Rapiscono i sindaci e li sostituiscono con politici che vanno davanti alle telecamere, non senza un certo imbarazzo, a leggere testi scritti in cui spiegano: «Bisogna accettare il nuovo sistema». I soldati dell’esercito di occupazione sparano per disperdere la folla che protesta e urla contro i russi: «Fascisti». L’operazione di russificazione prova a estendere la mano di Mosca nel sud dell’Ucraina, in modo da allargare l’area controllata a sud, tenendo conto che la Crimea era già stata presa nel 2014. Ma si sta rivelando meno semplice del previsto: malgrado i bombardamenti di scuole, fabbriche, ospedali e abitazioni, la città di Mykolaiv sta resistendo e blocca l’avanzata dell’esercito occupante, salvando, almeno per ora, Odessa, che si trova 60 chilometri dopo, verso Ovest, il porto più importante dell’Ucraina. Non solo: anche nelle città prese, come Kherson, i cittadini ucraini scendono per strada a manifestare pacificamente con i colori nazionali giallo blu.
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TERRORE
Il primo sequestro di un sindaco è avvenuto l’altro giorno a Melitopol: si tratta di Ivan Fedorov, 33 anni, portato via con la forza da dieci uomini russi perché, si legge sul profilo Twitter del parlamento ucraino, «si è rifiutato di collaborare con il nemico».
SPARI
Proseguendo a Ovest, sempre a Sud lungo la costa prima del Mar d’Azov, poi del Mar Nero, si arriva a Kherson, città a 65 chilometri proprio da Mykolaiv, dove i russi invece stanno trovando strenua opposizione nel loro tentativo di raggiungere Odessa. Bene, Kherson (289mila abitanti) è stata presa dall’esercito di Putin. Secondo il cronista locale Konstantin Ryzhenko, «le forze di sicurezza vanno casa per casa a cercare attivisti, giornalisti ed ex-militari». Proprio a Kherson i russi stanno mostrando il modello di occupazione che hanno progettato: organizzare un referendum farsa che sancisca l’addio all’Ucraina, facendo nascere un’altra repubblica satellite fedele a Putin. Eppure, nonostante la presenza dell’esercito occupante ieri migliaia di cittadini sono scesi in piazza a protestare con bandiere giallo blu, gridando: «Kherson è Ucraina». I soldati russi hanno sparato in aria per disperdere la folla che camminava vicino ai blindati gridando “fascisti” agli invasori.