Favori ad imprenditori nel sistema Otranto: concluse le indagini. I fratelli Cariddi verso il processo, salgono a 60 gli indagati

Coinvolti l'ex assessore e senatore Totò Ruggeri, tecnici, componenti della polizia locale e numerosi imprenditori della zona

Pierpaolo e Luciano Cariddi
Pierpaolo e Luciano Cariddi
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 08:16

Chiusa l’inchiesta sul presunto sistema Otranto. La Procura di Lecce sta notificando l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a Pierpaolo e Luciano Cariddi e ad altre persone coinvolte nel procedimento. Si tratta del fascicolo del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e del pm Giorgia Villa che si è occupato di presunti favori concessi a imprenditori nella gestione urabanistica e costiera de comune di Otranto, in cambio di un presunto tornaconto elettorale.

I due fratelli Cariddi sono in carcere dal 12 settembre. Per altri otto furono disposti i domiciliari. L’unico ad aver ottenuto una attenuazione è stato l’imprenditore Roberto De Santis. Il numero degli indagati nell'inchiesta sale da 57 a 60, tra questi l'ex assessore e senatore Totò Ruggeri, tecnici, componenti della polizia locale e numerosi imprenditori della zona.

I nomi

Luciano Cariddi, Pierpaolo Cariddi, Giuseppe Tondo, Roberto Aloisio, Emanuele Maria Maggiulli, Michele Tenore, Salvatore Giannetta, Raffaele De Santis, Luigi Maggio, Luigi De Santis, Roberto De Santis, Luigi Bleve, Mario Settembre, Michele Settembre, Giuseppe De Matteis, Nicola Christian De Matteis, Marco Maggio, Antonio Minosi, Raffaele Cariddi, Stefano Cariddi, Vito Alberto Spedicato, Patrizia Preite, Emenuale Pezzulla, Daniele Pezzulla, Salvatore Mitello, Mattia Trotto, Alberto Trotto, Massimo Peluso, Santa Vincenza Cetra, Pompeo Peluso, Maria Lucia Peluso, Francesco Pucci, Lidia Cursano, Salvatore Ruggeri, Alessandro Ottini, Laura Falconieri, Antonio Falconieri, Emilio Falconieri, Maria Falconieri, Iolanda Belmonte, Raffaele De Cicco, Fernando Cariddi, Michele Giovanizzi, Mauro Finocchito, Antonio Stefanelli, Cataldo Russo, Fernando Paiano, Mercedes Turgi Prosperi Deserconforti, Mariano Cosimo Merico, Fatjon Xhezairaj, Daniele Merico, Luigi Marti, Francesco Marrocco, Antonio Ricchiuto, Stefano Papadia, Patrizia Ricci, Antonio Cappelli, Roberto Cappelli, Marina Bello, Roberto Andrea Ippati.

Il focus sul mercato coperto: «Irregolarità nel progetto»

Quattro gli indagati in più e altrettanti i capi d’accusa: tre riguardano presunte irregolarità nel progetto del mercato coperto. Uno, l’ultimo, una indebita percezione del reddito di cittadinanza. 
Irregolarità sarebbero emerse negli atti amministrativi legati alla «Procedura di rigenerazione urbana mediante demolizione dell’edificio del mercato coperto e realizzazione di un nuovo edificio residenziale - ricreativo - direzionale e commerciale». Ne rispondono Pierpaolo Cariddi, Emanuele Maria Maggiulli e Marina Bello, il primo ex sindaco di Otranto, il secondo già capo dell’Utc, e la terza «architetto e tecnico progettista della Capital, già titolare di incarichi presso il Comune di Otranto e nominata come consulente di parte di Cariddi nel processo Twiga». 
Poi la turbativa d’asta, contestata a Pierpaolo Cariddi, Maggiulli, Bello e anche ad Antonio Cappelli e Roberto Cappelli, oltre che a Roberto Andrea Ippati, ritenuto il prestanome di Cappelli e indagato anche per false dichiarazioni finalizzate a percepire il Reddito di Cittadinanza: a parere della Procura, si sarebbero accordati tra loro al fine di determinare il contenuto del progetto.

Cariddi avrebbe inoltre «distolto l’imprenditore Giannetta dall’interessarsi all’affare del mercato coperto», consentendo all’altro imprenditore, Antonio Cappelli, «di partecipare in via esclusiva alla gara». Al centro delle investigazioni un incontro con l’imprenditore, e il ruolo di Marina Bello, ritenuta «persona di fiducia del sindaco» che avrebbe redatto il progetto risultato poi aggiudicatario dell’appalto per conto della Capital». 

Del resto, in Procura, fu depositato un esposto proprio sul mercato coperto, dall’architetto Antonio Susini: «Un intervento invasivo e sconvolgente - scriveva - che Otranto non si merita». 
«Il tempo stringe - aggiungeva - e nei prossimi giorni, sentito della chiusura delle attività mercatali, temo un arrivo delle ruspe per demolire, tagliare il prezioso pergolato e mettere di fronte a un nuovo stato di fatto». Poi l’ulteriore informazione, da verificare naturalmente: «Anticipo solo - ha proseguito - che il progetto è un falso perché sono falsati i dati di valutazine volumetrica dell’edificio esistente da cui il resto è un castello di carta. In sostanza è stato gonfiato il dato volumetrico di partenza, in modo da far apparire minore l’incremento volumetrico del nuovo progetto».

Tesi a cui gli investigatori hanno poi cercato riscontro. Le difese degli indagati sono sostenute dagli avvocati Alessandro Dellorusso, Gianluca D’Oria, Viola Messa, Michele Laforgia, Luigi Covella, Luigi, Arcangelo e Alberto Corvaglia, Silvio Verri, Roberto Eustachio Sisto, Pietro Quinto, Antonio Quinto, Sergio Schito, Luigi e Roberto Rella, Rocco Vincenti, Amilcare Tana, Giuseppe Fornari, Salvatore Corrado, Corrado Sammarruco, Donato Mellone, Stefano De Francesco, Davide Ciriolo, Francesca Coppi, Giovanni Montagna, Carlo Viva, Giovanni Bellisario, Ubaldo Macrì, Antonio Nicolani, Antonio Cerfeda, Luigi Sindaco, Luca Laterza, Luca Bruni, Pietro Viola, Vincenzo Di Gioia, Giuseppe Negro, Vito Nicola De Pietro, Flavia Casciaro, Iuri Chironi; Roberto Ricchiuto. 

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