Un anno di indagini non è stato sufficiente a stabilire se i 38 decessi avvenuti nella residenza sanitaria assistenziale (rsa) La Fontanella di Soleto siano stati causati dalla prima pandemia da Covid e se nella stessa residenza di Soleto vennero adottate terapie adeguate e tempestive per fermare o contenere quella strage.
Proroga
Una nuova proroga dell’inchiesta è stata chiesta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Alberto Santacatterina, titolare degli accertamenti condotti con i carabinieri del Nas.
La seconda richiesta arrivata al giudice per le indagini preliminari Giulia Proto, dopo quella del 14 gennaio scorso.
Tre indagati
Mancano, dunque, gli accertamenti medico-legali perché l’inchiesta dica se siano responsabili o meno delle ipotesi di reato di omicidio colposo, abbandono di persone incapaci e diffusione di epidemia vertici della rsa in carica fino ad un anno fa: l’amministratore don Vittorio Matteo, 85 anni, di Soleto; la direttrice Federica Cantore, 40 anni, di Galatina (difesi dagli avvocati Michele e Giuseppe Bonsegna); ed il medico Catello Mangione, 66 anni, di Soleto.
L’inchiesta ha preso il via dalle denunce-querele presentate dai parenti degli ospiti deceduti o contagiati, rappresentati dagli avvocati Francesco Vergine, Giancarlo Dei Lazzaretti, Francesco Zacheo, Americo Barba, Carlo Gervasi, Donato Amato, Luigi Rella, Andrea Lanzilao, Giuseppe Maglio, Giuliano Fina, Roberta Cofano, Alessandro Caggia, Pasquale Gaballo, Novella Miglietta, Barbara Surdo, Angela Rizzo, Anna Sabato e Salvatore Musco.
Inchiesta parallela
Pende inoltre un'inchiesta per falso a carico del dottore Silverio Marchello, in merito ai contenuti della relazione presentata alla Asl sulle condizioni in cui trovò la struttura il 26 marzo quando la gestione pubblica subentrò a quella privata.