Arriva il momento del test per i colossi della metalmeccanica e delle acciaierie in Friuli Venezia Giulia. Oggi, infatti, “debuttano” Danieli ed Electrolux, dopo due stop figli di diverse ragioni andati in scena venerdì, in quello che per tutte le altre realtà era stato il primo giorno dell’era Green pass. E il riavvio della produzione nei due stabilimenti simbolo delle province di Pordenone e Udine coincide anche con lo stress-test a cui sarà sottoposta la linea dura, quella cioè che le due aziende hanno deciso di mantenere anche a fronte delle pressioni crescenti del mondo sindacale.
IL QUADRO
All’Electrolux di Porcia è momentaneamente stata risolta la carenza di laminati.
LA SICUREZZA
Linea dura, si diceva. I due “big” delle province di Pordenone e Udine, infatti, si staccano dalla logica degli accordi rincorsi dai sindacati. Non scendono a patti con le maestranze e rifiutano ad oltranza la possibilità di pagare in toto o di contribuire anche solo in parte al costo dei test rapidi, che quindi restano unicamente a carico dei lavoratori non vaccinati. «La nostra decisione resta questa, non si torna indietro», ha detto Anna Mareschi Danieli. Stessa linea all’Electrolux. «L’azienda non paga assolutamente i tamponi», ha confermato Walter Zoccolan, della Rsu di fabbrica.
Quanto ai controlli, a Porcia, saranno effettuati dal personale della Croce rossa, con la quale l’azienda ha stipulato una convenzione.
IL RISCHIO
Ma c’è un altro problema che potrebbe segnare il primo lunedì successivo all’entrata in vigore del Green pass sul posto di lavoro. La Cgia di Mestre, infatti, sulla base di uno studio condotto con un focus particolare sul Nordest, ha lanciato l’allarme: in Friuli Venezia Giulia, a causa della scarsità di tamponi nelle farmacie, potrebbero essere ben 51mila i lavoratori che rischierebbero di rimanere fuori da aziende e fabbriche in quanto impossibilitati a ottenere un appuntamento per il test antigenico. Si tratta di una stima che la stessa Cgia annuncia «per eccesso», dal momento che la gran parte delle aziende in realtà si è organizzata prenotando per tempo (e a lungo termine) i tamponi per i propri dipendenti. Il rischio comunque non è affatto eliminato: le farmacie sono piene e anche i laboratori privati fanno fatica a tenere il ritmo delle richieste.