Un assaggio di guerra ibrida elettronica, fra sabato e lunedì, in poco più di 48 ore ha creato interferenze ai sistemi Gps di 1.614 aerei, molti dei quali commerciali, con passeggeri, che sorvolavano prima la regione baltica e la Svezia meridionale, poi la Polonia settentrionale, specialmente nel settore Ovest a ridosso del confine con la Bielorussia e Kaliningrad, l’enclave tra Polonia e Lituania che formalmente appartiene alla Federazione russa. E non solo. Le mappe delle interferenze dovute a operazioni di alta tecnologia “jamming” e “spoofing”, mirate sia al sistema Gps (una costellazione di decine di satelliti americani), sia al Gnss, hanno registrato un picco di interferenze proprio là dove c’è la massima allerta degli aerei Nato, mentre è facile verificare una situazione normale nella confinante Bielorussia alleata di Mosca. Il tutto è stato riportato da blog e post in rete consultabili da tutti, dedicati a “mappare” le azioni proibite dei jammer, le apparecchiature “interferenti” su droni o veicoli a terra.
I PRECEDENTI
A Kaliningrad e nel Mediterraneo a Cipro, è noto che vi siano postazioni ben attrezzate per la guerra ibrida elettronica dei russi.
L’ALLARME
«I russi sono fortissimi quanto a capacità di guerra elettronica», ha detto lo scorso gennaio a Bloomberg il capo di stato maggiore delle Forze armate estoni, generale Martin Herem. E un ufficiale svedese, lo stesso mese, attribuì esplicitamente alla Russia le attività di “interferenza o guerra ibrida”. Forbes, a sua volta, ha riportato i racconti di alcuni piloti in volo sul Baltico dicendo che ormai è consuetudine passare in certe zone dalla navigazione Gps a sistemi diversi, per esempio alla navigazione inerziale. L’Ops Group, un’associazione di piloti, conferma che nell’area i velivoli sono “bersagliati” da falsi segnali, che confondono la strumentazione e, quindi, i piloti, al punto di compromettere la “capacità di navigazione”. Si tratterebbe non di jamming tradizionale, ma di qualcosa di più raffinato, il Gps spoofing. Secondo il ministro della Difesa polaccoWladyslaw Kosiniak-Kamysz, l’obiettivo della guerra ibrida è quello di creare una «atmosfera di minaccia e un senso di impotenza nella società». L’idea di poter essere in balìa di un terrorismo di Stato, che acceca e confonde gli aerei ed è in grado volendo di provocare disastri (se il pilota crede di trovarsi in una posizione diversa da quella reale) o “incidenti” di confine. La classica provocazione dello spionaggio militare. Melanie Garson, professoressa di sicurezza internazionale alla britannica Ucl, definisce la guerra ibrida, elettronica, “la madre di tutte le invenzioni, e i russi – spiega - sanno usarla in concreto ed è preoccupante, perché la Nato non ha ancora la stessa capacità”.