Portafogli digitali, pronta la rivoluzione taglia-burocrazia

Dalla carta d’identità alla tessera sanitaria: tutti i documenti diventano virtuali sull’app Io. L’Italia anticipa l’Ue e lancia a fine anno i test sul primo e-wallet

Portafogli digitali, pronta la rivoluzione taglia-burocrazia
di Giacomo Andreoli
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Mercoledì 4 Ottobre 2023, 16:34 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 06:00

Acquistare con pochi click un farmaco che richiede ricetta medica o una sim per lo smartphone, oltre che noleggiare un’auto, senza presentare i documenti di persona.

Ma anche ricevere rapidamente perizie, titoli e attestati in formato virtuale per dialogare in modo efficiente con la Pubblica amministrazione o partecipare ai bandi pubblici. Tutto questo sarà possibile grazie a It-wallet, la serie di portafogli digitali a cui sta lavorando da oltre un anno il Dipartimento per la trasformazione digitale, oggi guidato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti. Il decreto è pronto e sarà inserito nel prossimo provvedimento per accelerare l’attuazione del Pnrr, probabilmente già questo mese. Per dare un colpo alla burocrazia, tagliando i tempi e riducendo l’impatto ambientale della stampa di migliaia di documenti cartacei, si attingerà a parte dei circa 1,7 miliardi di fondi del Piano di resilienza destinati alla digitalizzazione dei dati personali e dell’amministrazione statale. Il primo portafoglio digitale, o e-wallet, sarà gratuito e pubblico, con la sperimentazione che partirà a dicembre sull’app Io. La piattaforma sarà pronta entro il 30 giugno 2024, in anticipo rispetto agli obiettivi europei (che prevedono l’introduzione dei wallet in tutta l’Ue entro il 2026). Ogni cittadino maggiorenne (la platea potenziale è di 44,5 milioni di persone) potrà caricare sull’applicazione tutti i propri documenti, certificati con la firma elettronica. Già a fine anno tessera sanitaria e carta europea della disabilità, poi carta d’identità, passaporto e patente. Ma anche titoli di studio e licenze professionali, oltre che documenti giuridici che provano l’attivazione di regimi di tutela, rappresentanza o delega. Avendo tutto questo sullo smartphone sarà molto più facile attestare i propri dati personali e verificare identità e documenti, ad esempio quando le forze dell’ordine chiedono la patente, o in vari procedimenti (come i bandi di concorso). Ma sarà anche più semplice ricevere informazioni dalla Pubblica amministrazione e abilitare servizi che oggi richiedono l’autenticazione di persona. Un progetto ambizioso, a cui ha lavorato attivamente anche PagoPa, l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), l’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato e le amministrazioni centrali, regionali e locali titolari dei documenti e dei dati.

I SERVIZI PER I PROFESSIONISTI

 La vera novità, però, sarà la creazione di altri wallet, dedicati anche a banche, aziende di telecomunicazione e professionisti, con una partnership tra Stato e diverse imprese. Oltre ai provider pubblici, quindi, ci saranno anche quelli privati. Le aziende, accreditandosi su un’apposita infrastruttura, potranno proporre altre soluzioni di portafoglio digitale. Grazie a tutta la documentazione di progetto disponibile online i soggetti privati, terminato un percorso di qualifica e certificazione, potranno sviluppare e-wallet per utenze specialistiche o generali, a seconda delle opportunità individuate in piena autonomia sul mercato. Architetti, commercialisti, ingegneri e migliaia di altri professionisti, dal prossimo anno potranno accedere a una serie di servizi, anche a pagamento, per velocizzare il loro lavoro quotidiano. Si potranno avere: attestazioni elettroniche per partecipare a bandi pubblici, titoli professionali per dimostrare l’appartenenza agli albi, i curricula come attestazione elettronica nel rapporto con la Pa e per la selezione del personale, ma anche perizie, pareri e documenti tecnici in formato totalmente digitale.

