«Meloni nazista nell'animo»: lo storico Luciano Canfora rinviato a giudizio per diffamazione aggravata della premier

Le affermazioni erano arrivate durante un intervento al liceo scientifico 'Enrico Fermi' di Bari nell'ambito di un incontro sul conflitto russo-ucraino quando la leader di FdI era parlamentare dell'opposizione

«Meloni nazista nell'animo»: lo storico Luciano Canfora rinviato a giudizio per diffamazione aggravata della premier
«Meloni nazista nell'animo»: lo storico Luciano Canfora rinviato a giudizio per diffamazione aggravata della premier
di Redazione Web
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Martedì 16 Aprile 2024, 16:11 - Ultimo aggiornamento: 16:15

Giorgia Meloni «nazista nell'animo», «una poveretta… trattata come una mentecatta pericolosissima». Queste le parole rivolte dal filologo e storico Luciano Canfora nei confronti dell'attuale premier. Frasi che hanno portato Canfora in tribunale, imputato per diffamazione aggravata nei confronti di Meloni. Il giudice Antonietta Guerra oggi, martedì 16 aprile, ha rinviato a giudizio il professore. Il processo comincerà il 7 ottobre davanti al giudice monocratico Pasquale Santoro.

Le affermazioni erano arrivate durante un intervento al liceo scientifico "Enrico Fermi" di Bari nell'ambito di un incontro sul conflitto russo-ucraino, l'11 aprile 2022, quando la leader di FdI era parlamentare dell'opposizione e il presidente del Consiglio in carica era Mario Draghi.

Rinvio a giudizio

La richiesta di risarcimento da parte della premier è stata di 20mila euro, richiesta contenuta nell’atto depositato nell’udienza predibattimentale dall’avvocato Luca Libra che difende la premier, che si è costituita parte civile. La procura di Bari aveva chiesto per Canfora il rinvio a giudizio, poi accolto. Lo storico è difeso dall’avvocato Michele Laforgia, già candidato a sindaco di Bari in corsa per le primarie del centrosinistra con il sostegno anche del M5s.

Meloni in aula

«La premier - ha annunciato dallo stesso Laforgia - sarà sicuramente chiamata a deporre in aula. Nella nostra difesa era esplicito che, se avessimo dovuto approfondire il tema del "neonazismo nell'animo" nel merito sarebbe stato necessario sentire la persona offesa dal reato e forse acquisire una massa importante di documenti biografici, bibliografici, autobiografici che vanno acquisiti in dibattimento, nel contraddittorio tra le parti. Resto convinto che un processo per un giudizio politico per diffamazione non si possa fare e non si debba fare, e che sia molto inopportuno farlo quando dall'altra parte ci sia un potere dello Stato, perché il presidente del Consiglio è potere dello Stato».

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