Guerra elettronica, disturbi al Gps per oltre 1.600 aerei sul Baltico: il ruolo della Russia e i rischi per i passeggeri

Secondo il ministro della Difesa polacco, l’obiettivo è quello di creare una «atmosfera di minaccia e un senso di impotenza nella società»

Guerra elettronica, disturbi al Gps per oltre 1.600 aerei sul Baltico: il ruolo della Russia e i rischi per i passeggeri
Guerra elettronica, disturbi al Gps per oltre 1.600 aerei sul Baltico: il ruolo della Russia e i rischi per i passeggeri
di Marco Ventura
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Giovedì 28 Marzo 2024, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 12:20

Un assaggio di guerra ibrida elettronica, fra sabato e lunedì, in poco più di 48 ore ha creato interferenze ai sistemi Gps di 1.614 aerei, molti dei quali commerciali, con passeggeri, che sorvolavano prima la regione baltica e la Svezia meridionale, poi la Polonia settentrionale, specialmente nel settore Ovest a ridosso del confine con la Bielorussia e Kaliningrad, l’enclave tra Polonia e Lituania che formalmente appartiene alla Federazione russa. E non solo. Le mappe delle interferenze dovute a operazioni di alta tecnologia “jamming” e “spoofing”, mirate sia al sistema Gps (una costellazione di decine di satelliti americani), sia al Gnss, hanno registrato un picco di interferenze proprio là dove c’è la massima allerta degli aerei Nato, mentre è facile verificare una situazione normale nella confinante Bielorussia alleata di Mosca. Il tutto è stato riportato da blog e post in rete consultabili da tutti, dedicati a “mappare” le azioni proibite dei jammer, le apparecchiature “interferenti” su droni o veicoli a terra. 

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I PRECEDENTI
A Kaliningrad e nel Mediterraneo a Cipro, è noto che vi siano postazioni ben attrezzate per la guerra ibrida elettronica dei russi.

Tra i Paesi “bersagliati”, la Germania, la Lettonia e la Danimarca. Ma in pratica che cosa succede? Il rischio è ridotto, calcolato, per quanto potenzialmente catastrofico per gli effetti che un accecamento dei sistemi di ricezione Gps su un aereo in volo può provocare. Ne sapeva qualcosa James Bond alias Pierce Brosnan, nel film del ’97 con 007, “Il domani non muore mai”. Il tecno-terrorista Henry Gupta riesce a scatenare la guerra tra Cina e Gran Bretagna intercettando e confondendo il segnale Gps della fregata Hms Devonshire, e mandandola fuori rotta nelle acque del Mar Cinese meridionale. E, in effetti, un anno fa i piloti dell’austrialiana Qantas segnalarono interferenze al Vhs da parte della flotta cinese nel Pacifico orientale e nel Mar Cinese meridionale, attraverso onde radio “ad altissima frequenza”. Ma azioni di Jamming Gps furono osservate anche a partire presumibilmente da unità da guerra cinesi. Lo stesso nel 2019 è successo agli aerei della Raf che decollavano dalla base cipriota di Akrotiri. E ora questi allarmi sui cieli di Europa dell’Est e fascia baltico-scandinava. 

L’ALLARME
«I russi sono fortissimi quanto a capacità di guerra elettronica», ha detto lo scorso gennaio a Bloomberg il capo di stato maggiore delle Forze armate estoni, generale Martin Herem. E un ufficiale svedese, lo stesso mese, attribuì esplicitamente alla Russia le attività di “interferenza o guerra ibrida”. Forbes, a sua volta, ha riportato i racconti di alcuni piloti in volo sul Baltico dicendo che ormai è consuetudine passare in certe zone dalla navigazione Gps a sistemi diversi, per esempio alla navigazione inerziale. L’Ops Group, un’associazione di piloti, conferma che nell’area i velivoli sono “bersagliati” da falsi segnali, che confondono la strumentazione e, quindi, i piloti, al punto di compromettere la “capacità di navigazione”. Si tratterebbe non di jamming tradizionale, ma di qualcosa di più raffinato, il Gps spoofing. Secondo il ministro della Difesa polaccoWladyslaw Kosiniak-Kamysz, l’obiettivo della guerra ibrida è quello di creare una «atmosfera di minaccia e un senso di impotenza nella società». L’idea di poter essere in balìa di un terrorismo di Stato, che acceca e confonde gli aerei ed è in grado volendo di provocare disastri (se il pilota crede di trovarsi in una posizione diversa da quella reale) o “incidenti” di confine. La classica provocazione dello spionaggio militare. Melanie Garson, professoressa di sicurezza internazionale alla britannica Ucl, definisce la guerra ibrida, elettronica, “la madre di tutte le invenzioni, e i russi – spiega - sanno usarla in concreto ed è preoccupante, perché la Nato non ha ancora la stessa capacità”.
 

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