Giostre e poesia, il mondo dei Marsico negli scatti di Ciccarese

Giostre e poesia, il mondo dei Marsico negli scatti di Ciccarese
di Marinilde GIANNANDREA
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Lunedì 28 Febbraio 2022, 23:08

Ogni crisi storica, determina destini e cancella paesaggi urbani. Il Covid ha eliminato quelli delle architetture effimere, dei circhi, delle feste patronali, dei mercati, dei giostrai. Un'umanità, che sembra scomparsa, anche perché non ha luoghi la testimoniano. Ai Marsico, una delle più antiche famiglie di giostrai italiani, Andrea Ciccarese ha dedicato il suo ultimo lavoro fotografico, Marsico - Down on the street, pubblicato da Perimetro, il magazine online con base a Milano che valorizza la fotografia italiana contemporanea e da Still Young, un'appendice della galleria Still Fotografia, un progetto promosso e gestito da Alessandro Curti con l'obiettivo di promuovere e valorizzare giovani artisti e talenti emergenti.

Ciccarese ha seguito i Marsico, che hanno base a San Cesario e dove, da alcuni anni, hanno trovato posto i loro caravan e le giostre, in un reportage fotografico durato due anni. Ha seguito i viaggi, i momenti di vita quotidiana, quelli del lavoro e delle lunghe notti illuminate dalle luci delle giostre.
La storia della famiglia Marsico comincia con Nicola, un saltimbanco che nei primi decenni del secolo scorso fonda il Circo Marsico, negli anni Sessanta si trasformano da circensi a giostrai e qui inizia una storia vissuta da più generazioni.
«Ho voluto raccontare la dignità della loro diversità racconta Andrea Ciccarese una vita lontana da quella delle consuetudini borghesi, ma di fatto basata sul lavoro. Quello che ho documentato non è solo un mondo nomade, ma un gruppo di persone che vive profondamente di questo mestiere e di questa tradizione, ormai purtroppo in crisi».
Le cinquanta fotografie ricostruiscono i momenti di una giornata tipo, dal risveglio alle notti luminose delle feste, una routine e una normalità che diventano eccezionali, perché raccontano un mondo di cui noi percepiamo solo il risultato festoso e rutilante, ma non la dimensione reale. Quella in cui convivono molteplici lavori, dalla guida dei camion al montaggio e alla manutenzione, sincopata delle pause nei camper e negli alberghi, dallo scorrere del tempo della preparazione delle giostre che nel racconto di Ciccarese hanno la meglio sui momenti della festa.

Il bianco e nero delle fotografie è profondo, pieno di ombre, e restituisce la densità dei volti e dei gesti.


«Mi viene spontaneo vedere il mondo in bianco e nero. Il colore mi distrae perché sono attratto più dalle forme delle cose che dai loro colori. Della fotografia mi interessano soprattutto gli aspetti compositivi e sono cresciuto guardando i grandi maestri del bianco e nero».
Nato a Lecce nel 1989, Andrea Ciccarese è tra i fondatori dello studio fotografico Zerosettanta specializzato in reportage, fotografia d'interni e stampa Fine Art e nel 2017 realizza il suo progetto fotografico Pompeii, vincitore del primo premio all'Exposure Photography Festival a Calgary. Ha vissuto a lungo negli Stati Uniti, dove ha fotografato le architetture in due progetti, America's Corners e Looking for the silence, che si concentrano sugli edifici minori, angoli di strade tra Boston, Los Angeles e New York ma anche sull'astrazione dei paesaggi urbani e sui rumori delle grandi metropoli.
Il suo progetto sui Marsico inizia nel 2019. Li segue dal di dentro ma con uno sguardo esterno e nello stesso tempo profondamente vissuto che ha stupito gli stessi protagonisti del racconto. È una fotografia che testimonia modi di vivere diversi e lontani, nonostante la loro prossimità, in cui l'essere umano e la sua condizione professionale sono il soggetto su cui concentrarsi. Nella dimensione documentaria contraddice pregiudizi diffusi, con immagini che confutano le aspettative del nostro immaginario e gli stereotipi su una esistenza zingara. Ciccarese guarda questo mondo suggerendo come la vita e la cultura dei giostrai si svolge soprattutto dietro le luci del Luna park, è un mondo essenzialmente maschile, dominato dalla durezza del lavoro itinerante che ne definisce i contorni. Una storia minore ma capace di restituire il profilo di una forte identità sociale e umana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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