Dai passaporti all'istruzione, Mosca tenta di «russificare» i territori ucraini appena sottratti alla sovranità di Kiev. E dopo l'accesso facilitato per ottenere la nazionalità russa, punta alla scuola, ai bambini. A denunciarlo su Telegram è, ancora una volta Petro Andriushchenko, il consigliere del sindaco di Mariupol, la città rasa al suolo e caduta in mano russa la scorsa settimana dopo tre mesi di strenua resistenza ucraina nei cunicoli dell'acciaieria Azovstal. Secondo il consigliere, le autorità occupanti hanno deciso di prolungare l'anno scolastico - brutalmente interrotto con l'invasione del 24 febbraio - fino al primo settembre per preparare gli alunni al curriculum russo in tempo per l'anno nuovo, con l'obiettivo di «de-ucrainizzare gli scolari».
Mariupol, russificazione dei bambini
«Per tutta l'estate dovranno studiare lingua, letteratura e storia russe, e la matematica in russo», ha spiegato Andriushchenko. «Gli occupanti hanno in programma di aprire nove scuole.
La propaganda russa
«Il potere occupante ha iniziato attivamente a 'migliorare la vita' dei residenti di Mariupol, non tanto nella realtà quanto nella percezione - ha spiegato -. Ieri gli occupanti hanno lanciato tre programmi di propaganda mobile e installato 12 televisori da 75 pollici in tutti i luoghi di raduno di massa e nei luoghi di accesso all'acqua, dove le sciocchezze della propaganda sul miglioramento della vita circolano costantemente». Nei territori occupati, infine, «le truppe russe stanno distruggendo non solo gli edifici che ospitano le biblioteche, ma anche i libri ucraini, compresi i volumi di storia e letteratura ucraine», ha scritto su Telegram la commissaria per i diritti umani del parlamento di Kiev, Lyudmila Denisova. «Queste azioni violano la Convenzione dell'Aja per la protezione dei beni culturali nei conflitti armati. E secondo lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale - ha avvertito -, è un altro crimine di guerra» che dovrà essere perseguito.