Riassetto Marzotto, Favrin cede la quota ai Donà dalle Rose

Il gruppo di Valdagno verso un rimescolamento con il sostegno degli istituti: diluirà ancora di più il peso della famiglia di origine

Riassetto Marzotto, Favrin cede la quota ai Donà dalle Rose
di Rosario Dimito
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Mercoledì 1 Novembre 2023, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 08:21

«La nostra è una famiglia che si è frantumata», diceva Pietro Marzotto, figlio del conte Gaetano, leader storico dell’omonimo gruppo tessile con sede a Valdagno, che ruppe con i fratelli oltre 25 anni fa.

Era il 1997 e lo scontro in famiglia si accese sulla fusione naufragata con Hpi e poi, a colpi di opa, sulla Zignago. Pietro è stato costretto a dimettersi nel 2004 per contrasti con i cugini di quarto e quinto grado (in tutto sono 70), azionisti della società e a lasciare l’azionariato. Il conte era la sesta generazione, oggi c’è la settima radunata nella Marzotto tramite la Wizard che, a sua volta, è controllata dalla Trenora dove si ritrovano rami della famiglia e dei Donà dalle Rose. La Marzotto è una piattaforma di prodotti tessili di alta gamma con tre anime principali e 13 marchi: Marzotto Wool Manufactuting (Guabello, Tallia di Delfino, Opera Piemontese), Marzotto Lab (Linificio & Canapificio Nazionale, Lanerossi), Ratti spa. Presidente e azionista della Marzotto è dal 2004 Antonio Favrin che prese il posto di Pietro Marzotto. Favrin ha il 40% della Trenora, azionista al 52,1% di Wizard che ha il 100% del gruppo tessile, a sua volta azionista al 34,37% della Ratti, produttrice di tessuti per abbigliamento. Nel capitale della Wizard oltre Trenora ci sono Manifatture Internazionali con il 28,7%, Simon Fiduciaria (19%). In trasparenza la quota del manager, 85 anni, da sempre punto di equilibrio dei vari rami della famiglia, è di circa il 25%. In più Favrin ha una quota del 34,37% nella Ratti, stessa quota della Marzotto spa con la quale ha un patto parasociale sulla gestione, in scadenza il 5 marzo 2024. Il 3 marzo 2022 il patto ha stabilito che «il consigliere Sergio Tamborini sia nominato, dall’assemblea della Ratti spa, amministratore delegato per gli esercizi 2022, 2023, 2024».

NODO DIVIDENDI

«I Marzotto sono tante famiglie, oggi». Per riprendere le parole che furono di Favrin, «quando si supera la terza generazione il concetto di famiglia diventa vago». Questo mosaico societario si tiene attraverso equilibri delicati, finora garantiti da Favrin, che adesso, secondo quanto risulta al Messaggero, ha deciso di fare un passo indietro, cedendo il suo 40% circa di Trenora e anche la carica di Presidente. Ad acquistare dovrebbe essere Manifatture Internazionali, facente capo ai discendenti di Leonardo Donà dalle Rose, marito di Italia Marzotto: la coppia ha avuto due figli, Andrea e Rosanna unitasi in matrimonio con Antonio Puri Purini, già consigliere diplomatico di Carlo Azeglio Ciampi. Nell’azionariato ci sono anche i Recchi, imparentati con i Donà. La crescita di peso di Manifatture Internazionali influenzerà l’assetto di comando, facendo balzare la holding al vertice dell’azionariato, visto che la società, oltre alla partecipazione diretta nella Wizard, detiene il 40% circa della Trenora. Con la regia di Lazard, per acquistare la partecipazione di Favrin, Manifatture Internazionali sta negoziando un prestito di circa 50 milioni. Tutte le grandi banche si sarebbero riservate volendo approfondire il dossier. Le perplessità nascono sulla capacità di restituire il prestito con i dividendi che la Marzotto dovrebbe staccare ai suoi azionisti, assieme al rimborso dei debiti: secondo la Centrale rischi Bankitalia, aggiornata ad agosto, il gruppo tessile ha un accordato di 78,9 milioni con un utilizzato di 63,9 milioni. Marzotto nel 2022 ha macinato 370 milioni di ricavi con un ebitda di 39 milioni e le stime indicano 398 milioni di giro d’affari nel 2023 (budget 403 milioni) e 54 milioni di margine lordo. È probabile che qualche banca riesca a montare un bridge, consentendo di portare a termine il riassetto della Marzotto dove ci sarà da capire il futuro della governance, nel caso in cui Favrin volesse lasciare anche la presidenza. Siamo difronte a un altro bivio cruciale della famiglia della provincia di Vicenza che avrà ripercussioni sul futuro.

Sicuramente gli ultimi 40 anni sono stati segnati dall’avvento nel 1982 di Pietro Marzotto che attuò una politica di acquisizioni: nel 1985 venne acquisita Finbassetti e nacque un gruppo da circa 700 miliardi di vecchie lire. Nello stesso anno fu acquisito il Linificio e Canapificio Nazionale, siglato l’accordo con Missoni e si concluse la trattativa con Philip Morris, avviando due linee di confezionamento per il tempo libero e lo sport con Marlboro Classic, marchio che opera nel segmento del casual di grande qualità, con collezioni ispirate allo spirito libero del grande west americano. Il 1987 vide l’ingresso di Lanerossi e della griffe dello stilista Gianfranco Ferrè. In contemporanea con la vendita di Valentino, si registrò un rivolgimento nell’assetto societario con l’acquisto di una quota rilevante da parte del Conte Andrea Donà dalle Rose e sorelle.

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