Altro nome trapelato è quello dell'ex pilota di Formula 1 Jarno Trulli, per una società, la Baker Street, registrata nelle isole Seychelles. Ma la Baker Street, si difende Trulli, «è una società assolutamente dichiarata. Io sono cittadino italiano, residente all'estero da 18 anni, certificato perchè ho già subito un accertamento del fisco italiano. Ho dichiarato questa società con cui faccio sviluppo immobiliare e nient'altro. Dieci giorni fa - ricorda - ero stato contattato da un giornalista, che mi ha detto che aveva delle notizie in merito a questa società e mi chiedeva se volevo dare chiarimenti. Io giustamente ho detto 'perchè dovrei dare chiarimenti di una mia società, ho diverse società, non solo alle Seychelles, anche in Italia, in Svizzera, in America, un pò ovunque?'.
In quel momento non ho prestato attenzione. Poi ho visto che è scoppiato tutto questo caso, oggi mi chiamano tutti. Sto chiarendo più che altro perchè mi sono ritrovato in un grande calderone, dove non capisco sia il mio problema». Ieri, altri due nomi italiani della lista Panama Papers, Ubi Banca e Unicredit, si erano chiamate fuori dallo scandalo. L'associazione azionisti Ubi-Banca e l'Adusbef annunciano però esposti contro Ubi Banca alle procure di Milano, Bergamo e Roma. L'istituto, spiegano, «viene chiamato in causa in quello che è stato definito lo scandalo 'Panama Papers', un'inchiesta che ha rivelato, tra le altre cose, esportazioni di capitali derivanti da attività illecite». Scopo degli esposti, informano, è «accertare fatti e circostanze riguardanti il Gruppo Ubi-Banca.
Si parla di cifre enormi potenzialmente sottratte al fisco italiano e di altri Paesi europei.
Nel caso di Ubi Banca, l'istituto si è professato paladino dei valori e delle tradizioni cattoliche, inserendo testualmente nel proprio Bilancio Sociale tale affermazione: 'Il Gruppo non è presente in paradisi fiscali o altri centri finanziari non ancora adeguati agli standard fiscali internazionalì».