Toghe leccesi e prefetto a Roma. Missione per la Corte d'Appello

Toghe leccesi e prefetto a Roma. Missione per la Corte d'Appello
di Veronica VALENTE
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Mercoledì 6 Aprile 2016, 06:48 - Ultimo aggiornamento: 12:01
Partiranno in missione per salvare la Corte d'Appello di Lecce con le valige cariche di motivazioni e preoccupazioni. Domani mattina, alle 11.30, il prefetto Mario Palomba, il presidente della Corte d'Appello Marcello Dell'Anna, il neopresidente dell'Ordine degli avvocati Roberta Altavilla e il suo predecessore Raffaele Fatano saranno a Roma per incontrare Michele Vietti, il presidente della commissione incaricata dal guardasigilli Andrea Orlando di stilare le linee guida della nuova geografia giudiziaria che vorrebbe dare una “sforbiciata” agli uffici giudiziari di secondo grado. Il rischio in Puglia è che la sede di Lecce e quella distaccata di Taranto spariscano per essere accorpate a Bari. Un rischio che non intendono correre le toghe leccesi, ritenendo disastrosi gli effetti soprattutto per la cittadinanza.
L'incontro capitolino servirà a questo, a scagionare la possibilità di perdere uffici fondamentali al sistema giustizia. A fare da ponte con il principale esponente della Commissione è stato il prefetto Palomba che lunedì mattina ha riunito attorno al suo tavolo i principali rappresentanti della magistratura e dell'avvocatura locali per fare il punto della situazione: il presidente Dell'Anna, il procuratore generale Antonio Maruccia, il procuratore della Repubblica Cataldo Motta, il presidente del Tar Antonio Pasca, il presidente del tribunale Francesco Giardino, il presidente del tribunale per i minorenni Ada Luzza, il presidente del Foro Altavilla e il consigliere Fatano. Tutti insieme hanno lavorato alla causa comune e dopo l'appuntamento con Vietti, si rincontreranno per redigere un documento da inviare alla Commissione.

Intanto, ecco le questioni principali che saranno oggetto del confronto di domani: la popolazione interessata che comprende le tre province (Lecce, Brindisi e Taranto); l'estensione del territorio; le difficoltà legate agli spostamenti e le spese di viaggio, soprattutto per avvocati e cittadini; i problemi logistici nel capoluogo pugliese, emersi durante un confronto avuto da Dell'Anna con il presidente della Corte d'Appello di Bari. Ma non solo. L'eventuale perdita della Corte d'Appello di Lecce comporterebbe anche la scomparsa della Direzione distrettuale antimafia, e quindi un indebolimento dell'azione di contrasto alla criminalità organizzata. Sarà questa una delle principali ragioni che i rappresentanti locali esporranno a Vietti.

Il taglio agli uffici non è ancora definitivo, perché al momento ci sono solo i criteri individuati dalla Commissione, istituita dal ministro della Giustizia il 12 agosto 2015, messi nero su bianco nella relazione depositata qualche giorno fa nella segreteria di via Arenula: abitanti nel distretto di Corte d’Appello; estensione del territorio; rapporto tra giudici e abitanti; e carichi di lavoro del distretto. Da una prima lettura del documento, è plausibile venga soppressa solo la sede distaccata di Taranto e non anche quella di Lecce.

Intanto, proprio nei giorni scorsi, sul campo di battaglia, al fianco delle toghe, per contrastare il progetto di un'unica Corte d'Appello per Regione è sceso anche il partito di Silvio Berlusconi che ha annunciato una serie di iniziative. Proprio domani saranno istituiti presidi per raccogliere le firme dei cittadini fuori dai tribunali del capoluogo salentino, ma anche di Brindisi e Taranto, da inviare ai parlamentari forzisti e al ministero della Giustizia e nei prossimi giorni nel Consiglio comunale di Lecce sarà discussa la mozione redatta dal consigliere Vittorio Solero per sollecitare sindaco e giunta a prendere una posizione sul problema.
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