Strage di piccioni: l'avvelenatore incastrato dalle telecamere

Le telecamere di via Matteotti
Le telecamere di via Matteotti
di Paola ANCORA
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Martedì 8 Novembre 2016, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 11:55
Avvelenatore di piccioni incastrato dalle telecamere. La Municipale ha acquisito i video registrati dal sistema di sorveglianza installato da un’azienda vinicola con sede fra viale XXV Luglio e via Matteotti. E nei filmati si vede chiaramente l’uomo che pochi giorni fa, nella notte fra sabato 29 e domenica 30 ottobre, ha seminato riso avvelenato lungo le strade del centro storico provocando una strage di volatili.
Nella sequenza l’uomo attiva con il telecomando il pilomat posto all’ingresso di via Matteotti: con ogni probabilità, si tratta quindi di un residente della zona. Poi scende dalla sua auto - dalle prime indiscrezioni si tratterebbe di una Audi o di una Ford - e getta per strada il riso bianco avvelenato, risale nella vettura e si allontana.
La mattina del 30 ottobre sono stati alcuni residenti ad allertare vigili urbani e ditta Monteco, addetta alla pulizia della città, segnalando l’elevato numero di carcasse di piccioni sul basolato fra via Matteotti e il piazzale antistante la Basilica di Santa Croce. Una vera e propria strage che ha mandato su tutte le furie l’assessore alle Politiche ambientali Andrea Guido e provocato l’indignazione dei cittadini.
Gli operatori ecologici sono immediatamente intervenuti a ripulire tutto, non solo per restituire decoro a un angolo del centro storico ancora oggi frequentato da centinaia di turisti, ma perché quel riso avvelenato sarebbe potuto finire nella bocca di un bambino, magari in un momento di distrazione da parte dei genitori, o fra le fauci di un cane, di un gatto o nel becco di qualche specie protetta.
Per questo, per i rischi ai quali ha esposto persone e animali, ora l’avvelenatore dei piccioni rischia anche una denuncia penale.
«Fino a 18 mesi di reclusione e 15mila euro di multa»: tanto, ricordano da Palazzo Carafa, potrebbe costare l’avvelenamento all’uomo che ha scelto questa crudele, sbrigativa strada per liberarsi dai piccioni che, numerosi, sorvolano il centro.
In passato, per contenere il problema lamentato tanto dai residenti che dagli esercizi commerciali della città, l’assessorato all’Ambiente aveva tentato diverse strade: l’uso dei falchi grillai, liberati nei cieli di Lecce per allontanare i piccioni; la sterilizzazione chimica e l’utilizzo di particolari essenze avvertite come un fastidio dai volatili. Al tribunale, invece, l’invasione dei piccioni è stata contenuta con l’utilizzo di cavi a bassa tensione: posarsi sui balconi o sulle soglie delle finestre provoca una lieve scossa elettrica. E così, i piccioni, hanno cambiato zona.
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