La costa crolla ancora Bagno dei turisti nell'acqua bianca

La costa crolla ancora Bagno dei turisti nell'acqua bianca
di Erasmo MARINAZZO
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Lunedì 22 Luglio 2019, 11:17
Crolla la falesia nella caletta preferita fino all'anno scorso dai ragazzi e dalle giovani coppie con bambini. La caletta che rappresenta un pezzo di storia di Villaggio Conca Specchiulla, ultimo affaccio sul mare della Otranto turistica prima di arrivare a Torre Sant'Andrea di Melendugno.
Giovedì della scorsa settimana si è staccato un pezzo di roccia calcarea della baia conosciuta come la Grande. Un incantevole distesa di sabbia sulla roccia a picco, fino a qualche anno fa, raggiungibile da una scaletta. Roccia friabile e talmente friabile che i bagnanti avevano preso l'abitudine di improvvisare degli appendini facendo dei buchi con i pezzi di legno portati dal mare.
Accanto, un altro crollo. Ed ancora più consistente: nella piccola rientranza del Buco sono venute giù tonnellate di pietre e di detriti. Come se la costa fosse stata pestata dal braccio di un buldozer.
L'effetto di questi crolli è ancora visibile ad occhio nudo: il battere sui detriti delle onde alzate dal vento di Maestrale sta rendendo l'acqua biancastra. Come se da un giorno all'altro quelle acque fossero diventate sulfuree.
Una curiosità, questa acqua lattiginosa, per i bagnanti arrivati al Buco anche qui scendendo da una vecchia scaletta: in tanti stanno facendo il bagno, incuranti dei crolli. Anzi come se i crolli fossero diventati una attrazione.
Pericoloso? C'è un dato oggettivo: lo sfaldamento della falesia. In piena estate. Come quelli della vicina costa di Torre Dell'Orso. Turisti, proprietari delle case del villaggio, bagnanti dei paesi vicini continuano comunque a passeggiare su quel lungomare naturale o a scendere giù nelle calette per una nuotata. Nell'acqua lattiginosa come in quella cristallina che ha fatto la fortuna di Conca Specchiulla.
Pericolo segnalato? No. Ce un solo cartello qualche decina di metri prima della Grande, verso Nord, verso Sant'Andrea, nella zona della cala conosciuta con il nome del Castello. Poggiato sulla vegetazione mediterranea: Pericolo di rollo, smottamento della falesia. In quattro lingue. Installato, insieme ad altri, peraltro, dopo l'articolo pubblicato esattamente un anno fa da Quotidiano per segnalare un altro crollo. Degli altri cartelli non c'è traccia, sono spariti. N'è rimasto uno davanti alla spiaggetta della Conchiglia, ma senza scritte. Un reperto di sicurezza moderna. Non segnala nulla, insomma.
I divieti ci sono. Sono quelli emanati dal Comune e dalla Guardia costiera, ma conosciuti in pratica solo dagli addetti ai lavori e non ai bagnanti per caso.
Il pericolo cessa proseguendo verso Sud quando si arriva alle spiagge, a cominciare dalla cala riservata agli ospiti dell'hotel del villaggio.
Altro problema. Un problema che si sta ponendo chi frequenta Otranto durante l'estate: ci potranno essere ripercussioni sull'appeal turistico se la falesia continuerà a cedere? Se e quali rimedi si possono proporre all'amministrazione comunale di Otranto? Barriere artificiali a qualche decina di metri dalla costa e sotto il livello del mare per non deturpare il paesaggio? Tante le idee messe sul tavolo fino ad ora, nulla è cambiato tuttavia. Anzi i crolli continuano. Anche in piena estate.
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