Centro di controllo addio: sciopero e voli a rischio domenica 17 dicembre

Battaglia dei sindacati contro Enav per lo spostamento della struttura a Roma

Centro di controllo addio: sciopero e voli a rischio domenica 17 dicembre
di Lucia PEZZUTO
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 20:56

Stanchi, così dicono, della “politica di depauperamento” la Rrssaa di Brindisi Acc, la Filt Cgil, la Fit Cisl, la Uiltrasporti, l’Ugl Ta e Unica annunciano lo sciopero per domenica- 17 dicembre - dalle ore 13 alle ore 18. «Il personale – scrivono in una nota sindacale - contesta la politica di depauperamento del Centro, portata avanti dai vertici Enav attraverso lo spostamento su Roma dei servizi di controllo del traffico aereo oggi forniti dal Centro di controllo di Brindisi. Il personale si scusa sin d’ora con l'utenza per il disagio arrecato, non dipendente dalla propria volontà ma conseguenza delle scelte aziendali Enav».

La preoccupazione

Resta ancora incerto il futuro dell’Acc di Brindisi, l’Air Control Center attraverso cui Enav gestisce e controlla lo spazio areo. Il Centro di Brindisi rappresenta uno dei nodi nevralgici assieme a quello di Milano (presso l'Aeroporto di Milano-Linate), Padova (località Abano Terme), Roma (presso l'Aeroporto di Roma-Ciampino). Eppure nonostante questo il Piano Industriale promosso dall’azienda sembra voler riconfermare la volontà della dirigenza di l’Acc di Brindisi, l’unico presente nel Sud Italia, e di spostare i servizi di controllo del traffico aereo a Roma con tutte le conseguenze del caso. C’è forte preoccupazione, quindi, tanto per il futuro dei lavoratori che resta incerto tanto per le ripercussioni economiche che si potrebbero avere sul territorio.

I sindacati hanno da tempo lanciato l’allarme visto che lo spostamento e l’accorpamento in un’altra sede della zona in cui i controllori brindisini prestano servizio, equivarrebbe a ridimensionamenti o trasferimenti. Oltre questo, la decisione di Enav sarebbe in netto contrasto con la crescita del territorio che nell’ultimo biennio ha registrato numeri record nel traffico passeggeri, quasi 3milioni nell'anno che va a concludersi con un incremento del +3,8 per cento. A questo proposito nei giorni scorsi i deputati di Forza Italia hanno presentato una interpellanza urgente ai ministri Salvini, Giorgetti e Fitto. 


«Abbiamo presentato una interpellanza urgente ai ministri Salvini, Giorgetti e Fitto per sapere quali iniziative intendano mettere in atto non solo per mantenere ma potenziare l’Acc, l’Air Control Center, di Brindisi, in considerazione anche delle opportunità di investimento create dalla Zes Sud e a fronte dei fondi europei investiti per il suo potenziamento- hanno dichiarato i deputati pugliesi Mauro D’Attis, Andrea Caroppo, Erio Congedo, Vito De Palma, Salvatore Di Mattina, Dario Iaia e Giovanni Maiorano- L’attuale dirigenza Enav ha preannunciato di riconfermare la parte che a noi interessa del precedente piano industriale, ossia la volontà di riconvertire l’Acc di Brindisi, l’unico presente nel Sud Italia, e di spostare i servizi di controllo del traffico aereo a Roma.

Se così sarà si tratterebbe di una scelta che va contro il Sud e va controcorrente rispetto alle decisioni adottate in altri paesi europei, come Francia e Germania, che mantengono una media di 5 Acc ciascuno».

Anche secondo i deputati azzurri la decisione di Enav sarebbe un controsenso rispetto al crescente traffico aereo nel nostro Paese, non solo, ma ci esporrebbe al rischio di un dimezzamento delle capacità di recovery del sistema di sorveglianza aerea nazionale. «E’ bene tener presente che l’Acc di Brindisi ha un organico di circa 170 dipendenti di alta professionalità ed ha la più alta produttività fra i quattro ACC italiani, con percentuali di incremento di traffico gestito pari a più del doppio rispetto agli altri centri- dicono- Il trasferimento a Roma pregiudicherebbe il futuro economico del territorio con grave pregiudizio anche dei servizi. Per questo motivo nell’interpellanza si chiede un intervento urgente che induca ad un cambio di rotta dell’azienda. Chiediamo, dunque, ai ministri di intervenire, in particolare il Mef quale azionista di maggioranza- concludono- tenendo presente che la sicurezza del nostro spazio aereo è un servizio pubblico essenziale e che proprio per questo appare in contrasto con la forma giuridica di società per azioni di Enav».

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