Vaccini contro l'influenza, in Lombardia stop a 100mila dosi in arrivo dalla Cina

Vaccini contro l'influenza, in Lombardia stop a 100mila dosi in arrivo dalla Cina
Vaccini contro l'influenza, in Lombardia stop a 100mila dosi in arrivo dalla Cina
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Sabato 10 Ottobre 2020, 22:50 - Ultimo aggiornamento: 23:01

Un nuovo contrattempo per l'approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali in Lombardia. Una delle ditte che si è aggiudicata parte dell'ultima gara, la cinese LifeOn, non ha infatti l'autorizzazione dell'Aifa, l'Agenzia nazionale del farmaco, e quindi non potrà vendere i suoi vaccini né in Lombardia, né in nessun'altra regione italiana. La Regione avrebbe dovuto acquistare 100mila dosi dall'azienda cinese.

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C'è quindi un altro problema per l'ultima gara bandita da Aria, la centrale acquisti della Regione Lombardia: non solo la Procura di Milano ha aperto un'indagine conoscitiva sul prezzo superiore rispetto a quello di mercato, con un fascicolo al momento senza indagati né titolo di reato, ma quella commessa arriverà in ogni caso con un numero minore di test antinfluenzali visto che, dei 500mila acquistati, i 100mila prodotti dalla LifeOn non potranno arrivare.

L'assessore Gallera respinge al mittente le critiche relative sia all'inchiesta («Noi siamo una casa di vetro: vengano, guardino le carte, va benissimo tutto») sia alla campagna anti influenza che partirà il 19 ottobre: «Siamo assolutamente in orario, copriamo tutte le categorie, non solo quelle ritenute obbligatorie ma anche quelle raccomandate in maniera molto ampia», ha detto.

 

Ma l'ultimo acquisto contestato di Aria ha scatenato le opposizioni che, a partire dal Pd, da tempo ritengono la questione dei vaccini un altro fallimento della Regione sul tema sanità: l'acquisto di vaccini da un'azienda senza l'autorizzazione dell'Aifa è «l'ennesimo fatto grave in una vicenda in cui la Regione Lombardia ha dato il peggio di sé», spiega il capodelegazione del Pd in commissione sanità del Consiglio regionale Samuele Astuti, mentre per Marco Fumagalli, capogruppo del M5S in Regione, «è la conferma che Aria non funziona e che in Regione la mano destra non sa cosa fa quella sinistra».

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