Nel Salento sempre meno nati: in dieci anni crollo del 28%

Nel Salento sempre meno nati: in dieci anni crollo del 28%
di Maddalena MONGIÒ
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Venerdì 8 Febbraio 2019, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 12:14

Duemila nascite in meno nel Salento nell'arco di un decennio, e il Nord strappa lo scettro della natalità al Sud. Da anni le culle non sono vuote solo al Nord, ma il Sud è più colpito dal fenomeno della denatalità e il Salento registra da oltre un decennio il segno meno. Un crollo pari al 28 per cento. Questo certifica l'incrocio dei dati elaborati dall'Istat e della Regione Puglia. Dal 2002 al 2018 sono nati 3.077 bimbi in meno, mentre si sono contati meno 208 per fiocchi rosa e azzurri tra il 2017 e il 2018 (-4%). Se nel 2002 le nascite in provincia di Lecce sono state 7.437, nel 2018 si sono fermate a 5.079 bebè contro i 5.287 del 2017. Dal 2002 al 2006, con l'eccezione del 2005, le nascite hanno sempre fatto registrare un saldo positivo rispetto alle morti, dal 2007 la contrazione si ripete inesorabile.
Nel 2017 l'ospedale salentino con il maggior numero di nascite è il Vito Fazzi di Lecce seguito da Tricase, Galatina, Copertino, Gallipoli, Scorrano. Nel 2018, per effetto della chiusura del punto nascita di Copertino a luglio dello scorso anno, rimangono saldi al primo e al secondo posto il Fazzi e Tricase, seguiti da Galatina, Gallipoli, Scorrano, Copertino. Sono i dati anticipati da Quotidiano sulle Sdo (Schede di dimissioni ospedaliere) dei vari ospedali secondo i flussi pervenuti alla Regione Puglia.
Nel dettaglio. Nel biennio 2017-2018 al Fazzi si contano rispettivamente 1.732 e 1.813 nuovi nati; a Tricase 1.200 e 1.181; a Galatina 685 e 782; a Gallipoli 408 e 524; a Scorrano 406 e 500; a Copertino 583 e 279; a Casarano 273 (dato riferito al solo 2017; il reparto è stato chiuso nel 2018). L'exploit di Galatina, atteso dopo la chiusura di Copertino, non c'è stato. L'incremento è stato di sole 97 nascite in circa sei mesi di chiusura di Copertino e, quindi, anche considerando l'anno pieno (luglio 2018, luglio 2019) pare inverosimile che nei restanti sei mesi possa acchiappare il numero complessivo di mamme che prima partorivano a Copertino. Ma questa è tutta un'altra storia.
Su base nazionale, l'Istat ha rilevato che nel 2017 sono nati 458.151 bambini, oltre 15mila in meno rispetto al 2016. Dal 2014 al 2017 non sono venuti alla luce circa 45mila bambini e, nell'arco di un decennio (2008-2018), sono stati circa 120 mila in meno. La crisi economica è stato un fattore determinante nel calo demografico, non l'unico, ma il fenomeno ha assunto una continuità tale che ormai l'istituto italiana di statistica lo considera un dato strutturale della società italiana.
E fortuna che i migranti fanno crescere il numero di fiocchi rosa e azzurri. In Puglia, dati Istat, nel 2017 le donne in età fertile hanno avuto mediamente 1,24 figli a testa, le straniere 1,94. Per le pugliesi residenti nella regione il calo demografico ha registrato una flessione passando da 1,38 del 1995 al valore attuale. Il calo delle nascite è più accentuato tra le coppie di italiani e, fra le altre, si lega al calo dei matrimoni. La stragrande maggioranza delle nascite, infatti, avviene all'interno del matrimonio per cui se si contrae la formalizzazione dell'unione, si contraggono anche le nascite. Il numero più basso di matrimoni si è registrato nel 2014 quando in Italia si sono avute 57mila nozze in meno rispetto al 2008. Crescono nel Salento le coppie senza figli e le madri o i padri che li crescono da soli.
Certo è che per il quarto anno consecutivo la popolazione residente diminuisce. In Puglia il saldo naturale (nati e morti) è di meno 9,4 per mille, tanto che l'Istat parla di spopolamento delle regione del Sud. E a sorpresa non è il Sud ad avere lo scettro della natalità, ma la provincia autonoma di Bolzano con 1,76 figli per donna in età riproduttiva. Seguono Treno (1,50), Lombardia (1,38), Emilia Romagna (1,37). Tutte regioni del Nord. Al Sud, invece, in bassa classifica Basilicata (1,16), Molise (1,13), Sardegna (1,06).
A bilanciare la situazione il saldo migratorio dall'estero (7,9 per mille).

Cosa c'è dietro ai numeri? Paura del futuro, lavori last minute, servizi per le famiglie più che carenti, fuga dei giovani alla ricerca di una stabilità lavorativa, infertilità dovuta anche all'età sempre più avanzata in cui si decide di affrontare la genitorialità e anche una traccia di egoismo. Quindi? Si è sempre meno disposti a rinunciare e un figlio comporta molte rinunce.

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