Ci saranno due livelli di validazione dei documenti e degli atti per riconoscere chi sta dall’altra parte del wallet: una semplice e una rafforzata, ancora più sicura. In ogni portafoglio digitale i dati verranno scambiati senza la necessità di intermediari, garantendo ai cittadini pieno controllo su quali informazioni condividere e quali invece non rivelare. Le persone potranno quindi mostrare tutte le proprie generalità oppure solo quelle relative a un singolo dato anagrafico. «Una vera rivoluzione - secondo Butti - portata avanti da questo governo e dal sottoscritto in linea con il Pnrr, che rappresenta la pietra angolare sulla quale costruire la completa digitalizzazione dei rapporti tra Stato e cittadini. Allo stesso tempo restituisce centralità alle persone nell’utilizzo dei sistemi di identità digitale, rafforzando la privacy e la sicurezza in un’ottica pienamente europea».

LE POSSIBILI NOVITÀ IN FUTURO

 In ogni caso, però, per accedere ai portafogli digitali servirà avere la Carta d’identità elettronica (Cie) o lo Spid. Al momento sono state erogate in Italia circa 36 milioni di identità digitali e 37,7 milioni di Cie, ma molti sono ancora indietro sul fronte delle competenze e per questo sarà necessario accelerare. Lo evidenzia una delle ultime analisi dei dati dell’Agenzia per l’Italia digitale e dell’Istat, fatta dal Centro studi enti locali (Csel). Secondo il Centro studi «stando a quando fotografato dall’ultima indagine Istat, oltre metà degli italiani (con età compresa tra 16 e 74 anni) non possiede neanche delle competenze digitali di base ed è quindi costretta ad affidarsi a intermediari per accedere ai servizi digitali». Non solo. «Anche le piccole imprese italiane - prosegue il Csel - sembrano non tenere il passo con le innovazioni tecnologiche e nel 57,2% dei casi hanno esternalizzato la gestione delle funzioni Ict (Information and communication technologies)». Eppure i vantaggi degli e-wallet per le aziende sono molteplici. Le imprese potranno infatti erogare i propri attestati certificati, come quelli di superamento di un corso per un ente di formazione, oppure legati al credito per una banca. Per i cittadini, poi, si potrebbero aprire in futuro altre possibilità interessanti. Ad esempio avere nel proprio wallet la credenziale di Kyc (Know your customer) rilasciata dalla banca all’apertura di un conto corrente, legata al documento di riconoscimento digitale, oppure la carta di imbarco per un aereo potrebbe automaticamente verificare la propria identità. Ma all’orizzonte ci sono anche prospettive più futuristiche. Si pensi all’euro digitale che, secondo la prima proposta di regolamento Ue “Single currency package”, una volta pronto (tra almeno 5 anni) potrebbe essere integrato proprio nei portafogli virtuali, che diventerebbero così delle piccole banche personali. Tutti le informazioni e i dati certificati sui portafogli digitali potranno essere utilizzati nei vari paesi dell’Unione europea, con una piena integrazione dei servizi quando ci sarà un e-wallet pubblico in ognuna della 27 nazioni Ue. Parlamento e Consiglio europei a giugno hanno raggiunto un primo accordo preliminare sulla proposta presentata dalla Commissione per la riforma del Regolamento eIDAS. Ora si attende un via libera definitivo nei prossimi mesi. Le nuove regole nascono con l’obiettivo di uniformare il frastagliato quadro dei 27. La Commissione punta poi, entro il 2030, a far usare ad almeno l’80% dei cittadini europei il nuovo sistema di identità digitale per accedere ai principali servizi pubblici. La piattaforma, retta da un’unica architettura informatica su cui si sta iniziando a lavorare, dovrà essere, secondo una relazione approvata a inizio anno dalla Commissione industria del Parlamento Ue, «facile da usare» per garantire «ai cittadini il controllo dei propri dati personali».

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