Salento, fame di lavoro: in 1.783 per 12 posti al concorso Sanitaservice

Salento, fame di lavoro: in 1.783 per 12 posti al concorso Sanitaservice
di Maddalena MONGIO'
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Venerdì 26 Gennaio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:01
Fame di lavoro: è caccia al concorso e per 12 posti in Sanitaservice Lecce andranno in 1.783 alla prova d’esame. E quasi tutti salentini i candidati. In palio posti da impiegato nella società controllata dall’Asl di Lecce. 
La prova d’esame, fissata per il prossimo 8 febbraio alle 14.30 alle Manifatture Knos: un test a risposta multipla. Il battaglione di candidati si è mosso per avere la chance di un posto fisso nella pubblica amministrazione. Questa la molla, senza troppi giri di parole. 
Sono rimasti fuori dalle prove d’esame 116 aspiranti impiegati per motivi sostanzialmente sono legati a carenza di documentazione, ma il dato che conta è, appunto, quello degli ammessi in proporzione alla posta in palio. Che, in realtà, è tutt’altro che un’eccezione, come ammettono gli addetti ai lavori: l’assalto al posto non è infrequente quando si tratta di concorsi della pubblica amministrazione. Basti pensare che per il concorso regionale per infermieri, bandito dall’Asl Bari, hanno fatto domanda in 14mila e alla fine nella graduatoria dei vincitori ne sono entrati in 199, in quella generale 1.367. Oltre ai 385 che hanno i requisiti per la stabilizzazione.
I concorsi più “amati”, ossia con gran numero di candidati, sono quelli per carabinieri, polizia, guardia di finanza, circostanza nota, ma ormai l’acchiappo è a largo raggio. A Parma, il 23 gennaio scorso, per un posto da infermiere bandito dall’Ausl locale, si sono presentati in cinquemila arrivati anche da fuori regione. Il contingente più robusto, 400 infermieri, si è mosso dalla Puglia con Bus To Go, un servizio di trasporto con pullman dedicato a chi partecipa a un concorso pubblico della sanità. Si tratta di un servizio ideato da due infermieri disoccupati di Nocera, attivo anche in Puglia: Lecce in testa.
Posto fisso, questo il mantra, che nel caso dei due infermieri disoccupati è diventato occasione di lavoro: paradosso positivo, ma per Antonio Tarantino, segretario provinciale della Uil Fpl, sarà un obiettivo che – nolente o volente – andrà in soffitta. «Il posto fisso dovremo dimenticarlo» prefigura Tarantino spiegando: «In passato la pubblica amministrazione è stata un ammortizzatore sociale permettendo a chi aveva uno stipendio di mantenere tutta la famiglia, ma la scure dei tagli e l’innovazione tecnologica porta a togliere questa funzione non dichiarata. L’errore è che l’innovazione tecnologica non è stata introdotta pienamente perché se lo fosse porterebbe a una maggiore occupazione giovanile».
 
E su questo punto Tarantino apre la finestra a un quesito di grande attualità: «Il dilemma è se l’innovazione tecnologica spinta porti a tagliare posti di lavoro e quindi se c’è un equilibrio tra costo e beneficio. Nella pubblica amministrazione c’è ancora bisogno di forza lavoro giovane e per questo si coltiva ancora l’illusione del posto fisso.
Se ci sarà l’applicazione di norme che rendono flessibile il contratto di lavoro pubblico, come accade nel privato, il posto fisso come lo conosciamo non ci sarà più. In questi anni le norme sono state pensate per colpire la forza lavoro, ma non per rendere più efficiente la pubblica amministrazione che la logica del posto».
Posto fisso quella chimera, sono le note che suona anche Francesco Perrone, segretario provinciale della Fsi-Usae: «Sono vent’anni che non si fanno concorsi per gli amministrativi del comparto sanità e quindi non può meravigliarci se partecipano in migliaia, come sta accadendo in Sanitaservice. Tutte le finanziarie degli ultimi anni hanno fatto divieto di turn over per gli amministrativi in sanità e questo ha prodotto gravi carenze tanto che ai Cup della Asl vengono impiegate infermiere che dovrebbero fare assistenza. La via d’uscita doveva essere l’affidamento del servizio a Sanitaservice, ma anche lì sono poi maturate carenze di personale e ora sono a bando 12 posti a cui si aggiungeranno i 36 previsti del 2018. Non si risolve il problema della disoccupazione, ma è un piccolo aiuto».
E Vincenzo Gentile, segretario provinciale della Fials mostra l’altra faccia della medaglia: «Ci sono tantissimi infermieri disoccupati e quando c’è un concorso si presentano in 14mila, come è accaduto per la Asl di Bari. Sono tanti che vanno in Germania e in Inghilterra dove sono assunti direttamente, senza concorso, a tempo indeterminato e con un ottimo stipendio». Per Floriano Polimeno, segretario provinciale della Fp Cgil, il concorso di Sanitaservice mette in luce criticità già evidenti nel bando: «Il problema è quello che ho evidenziato quando fu bandito questo concorso e pur mettendo il paletto della patente europea del computer è chiara la difficoltà di trovare lavoro. È stato lo stesso problema posto per il concorso per dirigenti che Sanitaservice ha voluto riservare esclusivamente agli interni quando la partecipazione deve essere il più larga possibile».
Anche per Fabio Orsini, segretario generale di Cisl Fp Lecce, nulla di nuovo sotto il sole: «È prevedibile che in una provincia dove c’è un elevato tasso di disoccupazione, il concorso di Sanitaservice attiri tanti candidati. Si affronta un concorso anche per un solo posto e si va incontro a tantissime domande. Ogni volta che si fa un bando e una selezione pubblica c’è un’aspettativa alta. A Parma, per un solo posto di infermiere, si sono presentati in migliaia e attorno a questi concorsi si è sviluppato anche un business per l’organizzazione del trasporto in pullman. Il pubblico assume con il contagocce, ma anche il privato deve fare la sua parte perché oggi si sta creando un certo numero di posti di lavoro, ma tutti precari».
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