Ogni due settimane ci sarà un “tagliando” per capire se le misure anti Covid contenute nel nuovo decreto siano adeguate all’andamento dell’epidemia, se siano possibili ulteriori aperture. Lo promette la ministra Maria Stella Gelmini che tenta una mediazione con i presidenti di regione che potrebbe incontrare di nuovo a breve forse anche con Mario Draghi. In altri termini: il 15 maggio, quando è prevista la verifica d’esordio, sarà la prima data utile per andare a una modifica del coprifuoco, ora fermo alle 22 e materia di scontro all’interno del governo con la Lega che ha deciso di astenersi ed è convinta che a breve il decreto licenziato ieri l’altro dal consiglio dei ministri sarà superato da un nuovo decreto che porti in là il coprifuoco sino a cancellarlo del tutto in vista dell’estate. Lo scenario di compromesso tra i sostenitori della linea della prudenza, in primis il ministro Speranza, e coloro che spingono per una maggiore libertà fissa la decisione al 15 maggio, ma la sua attuazione pratica a partire dal primo giugno e questo non piace a Salvini.
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SCOGLI
Fare previsioni oggi, però, significherebbe leggere nel futuro dell’epidemia. Si parte da 16 mila nuovi casi in un giorno, ancora non si conosce quali effetti negativi potranno avere sulla trasmissione del virus la riapertura delle scuole e il ripristino delle fasce gialle da lunedì. C’è chi dà per scontato un pericoloso rimbalzo, una ripartenza del contagio e, successivamente, dei ricoveri, e questo toglierebbe argomenti a chi, a metà maggio, tornerà alla carica per l’ammorbidimento del coprifuoco o, addirittura, la sua eliminazione.
COMPROMESSO
Ricapitolando: il 15 maggio non saranno tanto decisivi i numeri dei contagi, ma quelli del ricoveri e dei vaccinati. Tutto questo premesso, lo scenario più probabile è che, dopo il tagliando, venga alzato a mezzanotte il coprifuoco, ma a partire dal primo giugno. E lo stesso meccanismo dovrebbe valere per consentire ai ristoranti di lavorare di sera anche al chiuso. C’è un altro nodo che preoccupa governo e Regioni: questa estate l’Italia combatterà anche la guerra del turismo, molte località tenteranno di riconquistare visitatori da altri paesi europei, magari anche grazie all’introduzione del pass vaccinale. Mantenere il coprifuoco fino al 31 luglio, anche alzandolo alle 23 o a mezzanotte, darebbe però un colpo letale al turismo. I competitori principali, Spagna e Grecia, dove già stanno piovendo le prenotazioni, oggi promettono libertà, bar e ristoranti aperti fino a tardi. A Madrid la vita notturna non si è mai fermata. Certo, c’è sempre il rischio che questo causi una ripresa dell’epidemia. Ma un tedesco o un francese che prenota la vacanza per la prossima estate deve essere proprio innamorato dell’Italia per preferire una vacanza a Roma, Firenze o in Sicilia sapendo che alle 22 dovrà rinchiudersi in hotel, mentre a Santorini o a Malaga avrà maggiore libertà.
MEDIAZIONE
Per questo il tagliando di metà maggio sarà particolarmente importante e ieri il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ha tentato una mediazione, parlando a “Porta a Porta”: «Stiamo andando verso le riaperture, e questa conquista non è la vittoria di Salvini, di Forza Italia o del centrodestra: è la vittoria degli italiani. Il coprifuoco non durerà fino al 31 luglio, e non vediamo l’ora di abolirlo. Ogni due settimane verrà fatto un check a tutte le misure previste dal decreto: il primo sarà a metà maggio. Dispiace che la polemica sul coprifuoco abbia un po’ offuscato tutto il resto, ma questo è il decreto delle riaperture».
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