Da Mola alla Svezia: così la musica di Enzo Del Re è rimasta in vita

Da Mola alla Svezia: così la musica di Enzo Del Re è rimasta in vita
di Beppe STALLONE
4 Minuti di Lettura
Sabato 4 Settembre 2021, 10:42

Il vento che viene dal mare sembra portare con sé le parole, i suoni, i rumori del corpofonista Enzo Del Re.

La musica anticonformista di Del Re

Un cantastorie, un cantautore, un uomo che attraverso le sue canzoni e la sua vita ha fatto politica, un molese doc, apprezzato e salito alla ribalta nazionale forse troppo tardi. Un anticonformista sicuramente, Enzo Del Re, uno che faceva musica rifiutando l'uso degli strumenti classici, ma utilizzando una sedia o percussioni costruite con materiali di recupero, Enzo Del Re uno che faceva musica schioccando la lingua sul palato o modulando le aperture e le chiusure della bocca.

La fine al culmine del successo


Enzo Del Re, che un anno prima di morire, dal palco di Piazza San Giovanni a Roma per il concerto del 1 maggio, manda in delirio 500mila persone cantando Lavorare con lentezza e Tengo na voglia e fa niente. Enzo del Re che da Mola parte per Roma e Milano e incontra e lavora con Antonio Infantino, Enzo Iannacci, Dario Fo e fa del suo impegno politico tutt'uno con la sua musica e la sua vita, finendo anche in galera più di una volta. Poi tornerà a Mola per restarci.

Il decennale a Mola


Nel decennale della sua scomparsa, Mola di Bari ha voluto dedicare una serata in cui diversi ospiti hanno cantato le sue canzoni e parlato di lui, una delle figure più radicali, più vere, del panorama musicale italiano. Un cantastorie da cui Mola deve partire, come è stato detto nel corso della serata, per valorizzare l'identità di un territorio. Enzo Del Re, come Matteo Salvatore, Uccio Aloisi, i Cantori di Carpino, Tonino Zurlo, rappresentano il carattere identitario della nostra regione, un'identità meticcia fatta di contaminazioni, di influenze diverse, che partono dalla terra e dal lavoro.
Il lavoro al centro dell'opera di Del Re, il lavoro che è altro dalla fatica, perché come ricorda in apertura l'attore, registra, scrittore Andrea Satta, per Del Re il lavoro è buono la fatica è cattiva. Gli fa eco Ascanio Celestini, in collegamento dalla Svezia dove si trova per uno spettacolo. La proiezione di un cortometraggio, con protagonisti Celestini e Satta, in chiave ironica e amara mostra l'attualità della tematica che Enzo Del Re ha portato avanti nelle sua vita. Certo ora non ci sono più i padroni, ma ci sono gli algoritmi a governare i tempi del lavoro, le dinamiche, la produttività. Non c'è più il padrone che ti licenzia, ma c'è il responsabile delle risorse umane che ti invia un messaggio in whatsapp e ti comunica che dal giorno successivo non ha più bisogno di te. Peppe Barra incanta la platea, sferzata dalle folate di tramontana che si abbattono nel piazzale del Castello di Mola di Bari, evoca la madre Concetta Barra e Procida, ventre accogliente in cui rifugiarsi e creare arte. Peppe Barra canta Avola di Del Re e poi, accompagnato da Paolo Del Vecchio alla chitarra acustica e Luca Urciuolo alla tastiera, Procidana e Vasame.
Il concerto è stato promosso da Puglia Sounds e dal Comune di Mola di Bari, su un progetto dell'associazione culturale Etra E.T.S. e della Libreria Culture Club Cafè, con la direzione artistica di Timisoara Pinto. Gli spettatori, attenti e ben distanziati, vengono trascinati dai ritmi e dalla voce martellante di Tonino Zurlo che invita tutti a sfiatare emettere un fiato liberatorio, contro la cultura della sudditanza e per l'uso libero della materia grigia, liberi dalla schiavitù dei telefonini. È la volta di Piero Braga e Oretta Orengo, chitarra e corno inglese, due ricercatori di musica e di eventi popolari, cantano Mannaggia a me, Marinaio senza mare e Figliolo caro del cantastorie molese.
Toccante, delicata, unica l'interpretazione di Enrica Mou di U navigant di Enzo Del Re e poi la cantautrice biscegliese canta Nend in dialetto. Interpretazione fantastica. Si chiude coi ritmi trascinanti della tromba di Roy Paci, accompagnato dal fisarmonicista Carmine Ioanna. Roy Paci sottolinea e ricorda di Del Re il rifiuto delle omologazioni e il diritto alla dignità, concetti fondamentali e sempre attuali. I pezzi che eseguono sono: Il superuomo, Malarazza e quello più famoso di Enzo Del Re Lavorare con lentezza. E a questo punto sul palco rinasce la musica e lo spirito combattente di un grande molese, pugliese, cittadino del mondo, quale è stato Enzo Del Re.
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