Palestre e piscine, Fratelli d'Italia chiede apertura in zona gialla: il Parlamento boccia l'emendamento, ma è giallo sugli astenuti

Palestre e piscine, Fratelli d'Italia chiede apertura in zona gialla: il Parlamento boccia l'emendamento, ma è giallo sugli astenuti
Palestre e piscine, Fratelli d'Italia chiede apertura in zona gialla: il Parlamento boccia l'emendamento, ma è giallo sugli astenuti
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Martedì 9 Marzo 2021, 19:23 - Ultimo aggiornamento: 20:13

L'aula della Camera ha respinto con 217 contrari, 66 favorevoli e 160 astensioni, l'emendamento presentato da Fratelli d'Italia (prima firma Giorgia Meloni) per la riapertura delle piscine, palestre e scuole di danza nelle regioni in zona gialla. A favore della proposta di Fdi, riguardante il decreto Covid-elezioni in discussione a Montecitorio, hanno votato anche alcuni deputati di Forza Italia, Cambiamo e Azione. A guardare i numeri balza subito agli occhi il dato altissimo (160) degli astenuti - tra questi molti appartenenti a Forza Italia e Lega - che se si fossero schierati dalla parte dell'emendamento avrebbe portato a tutt'altro esito. 

IL TESTO DELL'EMENDAMENTO 

 

A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, su tutto il territorio nazionale, nelle regioni contrassegnate come «zone gialle», è consentita la ripresa delle attività di palestre e piscine, nel pieno rispetto delle misure previste dal «Nuovo protocollo attuativo delle Linee Guida per l'attività sportiva di base e l'attività motoria in genere», approvato il 22 ottobre 2020 dal Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri. (Meloni, Lollobrigida, Caiata, Bellucci, Gemmato).

L'INTERVENTO INTEGRALE IN AULA DI GIORGIA MELONI

«Con questo emendamento il gruppo di Fratelli d’Italia chiede la possibilità che quest’Aula prenda in considerazione la riapertura delle palestre, delle piscine, delle scuole di danza in zona gialla secondo il rispetto di protocolli che sono stati forniti dallo Stato nazionale. 
Per come la vediamo noi, lo abbiamo detto tante volte, dovrebbe funzionare tutto così: non una chiusura per settori ma una chiusura che tenga semplicemente in considerazione protocolli sui quali è la politica che deve assumersi le responsabilità. Perché l’impressione che abbiamo avuto è che in questi mesi si sia spesso fatta la scelta più facile invece che quella più giusta.
Chiudere per settori era più facile che scrivere e garantire il rispetto di protocolli, sui quali invece era il Governo ad assumersi la responsabilità. Queste misure, alla fine, sono risultate irragionevoli. Perché non tutte le palestre sono uguali, così come non tutti i ristoranti sono uguali, così come non tutti i negozi sono uguali. E non si sarebbe dovuto lavorare per settori ma per garanzie di sicurezza. Però, per varie ragioni, tra tutte queste misure quella che riguarda le palestre, le scuole di danza e le piscine sembra obiettivamente una delle più irragionevoli. 
In primo luogo perché, come sa chiunque si alleni, la gran parte delle attività che si possono svolgere all’interno di una palestra si possono svolgere nel pieno rispetto del distanziamento. Si possono svolgere con maggiore sicurezza di quello che vediamo spesso rispettata sui luoghi di lavoro piuttosto che all’interno di altre attività. Io faccio almeno quattro tipi di attività fisica diverse e si possono fare tutte col distanziamento. Tutte e credo che qui lo sappiano anche diversi colleghi. 
Però c’è un aggravante: noi diciamo che chiudiamo le palestre perché dobbiamo difendere la salute? Perché se noi vogliamo difendere la salute in questa Nazione le palestre le dobbiamo aprire. Perché lo sport è un elemento fondamentale di benessere, perché l’attività sportiva aumenta le difese immunitarie mentre se costringiamo le persone a non potersi allenare e a non poter fare sport queste si abbassano e - allora sì - che corre il Covid e non soltanto quello. Per cui non c’è molto senso in questa  soprattutto se rapportata ad altre misure. 
Se c’è una cosa che abbiamo imparato del Covid è che è velocissimo nel contagio ma è davvero pericoloso per alcune fasce d’età e alcune patologie. Posso chiedervi che senso ha tenere le palestre chiuse ai giovani e poi consentire agli anziani di ammassarsi sui mezzi di trasporto pieni di gente per andare a fare il vaccino?
Non sarebbe più serio lavorare sull’assistenza domiciliare efficace per gli anziani, che sono quelli che rischiano di più, e consentire invece corretti e sani stili di vita, particolarmente, per i giovani. A me pare che sia ragionevole e vorrei che i colleghi con serenità valutassero la possibilità di riapertura di un settore che è suonato, sinistramente, come un capro espiatorio da parte del governo. Un governo che non essendo in grado di dare risposte su problemi efficaci come i mezzi di trasporto, le scuole, e tutti gli altri che conosciamo, ha scaricato la responsabilità su quelle che Conte definiva “attività sacrificabili”. Ma nessuna attività è sacrificabile e particolarmente non lo sono quelle di chi consente, attraverso lo sport, di avere corretti e sani stili di vita.
C’era una manifestazione oggi a Piazza del Popolo di questi operatori.

Oltre un milione di persone in Italia sono realtà in ginocchio, chiedevano aiuto a noi, aiuto a questo Parlamento. C’erano gli esponenti di Fratelli d’Italia a esprimere la loro solidarietà ma non solo loro: c’erano anche esponenti di altri partiti politici che adesso mi auguro vogliano essere coerenti e votare questo emendamento».

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