Dubbi sui fondi pensione?
Consigli utili per il tempo di crisi

Dubbi sui fondi pensione? Consigli utili per il tempo di crisi
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Giovedì 10 Giugno 2010, 20:35 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 13:27
ROMA (10 giugno) - Il prolungato periodo di turbolenza finanziaria assomiglia sempre pi, metereologicamente, ai contorni del vero e proprio uragano. Il risparmiatore, di fronte all’ennesimo attentato alle coronarie, si interroga sull’atteggiamento da assumere in periodi di crisi che, alla luce dell’esperienza empirica, non sono più un caso isolato ma tendono a ripetersi con preoccupante frequenza. Ancor più delicato il tema se il ragionamento si sposta nel settore previdenziale considerandone la delicatezza della finalità: mantenere inalterato il tenore di vita durante il pensionamento. Quali sono i dubbi ricorrenti che possono insorgere? E come difendersi nel concreto? Premettendo che per conoscere il futuro ci vorrebbe «la zingara», come echeggiava una canzone del repertorio classico napoletano, abbiamo provato ad individuare dei dubbi ricorrenti con possibili risposte logiche.



Il risparmio previdenziale è tutelato? L’universo dei nostri fondi pensione ha retto fino ad ora sempre bene in termini di solidità. La rete di protezione è ampia: dalla Autorità di vigilanza che è la Covip, al ministero del Lavoro, agli Organi interni dei fondi pensione (Consiglio di amministrazione, Collegio sindacale, Responsabile); non va poi dimenticato il ruolo della Banca depositaria: se nel nostro Paese non si sono verificati casi Madoff nella previdenza integrativa, lo si deve anche a questo attore poco conosciuto e valorizzato ma invece di fondamentale importanza, il vero “custode della cassaforte”. Altro profilo da evidenziare è che i nostri fondi pensione, a differenza per esempio di quelli americani, sono a contribuzione definita con un patrimonio autonomo e separato: raccolgono contributi (su base volontaria), li investono sui mercati finanziari e le future pensioni integrative dipendono dai contributi versati, dai rendimenti finanziari, dalla lunghezza del periodo di contribuzione, dai costi sostenuti. Oltre Oceano invece vige il regime della prestazione definita, con la promessa, non sempre mantenibile, di una prestazione certa garantita dal datore di lavoro.



Qual è il livello di sicurezza dei fondi pensione? La Covip ha recentemente richiesto a tutte le forme pensionistiche la consistenza della percentuale del patrimonio investita in titoli greci. I portafogli previdenziali devono essere infatti, in applicazione della normativa di settore, molto diversificati. In attesa di conoscere l’esito della nuova indagine, giova rammentare che nel recente passato i titoli tossici hanno sempre avuto presenza irrilevante. Un esempio per tutti: i fondi pensione di categoria avevano titoli Lehman pari allo 0,1% del proprio patrimonio. Va poi ricordato che ci sono tutta una serie di norme di tutela nel processo di gestione finanziaria che vanno dall’obbligo di individuazione dei gestori in base a una selezione pubblica condotta con criteri determinati dall'Autorità di vigilanza all’obbligo di individuazione di una banca depositaria.



Come proteggere il proprio investimento previdenziale? Solo la diversificazione (il non mettere cioè tutte le proprie uova nello stesso paniere) può essere lo scudo protettivo nel lungo periodo del nostro risparmio. Come comportarsi allora? La diversificazione può essere sia in direzione orizzontale che verticale. Quindi sia ripartendo il proprio contributo più il tfr tra più linee di investimento contemporaneamente (i fondi pensione, sopratutto quelli ad adesione collettiva, prevedono spesso il multilinea, per esempio il tfr può andare in una linea garantita per immunizzare il rischio e i contributi su linee più aggressive in rapporto alla distanza dal pensionamento) che diminuendo in maniera graduale il proprio investimento azionario all’avvicinarsi del pensionamento (è quel meccanismo che si definisce con termine anglosassone life cycle). Va poi rammentato come le forme pensionistiche complementari prevedono l’investimento rateale: si mediano così le quotazioni di ingresso attenuando ulteriormente il rischio.



Qual è l’atteggiamento consigliabile? Il suggerimento è quello di contenere l’emotività; mantenere cioè i nervi saldi e non perdere la calma. Va sempre ricordato che la previdenza integrativa ha un orizzonte temporale di lungo periodo (il punto di arrivo è infatti l’età di pensionamento prevista dal regime obbligatorio di appartenenza, vale a dire Inps per i dipendenti del settore privato, Inpdap per i dipendenti del settore pubblico, Enpals per settore sport e spettacolo, Casse di previdenza per liberi professionisti). Considerandone il progressivo innalzamento alla luce delle diverse riforme (non ultima la recente manovra che determina un'unica finestra di scorrimento) la strada da percorrere è decisamente lunga. Prima di prendere decisioni affrettate, occorre valutare e interpretare correttamente la crisi: è passeggera o è stabile è di lungo corso. Su archi temporali sufficientemente lunghi i mercati finanziari possono recuperare sostanziosamente le proprie perdite e contribuire a integrare efficacemente il nostro tenore di vita per una vecchiaia serena.



Come si fa a valutare la bravura del gestore?
Anche a questo proposito non si deve essere affrettati nei giudizi, in caso di rendimenti ridotti o negativi. Rispetto a che co rende poco? Come è andato il mercato di riferimento (benchmark)? Come sono andati i concorrenti? E su che archi temporali si sviluppa il giudizio? La base di ogni ragionamento è la premessa: cosa bisogna volere dal proprio investimento previdenziale? Risposta: che cresca gradualmente nel tempo esponendo il risparmiatore quanto meno possibile al rischio. In un esempio scolastico, a parità di altre condizioni tra un gestore che un anno rende il 20% e l’anno dopo perde il 30% ed un altro che mi dà stabilmente il 5% all’anno prediligeremmo il secondo. Qualche dato empirico? Dopo un 2008 da de profundis e un 2009 in netta ripresa, il dato più forte è quello rilevato su un arco temporale più ampio: secondo Assofondipensione il rendimento medio composto dei fondi pensione negoziali nel periodo dal marzo 2005 al marzo 2010 è stato pari al 3,25%, superiore all’inflazione e al rendimento medio composto del tfr, vero punto di riferimento nell’immaginario collettivo dei lavoratori dipendenti, attestatosi nel medesimo periodo al 2,57%.



Si è in prossimità del pensionamento e si è in perdita: che fare? La stessa Autorità di vigilanza precisa che una volta raggiunta l’età pensionabile prevista nel regime obbligatorio di appartenenza, l’aderente può valutare l’opportunità di rinviare in avanti nel tempo il momento di fruizione delle prestazioni pensionistiche, qualora giudichi che le condizioni di mercato non siano favorevoli per la liquidazione del capitale accumulato o per la sua conversione in rendita.