L'oro rosa del Salento: a Ceglie
domenica degustazione dei vini rosati

Il Relais La Fontanina
Il Relais La Fontanina
di Pino DE LUCA
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Giovedì 28 Luglio 2011, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 12:14
Si conclude domenica prossima, 31 di luglio, nella splendida cornice del Relais La Fontanina di Ceglie Messapica, la kermesse sui Vini Rosati. Alla 18esima edizione, “Rosati in Terra di Rosati" appuntamento
ormai classico per le aziende che producono questo vino eccellentissimo, nato dalle lacrime di uve raccolte e pestate nelle botti fissate sui “travini”, e perfezionatosi nella terra che ha battezzato il rapporto tra la “menza” e il “primofiore”.



Perché il Rosato è del Salento, vi sono certo altre declinazioni anche molto valide ed apprezzabili ma il Rosato del Salento è un’altra cosa. Diversi ve ne sono, anche molto diversi, alcuni famosi o famosissimi altri più “annicchiati”.



I Rosati del Salento hanno sempre un bellissimo colore, strettamente legato alla magica luce delle albe che germogliano sull’orizzonte dell’Adriatico o ai tramonti che infiammano i cieli quando il Sole torna a immergersi nell’acqua tuffandosi nello Jonio. Dovrebbero essere tutte trasparenti le etichette delle bottiglie di Rosato, i colori opachi disturbano i riflessi di un vino capace, a volte, di brillare di luce propria. Hanno profumi d’ampio spettro i nostri rosati, diversi ovviamente per vitigno, terroir e vinificazione, ma saranno sempre freschi, giovani e stimolanti.

E il gusto, anch’esso come il profumo, sarà avvezzo alla fusione con cibi genuini, freschi e colorati, senza troppe elaborazioni ed eccessivo uso di spezie. Gusto pulito e buona persistenza sia nelle versioni più secche che in quelle più abboccate. I Rosati sono inclini alla compagnia anche se sanno benissimo reggersi da soli, ben freschi sono eccellenti compagni di conversazione e prodromi di tavole più sofisticate.



Così sono i Rosati del Salento. Lo sono anche quelli che del Salento non sono, è vero. Ma quelli del Salento hanno una cosa in più. I Rosati del Salento si gustano anche ad occhi chiusi, con l’udito. Ognuno di essi ha una storia da raccontare, è figlio di terre generose e mani sapienti che questa storia hanno scolpito.

Lo so che molti non la conoscono, non la sentono. Il punto è che non é sufficiente che ci sia chi sa scrivere, occorre anche che ci sia chi sa leggere, altrimenti le storie rimangono chiuse e, ingoiate con lo scrigno che le contiene, si presentano a recettori che non possono comprenderle.



Son certo che chi frequenta i Rosati da ormai 18 edizioni, anche se viene da lontano e lontanissimo, abbia compreso la loro lingua e sa apprezzarne espressioni e sfumature, toni e timbri, e sia in grado di comunicarli a chi ha orecchie per intendere.

Per parte nostra non possiamo che essere orgogliosi che una kermesse sui Rosati riscuota così grande successo, almeno siano loro a poter parlare loro alle tavole importanti. Noi che con i rosati ci parliamo da sempre, poi ci faremo raccontare.
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