Casarano, occupato l'ospedale: chirurgia pediatrica non si tocca

Casarano, occupato l'ospedale: chirurgia pediatrica non si tocca
di Enzo SCHIAVANO
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Sabato 14 Ottobre 2017, 19:44
Monta la protesta del Comitato civico “Pro Ferrari” all’ospedale di Casarano. Un numeroso gruppo di cittadini con in testa il sindaco della città, Gianni Stefàno, insieme a diversi amministratori locali e dei paesi vicini hanno interrotto ieri mattina la procedura di trasferimento degli arredi dell’unità operativa di Chirurgia pediatrica.
L’iniziativa ha l’obiettivo di impedire materialmente la dismissione del reparto in procinto di essere trasferito, dal 1° novembre prossimo, all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Il presidio continuerà finché l’Asl non fermerà le operazioni. L’azienda sanitaria con una breve nota ha condannato l’episodio. Dopo la recente dismissione delle unità operative di Ostetricia-Ginecologia e di Pediatria, chiuse e trasferite all’ospedale “Sacro Cuore” di Gallipoli, il Comitato civico “Pro Ferrari”, nato nel 2013 con l’obiettivo di salvaguardare e difendere l’ospedale di Casarano, ha programmato una serie di iniziative, la prima delle quali è andata in scena ieri. Cittadini e amministratori locali hanno occupato gli spazi antistanti l’ingresso del reparto, facendo muro contro gli operai della ditta incaricata.
Lo stesso sindaco di Casarano, insieme al presidente del comitato Claudio Casciaro e ad altri cittadini, ha esortato gli operai della ditta incaricata a non intraprendere alcuna attività volta alla dismissione dell’unità operativa. Vista la situazione, i massimi dirigenti del “Ferrari” sono stati costretti a chiamare i carabinieri che tuttavia non sono riusciti a far proseguire alla ditta il lavoro di trasferimento degli arredi. I militari hanno quindi identificato le persone presenti e redatto un verbale dell’accaduto. Nel corso del presidio il presidente del comitato Casciaro ha affermato che l’occupazione dei locali continuerà finché l’Asl non decide di desistere dal trasferimento. Il Comitato, in una nota, ha illustrato le richieste della comunità di Casarano: «Sospendere ogni attività di trasferimento di Chirurgia pediatrica, compresa l’attuazione del piano di riordino ospedaliero; instaurare un dialogo urgente con le istituzioni (Regione e Asl); riattivare immediatamente il reparto di Pediatria, tecnicamente indispensabile per il funzionamento di Chirurgia pediatrica e per la sicurezza dei piccoli degenti».
L’Asl di Lecce in una nota ha condannato l’episodio e ha lanciato gravi accuse agli autori dell’iniziativa: «<CP9.4>Si trattava</CP> - si legge nella nota di via Miglietta - di un passaggio tecnico utile per le procedure di accreditamento in corso per la nuova sede del reparto di Chirurgia Pediatrica, prevista nell’Ospedale di Lecce. L’operazione - conclude la nota - è stata tuttavia impedita da un gruppo di persone, tra cui il sindaco di Casarano, giunte nell’Ospedale cittadino». Insomma, è ormai “muro contro muro” tra il Comune di Casarano e la Regione Puglia. Il sindaco di Casarano auspica un ripensamento dell’Asl. Le proteste sono iniziate dopo il varo del riordino ospedaliero pugliese del febbraio-marzo 2016 che ha previsto per il “Ferrari” il declassamento a ospedale di base a vantaggio di Gallipoli e Scorrano.
Il Comune di Casarano ha presentato ricorso contro le relative delibere della giunta regionale sul quale il Tar di Bari non ha concesso la sospensiva, ma che ha rinviato al 20 febbraio prossimo la discussione nel merito. Nel frattempo, il direttore del Dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti, aveva elaborato una modifica al piano di riordino che prevedeva un presidio ospedaliero “a due gambe” di Primo livello formato dagli ospedali di Gallipoli e Casarano. La proposta è stata accettata sia dal Comune di Casarano che dal Comitato “Pro Ferrari”, ma l’iter amministrativo del relativo protocollo è stato interrotto per il rifiuto del sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva.
«Adesso – afferma Stefàno – aspettiamo che l’Asl fermi tutte le attività fino al 20 febbraio prossimo, giorno dell’udienza di merito al Tar del nostro ricorso contro il piano di riordino ospedaliero. Questo è quello che chiediamo e glielo abbiamo chiesto con una nota del 5 ottobre scorso, alla quale l’Asl non ci ha degnati nemmeno di una risposta. Alla fine – conclude il sindaco – non abbiamo altra scelta che impedire fisicamente la dismissione dei reparti». Sulle proteste di Casarano il presidente del gruppo di Direzione Italia, Ignazio Zullo, mette in rilievo la presunta ambiguità del presidente Michele Emiliano. «Esiste l’Emiliano della Tap e l’Emiliano del Piano di Riordino – sostiene il consigliere regionale - due versioni totalmente contrapposte di un presidente di Regione che usa la Partecipazione, i ricorsi e le sentenze come se fossero delle molle che si possono tirare o meno. Per Emiliano, se il Governo “renziano” vuole la Tap allora tutti in piazza a partecipare e ricorsi a go go; se è la sua Regione a chiudere un ospedale i cittadini devono restare in silenzio senza neppure aspettare il 20 febbraio quando il Tar si esprimerà nel merito del ricorso presentato dal sindaco di Casarano contro il declassamento».
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