Liberazione, cerimonia a Lecce: anche Mantovano e Fitto. «Il 25 Aprile la festa di tutti, qui per unire»

In piazza Partigiani i due esponenti di governo, il sindaco Salvemini e la presidente del Consiglio regionale Capone

Liberazione, cerimonia a Lecce: anche Mantovano e Fitto. «Il 25 Aprile la festa di tutti, qui per unire»
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Martedì 25 Aprile 2023, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 11:36

Il segnale è forte e arriva proprio da Lecce. Alle celebrazioni della Festa della Liberazione nel capoluogo salentino ci sono due esponenti di primo piano del governo: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il ministro degli Affari europei e del Pnrr, Raffaele Fitto. A piazza Partigiani presenti la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, autorità civili, militari ed esponenti politici. 

Mantovano: «Il 25 Aprile è una festa di tutti»

 «La presenza di esponenti di Governo in quasi tutte le piazze delle città italiane e quella del presidente del Consiglio all'altare della Patria, sta a testimoniare il fatto che il 25 aprile è una festa di tutti nella quale tutti sono chiamati a riconoscersi senza strumentalizzazioni. La lettera che oggi Giorgia Meloni ha scritto sul "Corriere della Sera" va in questa direzione», ha detto Mantovano. «L'auspicio - ha aggiunto - è che il 25 aprile non sia un'arma adoperata contro qualcuno o da vedere come una minaccia, ma qualcosa che fa parte di una memoria ormai consolidata e condivisa. Bisogna però avere lo sguardo rivolto alle sfide dell'oggi e del del futuro perché se abbiamo lo sguardo soltanto rivolto al passato e magari in modo strumentale ci prendiamo il torcicollo e il torcicollo fa male sempre ancor di può se è politico e istituzionale».

 

Fitto: la nostra posizione per unire

«Mi sembra che la posizione che abbiamo da sempre rappresentato sul 25 aprile vada nella direzione di unire e non dividere. Le parole di Giorgia Meloni sul "Corriere della Sera" e la presenza mia e del sottosegretario Mantovano qui, sono un chiaro segnale in tale direzione», ha aggiunto Fitto. «L'obiettivo è di evitare che ci siano queste contrapposizioni, ma da tutte le parti però. Credo che sia questo il messaggio che dovrebbe essere veicolato.

L' importante è lavorare ponendosi bene gli obiettivi anche per il futuro del nostro Paese». 

Capone: non è solo un omaggio alla memoria

«La Resistenza - come disse Aldo Moro, nel 1975 al Petruzzelli - viene da lontano e va lontano. Affonda le sue radici nella storia del nostro Stato risorgimentale e dà il fondamento alla democrazia italiana. Per questo il 25 aprile non può essere solo un omaggio alla memoria, può e deve farsi ponte verso l'umanesimo della civiltà, il collegamento tra il 25 aprile e il 2 giugno, tra la festa della Liberazione dai nazifascisti e la nascita della Repubblica italiana con il voto, finalmente, delle donne e l'avvento della democrazia. Senza il 25 aprile non ci sarebbe stato il 2 giugno», è la riflessione di Capone. «Da quell'impegno civile - ha aggiunto - è nata la nostra Costituzione su cui oggi giurano i rappresentanti delle massime Istituzioni. A dimostrazione che la libertà non è mai scontata e non è per sempre, si conquista lottando ogni giorno, con il contributo di ciascuna e ciascuno di noi. La Festa della Liberazione deve essere per tutte e tutti bandiera di orgoglio e unità e, allora, stamattina, guardandoci negli occhi, dobbiamo dirci che il 25 aprile è di tutti, che non ci sono intestatari né proprietari ma solo beneficiari, che l'antifascismo è patrimonio comune, perché il sacrificio di quelle donne e quegli uomini è valso la nostra libertà». «Quella libertà - ha detto ancora - minata dalla precarietà del lavoro, che fa dell'Italia un Paese sempre più vecchio, che vede fuggire via anche quei pochi figli che le sono rimasti, in un Paese dove non c'è spazio per la teoria scellerata della "sostituzione etnica" secondo cui dietro la solidarietà per i poveri immigrati che scappano dalla guerra o dalla persecuzione si nasconde un piano per rimpiazzare gli italiani». Quella libertà «che per farsi concretezza nella quotidianità difficile dei nostri giovani e delle donne dovrebbe creare i presupposti perché indipendenza e parità non siano solo uno slogan da tirare fuori all'occorrenza ma facciano rima con asili nido, scuole a tempo pieno, stage retribuiti». «Ecco perché - conclude - finchè ci saranno nuove liberazioni da conquistare, nuovi diritti da affermare, nuove libertà da far fiorire, ci sarà sempre bisogno del 25 aprile, quello dell'oggi». 

