Napolitano giura e si commuove
«Basta tatticismi e proteste sterili
In carica finché posso. Ora il governo»

Napolitano giura e si commuove «Basta tatticismi e proteste sterili In carica finché posso. Ora il governo»
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Lunedì 22 Aprile 2013, 17:25 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 13:51
ROMA - La rielezione a capo dello Stato sottopone a seria prova le mie forze. Lo ha detto Giorgio Napolitano, giurando davanti alle Camere in seduta comune all'inizio del suo storico secondo mandat. Il presidente della Repubblica ha ringraziato il Parlamento in seduta comune, dicendo di apprezzare in modo particolare che mi sia venuto da tante e tanti nuovi eletti che appartengono a una generazione cos distante, e non solo anagraficamente, dalla mia.




Il Capo dello Stato è entrato a Montecitorio, accompagnato dai Presidenti del Senato e della Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini. A riceverlo i commessi di Camera e Senato, schierati in alta uniforme lungo tutto il percorso che il Presidente percorrerà, attraverso il corridoio d'onore fino al Transatlantico e, dopo la presentazione agli uffici di presidenza di Camera e Senato, in Aula. Lì il Parlamento lo accoglie con un lungo applauso. Tutti i parlamentari si alzano in piedi, compreso il M5S, che però non applaude.



Napolitano ringrazia il Parlamento in seduta comune per «avermi con così largo suffragio eletto Presidente della Repubblica. È un segno di rinnovata fiducia - sono le sue prime parole dopo giuramento - che raccolgo comprendendone il senso».



Rielezione eccezionale.
«Come voi tutti sapete, non prevedevo di tornare in quest'aula per

pronunciare un nuovo giuramento e messaggio da Presidente della Repubblica», ha sottolineato Napolitano: «La rielezione non si era mai verificata, pur non essendo esclusa dal dettato costituzionale, che in questo senso aveva lasciato 'schiusa una finestra per tempi eccezionali'. Ci siamo dunque ritrovati insieme in una scelta pienamente legittima, ma eccezionale», ha aggiunto il Presidente della Repubblica: «Le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto. Questo ci dice la crisi che stiamo attraversando».



La bacchettata ai partiti. «Convenienze, tatticismi e strumentalismi». Ecco, per Giorgio Napolitano «che cosa ha condannato alla sterilità o ad esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento». Alla richiesta di riforme e di rinnovamento, «non si sono date soluzioni soddisfacenti: hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi».



Ora il governo. «Ho detto di sì per dare un governo al Paese, farò ciò che mi compete, non oltre i limiti del mio ruolo. Ma tutte le forze politiche si prendano con realismo le loro responsabilità: era questa la posta implicita dell'appello rivoltomi due giorni or sono», ha sottolineato Napolitano, invitando però ora i partiti alle loro responsabilità: «I risultati complessivi delle elezioni indicano tassativamente la necessità di intese tra forze diverse per far nascere e per far vivere un governo oggi in Italia, non trascurando, su un altro piano, la esigenza di intese più ampie per problemi di comune responsabilità istituzionale. Le forze rappresentate in Parlamento, senza alcuna eccezione, debbono comunque dare ora» il loro «apporto alle decisioni da prendere per il rinnovamento del Paese. Senza temere di convergere» sulle soluzioni.



La legge elettorale. «Imperdonabile resta la mancata riforma della legge elettorale», ha sottolineato Napolitano. «La mancata revisione di quella legge ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell'abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare».



Attenzione a tensioni tra poteri dello Stato. «Occorre grande attenzione di fronte a esigenze di tutela della libertà e della sicurezza da nuove articolazioni criminali e da nuove pulsioni eversive, e anche di fronte a fenomeni di tensione e disordine nei rapporti tra diversi poteri dello Stato e diverse istituzioni costituzionalmente rilevanti», ha continuato Napolitano.



Al M5S. «Apprezzo l'impegno con cui» il M5S «ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l'influenza che gli spetta: quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e Parlamento», ha detto Napolitano al Movimento di Beppe Grillo. Secondo il capo dello Stato, inoltre, «non può, d'altronde, reggere e dare frutti neppure una contrapposizione tra Rete e forme di organizzazione politica quali storicamente sono da ben più di un secolo e ovunque i partiti. La Rete - spiega Napolitano - fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del metodo democratico».
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