«Se il ritardo dell'Italia continua, potremmo chiedere indietro i fondi». La Ue avverte Roma sulla Tav. «Non possiamo escludere, se ci sono ritardi prolungati, di dover chiedere all'Italia i contributi già versati» per la Tav, oltre al «rischio che, se i fondi non sono impiegati, possano essere allocati ad altri progetti» europei, ha ricordato un portavoce della Commissione Ue, ribadendo la posizione sulle incertezze che gravano sulla realizzazione della Torino-Lione.
LEGGI ANCHE Il dossier nascosto che salva la Tav: dal gasolio al traffico, le motivazioni fragili sulla linea Torino-Lione
Arriva subito la replica del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli su Twitter: l'«Analisi costi benefici sulla Tav è stata decisa da un Governo sovrano che vuole spendere al meglio i fondi pubblici. Ue stia tranquilla, tra pochi giorni avrà, come da accordi, tutta la documentazione».
Analisi costi benefici su #Tav è stata decisa da un Governo sovrano che vuole spendere al meglio i fondi pubblici. Ue stia tranquilla, tra pochi giorni avrà, come da accordi, tutta la documentazione
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 4 febbraio 2019
«La attuale analisi costi-benefici» su cui lavora il governo italiano «non è stata richiesta dalla Commissione», ha detto il portavoce, ricordando che già era stata presentata nel 2015. Parlando in particolare dell'analisi costi-benefici il portavoce ha spiegando che questa era già infatti stata presentata in modo congiunto da Italia e Francia nel 2015 e valutata positivamente dal board della Cef per l'attribuzione dei fondi. «Dobbiamo stare attenti ai ritardi che già ci sono a causa della sospensione degli appalti», ha detto il portavoce, ricordando che sono 813,8 milioni di euro i fondi Ue approvati e stanziati per la Tav.