Autunno caldo allo sportello e non solo per la tassa sugli extraprofitti .
Si riaccende il rischio bancario per la riapertura delle privatizzazioni (forzate) da parte del governo per fare cassa e integrare «una manovra prudente che non potrà fare tutto» (parole del Ministro Giancarlo Giorgetti). La nuova stagione ha riacceso il faro soprattutto su Banca Montepaschi, ri-statalizzata nell'autunno 2017 a seguito del fallimento dell'operazione di mercato da 5 miliardi per mancanza di investitori: il Mef concordò con Bce e Dg Comp una ricapitalizzazione precauzionale da 8, 1 miliardo. Di Mps il Tesoro ferma oggi il 64,2%, dopo l'aumento di capitale da 2,5 miliardi chiuso a novembre 2022 e da allora, l'istituto ha accelerato la ripresa. Come dimostra l'andamento del titolo: le nuove azioni furono collocate a 2 euro mentre il titolo è stabilmente sopra questo valore per una capitalizzazione di 3,3 miliardi: per lo Stato finora plusvalenza di 400 milioni. «Risolveremo senza farci dettare tempi da nessuno, tantomeno dalla fretta», ha detto Giorgetti da Cernobbio, frenando il pressing di Antonio Tajani e Adolfo Urso di «accelerare». A via XX Settembre da giorni si sta facendo un'analisi delle partecipate pubbliche e Mps è in cima alla lista per un motivo specifico: a fine 2022 scadeva la realizzazione del piano di ristrutturazione con l'uscita dello Stato dal capitale che però non è avvenuto , anche per la rottura delle trattative del Tesoro con Unicredit il 26 ottobre 2021. Il Mef ha rinegoziato con l'Europa una nuova scadenza a giugno 2024. Restano 10 mesi per trovare una soluzione. Le opzioni sono due, ma secondo quanto risulta a Moltoeconomia, via XX Settembre, non potendo praticare l'altra, in linea con la prudenza di Giorgetti, sta lavorando per collocare sul mercato, tranche del 10-15% per volta, a sconto ( a gennaio Allianz ha venduto sul mercato il 7,9% con uno sconto del 15%) che consente di diluirsi gradualmente e alla scadenza, mantenere l'impegno con Dg Comp, anche conservando un 15-20% circa. La via della diluizione fa quadrare il cerchio e tiene conto di un istituto, presieduto da Nicola Maione, avvocato brillante e banchiere in rapporti eccellenti con Giorgetti, in ripresa. Un partner italiano cui cedere la maggioranza anche attraverso la business Combination di una fusione, è una via complicata perchè i cavalieri bianchi sono restii.
DOPPIO BOCCONE
A cominciare da Unicredit, dopo la trattativa di due anni fa, arenatasi perchè il Tesoro respinse l’ultima offerta di Andrea Orcel: acquisto di tutto il gruppo Mps e il Mef avrebbe dovuto dare una dote di 8,5 miliardi.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout