Il Covid allunga le liste d'attesa: un piano per gli esami arretrati. Sul piatto 4 milioni di euro

Il Covid allunga le liste d'attesa: un piano per gli esami arretrati. Sul piatto 4 milioni di euro
di Maddalena MONGIò
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Venerdì 14 Maggio 2021, 07:08 - Ultimo aggiornamento: 14:47

Il Covid allunga le liste d'attesa e la Asl mette sul piatto più di 4 milioni di fondi ministeriali per recuperare l'arretrato. Il piano è in fase di programmazione e lo start è previsto entro la fine del mese. L'obiettivo è abbattere il numero di prestazioni arretrate che si registrano in particolare per esami diagnostici e visite specialistiche dei codici di priorità D (esami a 30 giorni e visite a 60) e P (esami e visite entro 180 giorni, anche se la lettura delle performances di questo codice di priorità è falsata dalla presenza delle prenotazioni le cui date sono stabilite dal medico e, pertanto, come accade nel caso dei controlli travalicano il termine dei 180 giorni). L'anno scorso, dopo la prima ondata, c'era un arretrato di 11.200 prestazioni: 3.085 per ricoveri in ospedale, 8.115 per prestazioni sanitarie ambulatoriali; per quest'anno è in corso di quantificazione.
Per il 2021, nel piano per il recupero delle liste d'attesa c'è il potenziamento degli orari di funzionamento degli ambulatori che potrà essere attuato ricorrendo alle prestazioni aggiuntive, ossia attività ulteriori rispetto al normale turno di lavoro. La radiografia dello stato dell'arte dai report della Asl sui tempi di attesa che per il primo trimestre 2021 vede ben 4 zone rosse per il codice P e altrettante per il codice D, mentre per U (da eseguire entro 72 ore) e B (entro 10 giorni) niente rosso, bensì qualche giallo che indica performance non ancora al top. Tutto questo nonostante le prestazioni non siano più ai livelli pre-Covid, ma la diminuzione non è servita ad annullare le liste d'attesa.

Il piano della Asl di Lecce


«Siccome sta calando la pressione del Covid, dobbiamo avviare il piano per il recupero, come l'anno scorso - premette il direttore generale della Asl Lecce, Rodolfo Rollo -, in particolare dei codici D e P che noi chiamiamo interventi di medicina di iniziativa per monitorare la situazione della malattia cronica. Grazie allo stanziamento economico del Ministero recupereremo sia le prestazioni ambulatoriali che quelle ospedaliere procrastinate per il Covid. Questo lo faremo con un piano che stiamo programmando e pensiamo fattibile entro la fine del mese di maggio quando auspichiamo di avere la disponibilità degli anestesisti al momento impegnati nelle terapie intensive per il Covid, come pure dei radiologi e in generale degli specialisti impegnati in prima linea». E poi spiega: «Il piano lo faremo in funzione delle liste d'attesa che risultano su Edotto, il Sistema informativo sanitario della Regione Puglia. È in corso un monitoraggio e in base alle risultanze autorizzerò la spesa».
Intanto l'utenza fa i conti con gli stop alla domanda di visite ed esami.

Per la P, in rosso la mammografia monolaterale dove solo il 39% delle richieste ha trovato una risposta. Idem per la visita oculistica (34%), per quella endocrinologica (37%) e per la spirometria globale (43%). Per la D le criticità si registrano per le visite specialistiche: cardiologica ed endocrinologica al 33%, oculistica 46 e urologica 48. Il sistema sanitario salentino, come accade in tutta Italia, è concentrato al contenimento della pandemia e chi si rivolge alle strutture sanitarie per altro fatica a trovare risposte. L'anno scorso, dopo la prima ondata, la ripresa delle attività sanitarie ordinarie non è stata facile per la necessità di osservare le misure anticovid. Stessi riti anche quest'anno perché la vaccinazione, ancora sotto le soglie di sicurezza, non permette di accantonare le mascherine. Al 31 maggio 2020 il volume di prestazioni ambulatoriali era solo il 39,6% rispetto al dato di gennaio dell'anno scorso, quando furono erogati 120.156 fra esami e visite specialistiche. Il crollo di prestazioni ad aprile 2020 (dal 12 marzo e sino al 14 giugno furono garantiti solo i codici U e B): 25.157, il 20,9% dei volumi fatti a gennaio. A maggio un incremento del 47%, rispetto al mese precedente, con 47.619 prestazioni erogate negli ospedali salentini e nei poliambulatori dei distretti socio sanitari. Fra il primo e il secondo semestre c'è stato un incremento nella richiesta di prestazioni del 36%: da 125.356 del primo semestre al 196.339 del secondo. Quindi l'assenza del lockdown severo della prima ondata ha favorito la domanda, ma ora bisogna recuperare.

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