Teatro all'aperto

Festeggiamenti anche a firma di Fillea Cgil di Lecce, che ha organizzato, in collaborazione con Cgil Lecce, il circolo leccese di Anpi, Udu Lecce e Oikos Sostenibile, una serata di teatro all'aperto offerta alla cittadinanza «per riscoprirsi comunità e celebrare una data fondamentale per la rinascita democratica dell'Italia». L'evento ha già registrato il tutto esaurito (l'accesso è riservato ai titolari di prenotazione gratuita): appuntamento alle 18 presso le Tagghiate Urban Factory di Lecce (via dei Ferrari) «per una birra antifascista e la possibilità di tesserarsi all'Anpi, che sarà presente con un suo banchetto». Il sipario si alzerà alle 20, quando verrà messo in scena lo spettacolo "Gramsci Antonio detto Nino" di Francesco Niccolini e Fabrizio Saccomanno (produzione Ura Teatro). «Il 25 Aprile è la festa di tutti coloro che si riconoscono nei valori democratici e nel ricordo vivo della lotta partigiana che liberò il Paese dalla vergogna del fascismo - spiega il segretario generale della Fillea Cgil Lecce, Luca Toma -. Mantenere viva la memoria, anche nel ricordo di chi come Gramsci non poté assistere alla liberazione perché vittima della violenza fascista, è un dovere che sentiamo di alimentare quotidianamente». Lo spettacolo "Gramsci Antonio detto Nino", che racconta frammenti della vita di uno degli uomini più preziosi del Novecento, è stato realizzato con la collaborazione artistica di Fabrizio Pugliese, la consulenza scientifica di Maria Luisa Righi e Fondazione Gramsci. Sul palco ci sarà l'autore Fabrizio Saccomanno. 

Il Tricolore storico alla Cisl


In campo anche la Cisl di Lecce che espone oggi il Tricolore storico e ricorda le partigiane e i partigiani salentini. Nella sede di Viale della Libertà, testimonierà il suo senso di gratitudine e riconoscenza verso gli eroi e i martiri della Resistenza, in particolare salentini, attraverso l'esibizione del Tricolore storico conservato in una teca, presso la sede provinciale, e datato 1950, anno di fondazione della Cisl nazionale e della Cisl salentina. Nell'occasione, come detto, saranno ricordate le partigiane e i partigiani salentini attraverso il racconto delle loro vite: Maria Teresa Sparascio, staffetta partigiana di Tricase; Aida Caggiula di Parabita; le sorelle Adele e Amelia Mileo di Lecce; Ugo Baglivo di Alessano, fucilato alle Fosse Ardeatine; Emanuele Caracciolo, regista cinematografico incarcerato a Regina Coeli e ammazzato con un colpo di pistola alla nuca; il tenente colonnello Giuseppe Izzo di Presicce; Fernando Bernardini di Sannicola, ufficiale del Reggimento San Marco; Cosimo Di Palma, ufficiale campiota dell'Aeronautica Militare; Giuseppe Sozzo di Surbo, poeta e pittore, prigioniero dei lager prima in Polonia e poi Germania (tutti insigniti con le Medaglie d'Oro al Valore). E con loro, i tanti partigiani contadini, operai, professionisti e semplici cittadini, i figli salentini delle famiglie Stampacchia, Pandiani, Mellone, Sozzo, Gigante, Refolo e Arditi «che dalla terra d'Otranto hanno dato l'indimenticato e indimenticabile contributo alla Liberazione dell'Italia». Proprio per ricordare questi nomi gloriosi, negli anni scorsi la Cisl di Lecce aveva aderito all'iniziativa nazionale dell'Anpi, "Strade di Liberazione", con cui si posava un fiore sotto le targhe delle vie e delle piazze dedicate alle partigiane e ai partigiani italiani. A seguire, una nutrita delegazione della Cisl di Lecce confluirà nella manifestazione che si terrà in piazza Partigiani.

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