Educazione finanziaria un cardine vitale per i cittadini di domani

Educazione finanziaria un cardine vitale per i cittadini di domani
di Giuseppe Vegas
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Mercoledì 1 Novembre 2023, 15:33 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 08:16

In principio era l’adagio “caveat emptor”, che si potrebbe tradurre con “il rischio è esclusivamente a carico del compratore”, che regolava la responsabilità di ciascuna delle parti anche nelle transazioni con oggetto prodotti finanziari.

Col tempo e con la crescente differenziazione degli strumenti di investimento, dapprima gli stessi investitori e i risparmiatori e, successivamente, anche i governi e le autorità di regolazione dei mercati hanno acquisito la consapevolezza della delicatezza della materia. Ciò tanto più in quanto i prodotti finanziari sono divenuti gradualmente ma inesorabilmente assai più complicati: non si trattava infatti più solo di mutui, depositi, obbligazioni e azioni, ma erano entrati in campo prodotti complessi e derivati. Prodotti, questi ultimi, costruiti assemblando strumenti dotati di diversa natura o proposti al mercato da una pluralità di distributori o produttori, ovvero il cui valore non risulta intrinsecamente connesso al prodotto in sé, ma proviene dalla variazione di quello di altri prodotti. La difficoltà di comprendere gli effetti economici per gli investitori risulta spesso tanto elevata da aver provocato divieti di distribuirli alla clientela retail, riservandoli ai soli investitori istituzionali. In qualche caso, come in quello degli enti locali nel nostro Paese, sono stati vietati anche a istituzioni finanziarie professionali e specializzate. Non solo. Molti casi di “risparmio tradito”, verificatisi soprattutto dopo la grande crisi finanziaria del primo decennio del secolo, hanno posto all’attenzione pubblica la necessità di intervenire. Se per i prodotti tradizionali non è giustificato porre divieti, occorre tuttavia difendere i risparmiatori operando per accrescerne la consapevolezza, con riferimento sia alla tipologia del prodotto sia ai suoi effetti economici in capo all’acquirente.

Ci si è resi conto che molto spesso le decisioni vengono assunte in mancanza di una vera e propria valutazione razionale.

Basta il consiglio di un conoscente, o del funzionario di banca con il quale il risparmiatore ha familiarità, per far scattare la decisione di acquisto. Neppure l’indispensabile compilazione del questionario Mifid si dimostra sempre in grado di stimolare l’attenzione: in molti casi, ci si limitava ad apporre la propria sottoscrizione senza neppure rendersi conto del contenuto del documento. Non sono mancati casi di comportamenti fraudolenti da parte di produttori e distributori; tuttavia, una costante è rappresentata dalla scarsa attenzione dell’acquirente rispetto ai rischi evidenziati dal documento, di cui spesso non conosce né la natura né lo scopo. Carenza di attenzione che dipende il più delle volte dalla mancata o assai scarsa conoscenza delle nozioni di base che governano i mercati finanziari. In sostanza, l’investitore è molto meno attento quando sceglie un prodotto finanziario, che può rappresentare anche una spesa significativa per le sue tasche, rispetto a quando acquista per pochi euro un qualsiasi bene di consumo, di cui vuole prima conoscere tutte le caratteristiche. Si è anche avuto modo di constatare che questo tipo di approccio risulta purtroppo diffuso nel nostro Paese a causa di una generale insufficiente conoscenza anche delle nozioni basilari in materia finanziaria. Ne è derivata la necessità di offrire a tutti, e soprattutto ai giovani, almeno gli indispensabili rudimenti di educazione finanziaria per potersi muovere consapevolmente nel nostro campo. In principio è stata la Consob, proprio negli anni a ridosso della grande crisi, a proporre l’istituzione di corsi in materia e a fornire una informazione di base tramite il proprio sito Internet. Successivamente, grazie anche alle pressioni e all’indirizzo della Commissione finanza della Camera, anche il governo ha preso consapevolezza del problema e ha istituito una commissione di studio, con la partecipazione del ministero dell’Economia, di Banca d’Italia e di Consob, con il compito di definire proposte concrete in materia. Il lavoro della Commissione ha portato all’iniziativa del ministero dell’Istruzione, che ha deciso che l’educazione finanziaria costituirà una materia di insegnamento nelle scuole nell’ambito dell’educazione civica. Certo, l’educazione civica è ancora oggi una materia negletta, pur tuttavia costituisce un primo passo, sebbene insufficiente, per offrire ai cittadini di domani una maggiore consapevolezza per affrontare il loro futuro. 

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