In 38 morirono nella casa di riposo durante la prima pandemia: la Procura chiede altri sei mesi

In 38 morirono nella casa di riposo durante la prima pandemia: la Procura chiede altri sei mesi
di Erasmo MARINAZZO
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Martedì 8 Giugno 2021, 18:22 - Ultimo aggiornamento: 18:43

Un anno di indagini non è stato sufficiente a stabilire se i 38 decessi avvenuti nella residenza sanitaria assistenziale (rsa) La Fontanella di Soleto siano stati causati dalla prima pandemia da Covid e se nella stessa residenza di Soleto vennero adottate terapie adeguate e tempestive per fermare o contenere quella strage.

Proroga

Una nuova proroga dell’inchiesta è stata chiesta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Alberto Santacatterina, titolare degli accertamenti condotti con i carabinieri del Nas.
 La seconda richiesta arrivata al giudice per le indagini preliminari Giulia Proto, dopo quella del 14 gennaio scorso.

In prossimità della scadenza del termine di sei mesi, il magistrato ha fatto presente la necessità di disporre di ulteriori sei mesi poiché è ancora in corso la consulenza affidata ai medici legali Alberto Tortorella, Francesco Bruno e Francesco Introna. Non è citata invece nella nuova richiesta - diversamente dalla prima - l’altra consulenza: quella affidata ai professori Luigi Vimercati e Silvio Tafuri sull’adozione o meno dei protocolli organizzativi per proteggere gli ospiti ed il personale dall’esposizione agli agenti biologici ed infettivi. Non la cita quella consulenza, il pubblico ministero, perché intanto è stata depositata.

Tre indagati

Mancano, dunque, gli accertamenti medico-legali perché l’inchiesta dica se siano responsabili o meno delle ipotesi di reato di omicidio colposo, abbandono di persone incapaci e diffusione di epidemia vertici della rsa in carica fino ad un anno fa: l’amministratore don Vittorio Matteo, 85 anni, di Soleto; la direttrice Federica Cantore, 40 anni, di Galatina (difesi dagli avvocati Michele e Giuseppe Bonsegna); ed il medico Catello Mangione, 66 anni, di Soleto.
L’inchiesta ha preso il via dalle denunce-querele presentate dai parenti degli ospiti deceduti o contagiati, rappresentati dagli avvocati Francesco Vergine, Giancarlo Dei Lazzaretti,  Francesco Zacheo, Americo Barba, Carlo Gervasi, Donato Amato, Luigi Rella, Andrea Lanzilao, Giuseppe Maglio, Giuliano Fina, Roberta Cofano, Alessandro Caggia, Pasquale Gaballo, Novella Miglietta, Barbara Surdo, Angela Rizzo, Anna Sabato e Salvatore Musco.

Inchiesta parallela

Pende inoltre un'inchiesta per falso a carico del dottore Silverio Marchello, in merito ai contenuti della relazione presentata alla Asl sulle condizioni in cui trovò la struttura il 26 marzo quando la gestione pubblica subentrò a quella privata.

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