I provvedimenti giudiziari, che si fondano sugli accertamenti poi compiuti sul campo dagli investigatori, rientrano in una guerra di esposti che si inquadra in una situazione conflittuale ben più radicata che ha ad oggetto la riserva ormai da tempo. Lo scontro politico, da un lato. La dialettica tra l’ente di gestione e i privati che riguarda principalmente la titolarità del parcheggio di Penna Grossa. Da luogo ameno, di tutela della fauna acquatica e terrestre, Guaceto è diventato un business a molti zeri. Una meta turistica che accoglie ogni estate migliaia di visitatori. I costi di gestione sono alti, alcuni servizi offerti non sono gratuiti. Ed è così che il tratto di litorale che fino a una decina di anni altro non era che un luogo incontaminato dove poter trascorrere del tempo a stretto contatto con la natura, è divenuta una terra di conquista. Un fazzole
La splendida giornata di scirocco che ieri pensavano di trascorrere in riva al mare turisti e habitué di Penna Grossa è stata segnata per l’ennesima volta dalla laboriosa presenza sul posto di uomini in divisa. Il primo controllo, a quanto si è appreso, risale a mercoledì scorso, quando sarebbero state riscontrate alcune irregolarità relative proprio al baretto e ai servizi igienici sull’arenile. Sarebbero state date delle prescrizioni. Ieri mattina poi, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza.
Sarà comunque possibile fruire di lettini e ombrelloni, servizi su cui non è stata mossa alcuna contestazione.
L’attività di indagine ha avuto origine da un esposto depositato presso gli uffici della Capitaneria di porto di Brindisi. Qualcuno ha denunciato, come conseguenza imprescindibile i militari hanno svolto le opportune verifiche. Rilevando effettivamente alcune difformità tra i titoli autorizzativi e le opere. Oltre al bar e ai servizi igienici, anche la pedana con blocchi in cemento su cui era stato allestito il punto ristoro. Il lido era strapieno. L’improvvisa scomparsa del chioschetto ha fatto parlare di sé tra indigeni e forestieri.
Così come in passato era già accaduto per il parcheggio, per il trenino e in occasione di altri spiacevoli inconvenienti.
Guaceto, nel cui cda figurano i Comuni di Carovigno, Brindisi e il Wwf, resta insomma al centro delle polemiche. Il commissariamento, nelle varie epoche, è stato invocato in più di una circostanza. Le questioni tecniche si sono trasformate spesso e volentieri in dibattito politico. I conflitti a suon di carte bollate, talvolta anche di minacce e intimidazioni (tanto è stato denunciato ai carabinieri), producono oggi un unico risultato, al netto dell’eventuale commissione di illeciti su cui indaga la procura: l’oasi non è ormai più da tempo un’oasi. Per lo meno, così non appare.