deve prendere decisioni il problema non lo avverte: si fa accompagnare dall’auto blu all’aeroporto, e poi si fa venire a riprendere”, è stata la provocazione lanciata dalle colonne del Nuovo Quotidiano di Puglia da Ferdinando Boero. Un punto di vista, il suo, specchio fedele di una criticità con la quale sono chiamati a fare i conti migliaia di passeggeri ogni anno. La minimetro, scommessa ambiziosa, era soltanto l'ipotesi originaria, bocciata perché ritenuta costosa.



Le speranze di oggi, guardando l'orizzonte, sono affidate a un collegamento rapido e innovativo, sia pure on the road: il progetto si chiama “Shuttle” ma stenta a decollare. L'attesa, dunque, non sarà breve. Sebbene da Roma una spinta al progetto sarebbe già arrivata, con la proroga dei termini (già fissati al 30 giugno) per la pubblicazione del bando da parte del Comune di Brindisi. Tanto emerge per le vie ufficiose, come conferma il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales: «Dovrebbero essere stati dilatati sino al 31 dicembre. Ma per quanto ci riguarda siamo già pronti. Approvato il bilancio daremo il via alla gara». La provincia di Brindisi reciterà la sua parte, sostenendo i costi per la realizzazione del “capolinea” di smistamento.



Un investimento di 40 milioni di euro, finanziato con fondi Cipe, per realizzare 6 chilometri e mezzi di percorso riservato al servizio navetta lungo il tratto che abbraccia l’aeroporto ex “Papola Casale” alla stazione di snodo che dovrebbe sorgere nei pressi dell'ospedale Perrino. Per l'entrata in funzione del circuito ci vorranno un paio di anni. Il cronoprogramma ufficiale dell’opera, infatti, fissa al prossimo mese di settembre l’inizio dei lavori e per la fine di giugno del 2016 il termine della fase di pre esercizio del nuovo sistema di collegamento, che a quel punto diverrà completamente funzionale. La “pista”, a ridotto impatto urbanistico e ambientale (i mezzi che la percorreranno saranno a gas o ibridi), sarà capace di “muovere” 980 passeggeri a corsa, con costi di esercizio assai più ridotti rispetto alle originarie ipotesi.



Il collegamento dovrebbe essere affidato alla gestione della Stp, anche se su questo punto ancora non ci sono certezze ufficiali. Capitolo a parte, la scelta, contestata da molti, di utilizzare un collegamento su gomme, sebbene su corsia dedicata, piuttosto che su binari. I motivi dell’utilizzo del Brt (Bus Rapid Transit) piuttosto che della viariante ferroviaria o del sistema Apm (Automated People Mover, sempre su binari) sono in primo luogo di natura economico. Per la variante ferroviaria, infatti, sarebbe servita una spesa di 115 milioni di euro a fronte dei 40 messi a disposizione dal Cipe. Altrettanto onerosa si sarebbe rivelata in quel caso la gestione. Basterebbe evidenziare che il costo di un convoglio si sarebbe aggirato attorno ai 5 milioni di euro, rispetto ai 500mila euro occorrenti per un autobus. Il progetto Apm (su rotaia) sarebbe costato invece 60 milioni di euro, a fronte comunque di una minore capacità di trasporto (600 posti).



Ad oggi, dunque, la certezza è che le risorse (comunque sbloccate) saranno pilotate sulla mobilità su gomma a linea dedicata: «Al di là dei costi - aggiunge Consales - il progetto su gomma consentirà di disporre di un circuito polifunzionale, in grado di allacciare al percorso più quartieri della città» Ma aspettando lo “shuttle” - futuro perno del trasporto pubblico locale tra la terra ionica, il basso e l'alto Salento - lungo la rotta Brindisi-Lecce viaggiano sopratutto i disagi: “Possibile che non si riesca a costruire un treno veloce che colleghi l’aeroporto con Brindisi e poi con tutti i paesi che stanno tra Brindisi e Lecce? Come una metropolitana di superficie? Come mai i fondi per fare superstrade inutili si trovano e non si pensa di chiederli per fare opere utili?”. Interrogativi destinati a riaccendere il dibattito, peraltro mai del tutto sopito, sotto i cieli di Puglia.





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