Il nuovo assalto va a segno:
17 firme, Carluccio sfiduciata

Il nuovo assalto va a segno: 17 firme, Carluccio sfiduciata
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Sabato 27 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:32

Si chiude con le dimissioni contemporanee di diciassette consiglieri su trentadue l’amministrazione guidata dal primo sindaco donna di Brindisi: Angela Carluccio, in carica meno di un anno.
Ieri pomeriggio, intorno alle 17, i consiglieri comunali di opposizione si sono incontrati al quartiere Casale, nell’abitazione del capogruppo di Impegno Sociale Carmelo Palazzo, uno dei primi sostenitori della Carluccio poco più di un anno fa e primo della coalizione a venire meno, pochissimi giorni dopo l’insediamento.
A sfilare attraverso l’ingresso di casa Palazzo sono Nando Marino e Teodoro Scarano, del gruppo Nando Marino Sindaco; il consigliere Pd Antonio Elefante; il consigliere di Forza Italia Mauro D’Attis; il consigliere di Alternativa Popolare Teodoro Pierri; il consigliere di “Articolo 1” Cristian Saponaro; i Coerenti per Brindisi Pasquale Luperti e Marika Rollo; Stefano Alparone ed Elena Giglio del Movimento 5 Stelle; Riccardo Rossi e Giuseppe Cellie per Brindisi Bene Comune; Carmelo Palazzo, Giampaolo D’Onofrio e Antonio Manfreda per Impegno Sociale; Antonio Pisanelli per l’Udc.
A questi si è aggiunto, come diciassettesimo, Umberto Ribezzi, candidatosi nella lista dei Democratici per Brindisi, poi passato ai Coerenti per Brindisi, poi rientrato nei Democratici per Brindisi (nel frattempo diventati Democratici e Socialisti) e poi dichiaratosi indipendente.
Presente in casa Palazzo, oltre ai consiglieri, anche il notaio Gianandrea Corrado, che ha autenticato le firme. Le dimissioni saranno protocollate questa mattina a palazzo di città e solo in quel momento, formalmente, l’amministrazione comunale sarà decaduta, senza riuscire nemmeno ad approvare il bilancio consuntivo 2016, che sarebbe dovuto arrivare in consiglio comunale lunedì prossimo.
A questo punto, nei prossimi giorni il prefetto di Brindisi nominerà un commissario straordinario che avrà l’onere di guidare la città fino alle prossime elezioni amministrative, che si terranno verosimilmente tra la primavera e l’estate del 2018.
Ma quella che ha fatto, stavolta davvero, cadere l’amministrazione Carluccio a meno di un anno dalla vittoria del ballottaggio, il 20 giugno dell’anno scorso, è solo l’ultima di una serie infinita di crisi, cominciate fin dall’insediamento dell’amministrazione.


Già subito dopo l’insediamento della prima cittadina, infatti, Impegno Sociale - che in quel momento poteva contare su cinque consiglieri comunali - ha prima dichiarato l’appoggio esterno e poi, poco tempo dopo, è formalmente passato alla minoranza.
Il gruppo, però, ha perso Luperti e la Rollo che insieme hanno creato i Coerenti per Brindisi accogliendo anche Ribezzi, che nel frattempo aveva rotto con i Democratici per Brindisi Luciano Loiacono e Salvatore Brigante.
Già pochi mesi dopo, ad ottobre, un cambio in giunta ha creato non pochi mal di pancia tra i fittiani, allora Conservatori e Riformisti e oggi Direzione Italia. Che da allora hanno avuto con la sindaca e con gli alleati un atteggiamento ondivago, sostenendo l’amministrazione con i propri voti ma allo stesso tempo criticandola molto spesso.
Ma la prima, vera bomba per l’amministrazione Carluccio è arrivata a dicembre dell’anno scorso quando la sindaca e l’allora assessore ai Bilancio Salvatore Del Grosso, poi “licenziato”, annunciarono rincari nelle tasse per i cittadini, a partire dalla Tari. A quel punto, la maggioranza è esplosa ed ha chiesto, tramite i fittiani ed i Coerenti per Brindisi, l’azzeramento della giunta.
 
Che è puntualmente arrivato. Dopo un lungo periodo di riflessione, però, il ruolo del vice sindaco Francesco Silvestre (nome voluto con forza dai Coerenti per Brindisi per affrontare l’emergenza rifiuti) ne è uscito ridimensionato nelle deleghe, cosa che ha fatto andare su tutte le furie Rollo e Luperti, i quali hanno abbandonato la maggioranza, presentato una mozione di sfiducia e raccolto le firme per le dimissioni di massa.
In quell’occasione, tuttavia, il blitz non riuscì perché il consigliere Damiano Flores, primo degli eletti nella lista del Pd a sostegno di Marino, passò alla maggioranza. Che nel frattempo, a febbraio, ha perso anche il suo garante della legalità, ovvero il notaio Michele Errico.
Già pochi mesi dopo l’ingresso di Flores, il nuovo gruppo dei Democratici e Socialisti è entrato in fibrillazione.
Prima con le dimissioni dell’assessore Maria Greco e poi con le polemiche di Luigi Sergi e Umberto Ribezzi. Il primo, alla fine, è rientrato nei ranghi. Il secondo, invece, ha segnato la fine dell’amministrazione Carluccio.

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