Omicidio di Paolo Stasi e spaccio di droga, processo in Corte d'Assise per sei. C'è anche la madre

Il delitto di Paolo Stasi
Il delitto di Paolo Stasi
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Lunedì 20 Novembre 2023, 16:02 - Ultimo aggiornamento: 16:05

Processo in Corte d'Assise al via il 16 gennaio 2024 per e Christian Candita, 22 anni, di Francavilla Fontaa, accusato di concorso dell'omicidio del 19enne Paolo Stasi della sera del 9 novembre dell’anno scorso davanti alla sua casa di via Occhibianchi. Lo ha stabilito oggi la giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Brindisi, Barbara Nestore, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Giuseppe De Nozza nelle vesti di titolare dell'inchiesta condotta con i carabinieri del Nucleo investigativo. Il reo confesso esecutore materiale del delitto, L.B., 18 anni, di Francavilla anche lui, fa parte dell'iter giudiziario parallelo incardinato dalla Procura per i minorenni in quanto aveva 17 anni all'epoca dei fatti: sarà processato dal Tribunale per i minorenni. L'avvocato difensore Maurizio Campanino ha chiesto il rito abbreviato.

Rigettata la richiesta di rito abbreviato

Istanza avanzata anche dall'avvocato Michele Fino per conto di Candita, per potere usufruire dello sconto di un terzo della pena in caso di condanna. E rigettata dalla gup Nestore, ravvedendo la sussistenza delle aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, ostativi - con la modifica introdotta nel 2019 del codice di procedura penale - alla cencessione dell'abbreviato. In questo procedimento intanto è stata definita la posizione di uno degli imputati che risponde di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ossia il contesto nel quale - secondo l'accusa - sarebbe maturato l'omicidio: Pasquale Moldavio, 31 anni, di Francavilla, è stato condannato a quattro anni di reclusione con la concessione delle attenuanti generiche.

A giudizio per spaccio la madre della vittima

A giudizio in Assise gli altri imputati: Annunziata D'Errico, 53 anni, madre di Paolo Stasi (difesa dall'avvocato Francesco Monopoli); L.B., 18 anni (avvocato Campanino); Marirosa Mascia, 25 anni, di Francavilla (avvocato Fino); Sara Canovari, 21 anni, di Francavilla (avvocato Fino); e Cosimo Candita, 40 anni, di Francavilla (avvocato Giulio Marchetti). Per Giovanni Di Cesaria, 25 anni, di Francavilla (avvocato D'Arpe), è stata stralciata la posizione per un vizio procedurale. Era stata accolta nell'udienza di venerdì la richiesta di costituirsi parte civile presentata dall’avvocato Domenico Attanasi per conto della madre della vittima, Annunziata D’Errico, del padre Giuseppe Stasi e della sorella Vanessa.

Le accuse

Le accuse che dovrà accertare il processo a carico di Candita sono di concorso in omicidio aggravato da premeditazione e futili motivi, porto illegale d'arma e spari in luogo pubblico, spaccio, e di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti a carico degli altri cinque imputati.

Secondo l'accusa, nella casa di famiglia in via Occhibianchi, D'Errico  ed il figlio confezionavano e consumavano principalmente hashish e marijuana. E ci sarebbe stato proprio un debito di droga di circa 5mila euro, dai due contratto, all'origine dell'esecuzione di Paolo intorno alle 17.30 di quel 9 novembre dello scorso anno.

La confessione di L.B.

La spedizione punitiva è stata ammessa da L.B. nei mesi passati, durante un interrogatorio dinanzi alle magistrate inquirenti Filoni e Guglielmi. Questi ha escluso l'intenzione di uccidere e quindi la premeditazione del gesto, organizzato insieme con Candita in compagnia del quale giorni prima avrebbe effettuato un sopralluogo. Le indagini, condotte dai carabinieri  hanno messo in luce un presunto giro di stupefacenti, perlopiù "erba" e "fumo" ma anche cocaina ed eroina. Mascia e Canovari, al momento delle investigazioni, erano le fidanzate di Candita ed L.B.

La rete

La presunta rete di approvvigionamento all'ingrosso e spaccio al dettaglio, con compiti prestabiliti tra i componenti, avrebbe comportato diversi spostamenti per l'acquisto della droga a cavallo delle province di Brindisi, Taranto e Bari. Poi gli stupefacenti sarebbero transitati da casa Stasi - in virtù di un accordo tra D'Errico ed L.B. - dov'era custodita e confezionata in dosi. Un compito che madre e figlio avrebbero abbinato al consumo personale accumulando quel debito che è finito per costare la vita a Paolo. 

Il processo

Toccherà al processo stabilire la verità del primo grado di giudizio. Per tutti gli imputati vale la presunzione di non colpevolezza fino al pronunciamento dell'ultimo grado di giudizio.

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